Abbazia di Nonantola

Descrizione

L’Abbazia benedettina di Nonantola è tra le più antiche e importanti sedi monastiche del Medioevo. Fondata dal duca longobardo Anselmo del Friuli fu importantissima già al tempo di Carlo Magno.
L’abbazia fa parte della via Romea Nonantolana, importante via di comunicazione che collegava i territori Longobardi, prima, e itinerario di raccordo con la via Francigena per i pellegrini, poi. L’abbazia fu anche luogo di notevole rilevanza politico-religiosa per tutto il Medioevo; essa custodisce, inoltre, alcune reliquie preziosissime come le spoglie di San Silvestro nonché quello che fu venerato come uno dei frammenti più antichi della Croce sulla quale morì Cristo.

Location

Get directions

Cenni storici

L’abbazia viene fondata nel 752 d.C. Anselmo, duca longobardo del Friuli, il quale riceve da re Astolfo l’incarico di costruire un asse viario che mettesse in comunicazione i territori longobardi al confine con l’esarcato bizantino, il cui confine correva lungo la valle del Reno. Nasce così una delle prime fondazioni monastiche benedettine di tutto il nord Italia. Con la sconfitta dei Longobardi ad opera di Carlo Magno, l’abbazia mantiene un ruolo di primo piano: l’imperatore la dichiarò abbazia imperiale ed è probabile che vi soggiornò nel corso del suo viaggio verso Roma (si ricorda, inoltre, l’impiego dei monaci come missi dominici da parte di Carlo). L’abbazia fu teatro di alcuni importanti eventi come l’incontro fra papa Marino e l’imperatore Carlo il grosso, qui papa Gregorio VII vi celebrò la Pasqua del 1077, dopo l’umiliazione di Canossa.
Per tutto il Medioevo, Nonantola fu considerata abbatia nullius, e il suo abate vescovo della diocesi. Tale rimase finché Nonantola non rimase schiacciata dalla rivalità di Bologna e Modena, città, quest’ultima con la quale la diocesi dell’abbazia di fuse.

Focus narrativi

La chiesa presenta una struttura in stile romanico: la pianta è a tre navate che culminano in un triplo abside. Una scala porta al piano sopraelevato dell’altare maggiore, al di sotto del quale si trova la bella cripta. La semplicità dell’insieme, lontana dalla marmorea ricchezza del Duomo di Modena, comunica un’atmosfera di ascetica contemplazione.

***

Il portale dell’abbazia e i leoni stilofori sono attribuiti a Wiligelmo e alla sua scuola, già attivi nel Duomo di Modena.

***

Tra gli abati commendatari vi fu anche San Carlo Borromeo, importante riformatore della Chiesa cattolica.

***

A Nonantola si trovano reliquie e oggetti di devozione notevoli: nel 756 giungono le reliquie di San Silvestro, le spoglie di Adriano III, morto a poca distanza dall’abbazia mentre si recava alla dieta di Worms. Uno dei primi abati, inoltre, riportò da Costantinopoli una stauroteca contenente un frammento della vera Croce.

***

L’archivio abbaziale conserva documenti di grande importanza storica, alcuni dei quali precedenti l’anno Mille. Tra i diplomi di papi e imperatori si segnalano alcuni firmati da Federico Barbarossa, Carlo Magno e Matilde di Canossa. La biblioteca conserva circa 20.000 testi tra i quali 16 incunaboli e 179 cinquecentine. Dell’antica produzione di codici miniati rimangono solo tre testi: l’evangelario di Matilde di Canossa. Codici, documenti e reliquie sono oggi esposti nell’adiacente Museo diocesano.

***

L’abbazia fu promotrice di una grande attività di bonifica dei terreni, com’era consuetudine, una parte dei territori dell’abazia veniva concesso ai contadini secondo l’antico istituto dell’enfiteusi, da esso, a Nonantola, ha avuto luogo la Partecipanza di Nonantola, particolarissima istituzione che sopravvive ancora oggi

Spunti videoludici

L’abbazia nonantolana è un luogo di grande rilevanza nella storia medievale: per il suo romanico rigoroso è il luogo ideale nel quale dare vita a un dramma claustrale, sulla falsariga de Il nome della rosa, nel quale potrebbero fare la loro comparsa papi, re e reliquie che hanno trovato rifugio in questo luogo.

L’abbazia fu al centro di una consistente attività di bonifica dei terreni: la gestione e l’ampliamento dei possedimenti, degli edifici connessi all’abbazia, come lo scriptorium, potrebbero diventare gli elementi di un gestionale, magari con missioni di recupero delle reliquie.

L’abbazia si lega, in varie forme, a importanti personalità storiche, vedi il caso di Matilde di Canossa. Ciò può creare interessanti “reti di pertinenza” con altre location emiliano-romagnole.

[Bibliografia]

– Giuseppe Cappelletti, Le chiese d’Italia dalla loro origine sino ai nostri giorni, Venezia, Antonelli, 1859.

[Sitografia]

Abbazia di Nonantola

[Scheda Film Commission]

Emilia-Romagna Film Commission

Contact Listing Owner