Descrizione
La Val Genova è una valle alpina di origine glaciale che si sviluppa per circa 17 chilometri. Situata nel settore occidentale del Parco Adamello-Brenta, la sua estensione tocca sette comuni della val Rendena di cui Strembo è sicuramente quello che detiene la maggiore superficie del territorio.
Cenni storici
Agli inizi del Novecento, il comune di Strembo acquistò Val Genova da Mortaso. Con la successiva annessione del Trentino all’Italia, venne riconosciuta la proprietà di Strembo sul territorio, ma non il contratto con cui veniva ceduto quel territorio comunale di Mortaso a Strembo. Mortaso perse in seguito lo status di comune e divenne frazione di Spiazzo.
Scarsi gli insediamenti e le attività umane: nella valle ci sono alcuni rifugi alpini e alcune strutture ricettive dedicate ai turisti, aperti però solo nella stagione estiva. Non vi sono né piste da sci né impianti di risalita in quanto i pendii tendono ad essere estremamente ripidi e la valle è spesso soggetta a valanghe d’inverno.
Un elemento di spicco nel paesaggio della Val Genova è costituito dalla ricchezza di acque. La Val Genova è la “Valle delle Cascate” che precipitano dai tipici scalini glaciali di fondovalle (detti “scale”) e dalle valli laterali, rimaste “sospese” per la maggiore azione erosiva prodotta sul fondovalle dai ghiacci del periodo quaternario.
Dato che la valle durante la Grande Guerra si trovava a ridosso della linea di confine, in Val Genova oggi restano alcune tracce dei combattimenti, dove si fronteggiarono italiani ed austriaci. Ad esempio presso la cascata Folgarida, oltre ad una piccola cappella si trova un monumento ai caduti della Grande Guerra, e quel che resta di una teleferica. Un cimitero militare, in Val Siniciaga, è raggiungibile percorrendo il Sentiero della Pace.
Focus narrativi
Per l’aggressività selvaggia e la concentrazione di paesaggi naturali molto vari e spettacolari ha sempre impressionato la fantasia dei montanari che l’hanno frequentata fin dall’antichità. Da qui derivano le leggende e le credenze popolari che l’avvolgono, conferendole un pizzico di misteriosa suggestività. La principale leggenda della valle fa riferimento agli anni 1545-1563, quando a seguito del Concilio di Trento vennero cacciate streghe ed eretici nella valle. Molti dei toponimi della valle, legati a curiosità naturalistiche, sono poeticamente espressivi: la Preda da la Luna (il sasso della luna), Pebordù, il Saltum Malum o Tof del Mal Neò (il dirupo del cattivo nipote), Il Dos de la Chosina (il dosso della cucina), i Tovi de l’acqua, l’Or de Folgòrida, l’Or dei Chioch.
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Un’altra leggenda, apparentemente più realistica, riguarda il più famoso e leggendario cacciatore Luigi Fantoma, noto anche come Martanell, o Re di Val Genova. Si racconta che costui durante la sua vita (1819-1896) abbia ucciso all’incirca 50 orsi, 700 camosci, ed un consistente numero di marmotte, caprioli, pernici, galli cedroni e galli forcelli. Fu inoltre d’aiuto come guida a Julius Payer, durante la prima esplorazione del massiccio Adamello-Presanella e alla creazione della prima carta topografica della zona da parte di quest’ultimo.
Spunti videoludici
L’asprezza del territorio non può che coincidere con la scelta per un survival game ambientato tra i ghiacci, magari con protagonista il leggendario cacciatore Luigi Fantoma. La domanda sorge spontanea: e se oltre a camosci e orsi Fantoma si fosse imbattuto in qualcos’altro? Secoli prima vennero bandite delle streghe nella valle, potrebbe essere molto interessante una collisione tra le due leggende.
Fonti e link
[Bibliografia]
Dino Coltro, Gnomi, anguane e basilischi. Esseri mitici e immaginari del Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino e Alto Adige, Cierre Edizioni, Verona 2006
Dante Ongari, Presanella, Guida dei Monti d’Italia, Club Alpino Italiano e Touring Club Italiano, Milano 1978
[Sitografia]
Sito Ufficiale