Chiesa dell'Annunziata - Foto IVIPRO

Chiesa dell’Annunziata

Descrizione

Rimane soltanto un campanile della Chiesa dell’Annunziata, andata distrutta dai bombardamenti americani del 1943 sul quartiere limitrofo al porto di Palermo. Sulla parete è esposta oggi una targa commemorativa che ricorda un avvenimento datato 8 settembre 1517: in quell’occasione Giovan Luca Squarcialupo, altri congiurati e nobili siciliani provarono a ribellarsi al governo spagnolo, sollevando il malcontento in diverse città siciliane oltre Palermo e uccidendo diversi sostenitori del vicerè Ugo Moncada. Il tentativo tuttavia fu vano: due mesi dopo la sollevazione i congiurati vennero attirati con l’inganno nella Chiesa dell’Annunziata e trucidati da un gruppo di nobili siciliani fedeli al governo spagnolo.

Location

Get directions

Cenni storici

L’agguato dell’Annunziata viene raccontato nel romanzo storico di Luigi Natoli Squarcialupo, ma i fatti hanno fondamento storico. La vicenda s’inserisce all’interno del governo spagnolo in Italia che, durante i secoli dell’età moderna, provocò diversi episodi di malcontento per la vessazione fiscale sulle popolazioni locali. Palermo agli inizi del ‘500 rientrava in una fase politica delicata, in cui si stavano bilanciando i rapporti di potere tra i nobili siciliani, i consigli municipali e il governo spagnolo con la presenza del Vicerè del Regno di Sicilia in città.

Le parti non andavano sempre d’accordo e spesso i rappresentanti delle città rimanevano delle figure formalmente valide, ma poco concrete dal punto di vista decisionale. Il Vicerè spagnolo, dal canto suo, si serviva di giuristi, esattori, soldati e della pervasiva Santa Inquisizione per il controllo del territorio. Tale situazione suscitò spesso nei secoli il malcontento del popolino urbano che da un lato era costretto a una forte pressione fiscale, dall’altro a guardarsi bene dal sollevare proteste.

Il romanzo di Natoli, basato sulle testimonianze storiche di diverse cronache dell’epoca, racconta la vicenda di Gian Luca Squarcialupo, un pisano del ceto medio palermitano che si mette a capo di una rivolta antispagnola dopo la morte del Re Ferdinando II d’Aragona.

Secondo una legge del governo siciliano, una volta morto il Re, anche il Vicerè doveva essere destituito, ma Ugo Moncada (il Vicerè in carica) decise di rimanere al potere, accendendo la miccia del malcontento popolare. Squarcialupo seppe approfittare di tale momento per mettersi a capo di una rivolta contro le autorità spagnole, costringendo il Vicerè a rifugiarsi a Messina.

La rivolta culminò in diverse uccisioni da parte dei congiurati ai danni di alcuni giudici dell’alta corte della città che appoggiavano il governo spagnolo. Per circa 50 giorni la situazione in città rimane politicamente molto confusa, e i congiurati non si contentano del nuovo Vicerè Pignatelli. Ci sono tentativi di mediazione tra i congiurati stessi e i nobili siciliani interessati a mantenere i propri privilegi e una situazione non violenta.
Alcuni di questi ultimi, adducendo il pretesto della discussione di un nuovo assetto governativo in città e la discussione dei capitoli di una riforma politica del Regno di Sicilia, proposero a Squarcialupo e i suoi un incontro nella Chiesa dell’Annunziata. È lì che avvenne l’agguato ai danni del capopopolo e dei suoi compagni, che furono trucidati a tradimento.

Qualche mese dopo, il governo spagnolo sbarcò in forze nell’isola (con più di 6.000 soldati), riportando la situazione sotto controllo e nominando Vicerè il conte di Monteleone, con il benestare di gran parte del ceto aristocratico dell’isola.

L’episodio è un esempio (più volte visto nei libri di storia) di come l’aristocrazia locale abbia sfruttato il malcontento del popolo per una semplice ridiscussione delle cariche e dei privilegi con il governo spagnolo del Regno. Gli ideali di Squarcialupo e dei suoi compagni, persero così tutta la loro carica eversiva: la situazione rimase a grandi linee quella precedente alla rivolta.

Focus narrativi

Esistono diversi episodi fondati storicamente e narrati da Natoli che meritano un approfondimento. Tra questi, le diverse sommosse popolari e le crudeltà compiute ai danni dei giuristi fedeli al governo spagnolo. Due di essi, Nicolò Cannarella e Giovan Tommaso Paternò, vengono uccisi e gettati da una finestra del Palazzo Steri. Il maestro razionale Gerardo Bonanno viene ucciso ed evirato per strada. Il giudice Priamo Cappoccio viene ucciso anch’egli dopo essersi nascosto in casa di una donna.

***

Nel Palazzo Steri era alloggiato il governo cittadino. La sede è storicamente famosa per le sue carceri, in cui venivano rinchiusi avversari politici ed eretici. Nella piazza antistante al Palazzo venivano spesso spettacolarizzati i roghi, i processi dell’Inquisizione e le pubbliche gogne. Oggi è sede del rettorato dell’Università degli Studi di Palermo ed è possibile visitare le carceri, con le testimonianze dei prigionieri incise sulle pareti delle celle. Riguardo ai numeri delle condanne dell’Inquisizione, i dati rimangono lacunosi e incerti, come evidenziato da Leonardo Sciascia in Morte dell’Inquisitore: la difficoltà di reperire informazioni e accessi ad archivi è stata spesso causata da incendi volontari degli stessi e occultamento di dati e prove compromettenti.

***

Nell’agguato nella Chiesa dell’Annunziata, lo spunto più interessante è quello legato agli esecutori materiali delle uccisioni. Alcune fonti orali (non accreditate) hanno sostenuto che gli assassini fossero i celebri Beati Paoli, membri incappucciati di una confraternita segreta operante in città in età moderna, di cui tuttavia non esistono dati certi che ne confermano l’esistenza. Tuttavia, essendo la data dell’agguato quella della Natività della Madonna, è plausibile che in chiesa fossero presenti diversi frati incappucciati appartenenti alle Confraternite cittadine. Pur ammettendo l’esistenza della setta, rimane il dubbio storico che quello dei Beati Paoli fosse effettivamente un gruppo spinto da ideali di giustizia sociale e in difesa del popolo. Questo avvenimento in particolare lo metterebbe certamente in discussione.

***

Esistono diverse testimonianze bibliografiche e fotografiche che riportano i pesanti bombardamenti subiti dalla città di Palermo a opera dell’aviazione statunitense durante la Seconda guerra mondiale dal 1940 al 1943. Il quartiere del porto, nello specifico, subì ingenti danni e provocò la morte di numerosi civili.

Spunti videoludici

La vicenda narrata da Natoli e i fatti storici realmente accaduti consentono di sviluppare facilmente un’esperienza videoludica che si concentri sugli aspetti politici e sociali del governo spagnolo sulla Sicilia in età moderna. Il mistero dei Beati Paoli inoltre consente di ideare trame ricche di enigmi e misteri.
A causa dei bombardamenti del ‘43 la location è costituita da un solo campanile, ma sorge in un quartiere della città denso di storia e spunti narrativi. Proprio sui bombardamenti sarebbe poi interessante estendere la narrazione a tutto il centro storico palermitano, martoriato in quegli anni dalle bombe, facendo della Chiesa uno dei tanti luoghi di un wargame o di un platform.
Essendo sparita quasi del tutto la Chiesa, risulta interessante anche un educational game con ricostruzione degli ambienti in VR o AR.

[Bibliografia]
F. Renga, L’inquisizione in Sicilia. I fatti. Le persone, Palermo, Sellerio, 1997.
L. Natoli, Squarcialupo, I buoni cugini Editore, Palermo, 2015.
A. Bellomo, Bombe su Palermo: cronache degli attacchi aerei (1940-1943), Soldiershop Publishing, 2016.

[Sitografia]
PalermoNascosta.it

Contact Listing Owner