Villa Romei Longhena Provaglio

Descrizione

Situata a Capodimonte, frazione di Castenedolo in provincia di Brescia, Villa Longhena fu il primo fulcro dal quale si sviluppò tutta la frazione nel corso del 1600. Introdotto da una grande cancellata e da un viale che attraversa il giardino anteriore, il palazzo è costituito da una struttura residenziale asimmetrica (perché rimasta incompleta) la cui facciata, dalle linee semplici e geometriche, è caratterizzata da grandi finestre, un poggiolo, un timpano triangolare e un arco d’ingresso che, attraverso un portico, conduce al giardino interno. Quest’ultimo, affiancato da una stalla da un lato e da un filatoio dall’altro, porta, attraverso un secondo viale e un’altra cancellata, a un ampio parco che si allarga verso sud nella campagna circostante seguendo la leggera pendenza del terreno.

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Cenni storici

La villa attuale fu costruita nel 1770 per volere di Pietro Francesco Longhena, di cui è conservato un ritratto risalente al 1754 nel salone al primo piano, e su progetto dell’Architetto Abate Antonio Marchetti. Alcuni elementi della struttura risalgono però a un complesso precedente, edificato nel 1641 e affiancato a partire dal 1678 da una cappella privata dedicata a San Luigi Gonzaga e appartenente, insieme all’oratorio della frazione, a Luigi Longhena. La villa passò poi nelle mani del generale Romei-Longhena e infine ai Provaglio.

Focus narrativi

La zona di Capodimonte, il cui nome deriva dal dialetto bresciano Codemùt ovvero “Co de Mont”, è chiamata in questo modo per la sua posizione in testa alla collina castenedolese e la sua nascita si aggira attorno al XII secolo, nonostante siano stati ritrovati elementi risalenti all’epoca romana. Dopo essersi espansa grazie alla famiglia Longhena, nel 1866 la frazione fu Quartier generale della 2^ divisione di Giuseppe Salvatore Pianell durante la terza guerra d’indipendenza per poi essere, nel 1920, luogo di scontro tra le truppe militari e i contadini socialisti in sciopero.

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Presso la chiesetta del palazzo, è visibile lo stemma della famiglia Longhena raffigurante un pellicano, originariamente di colore argento e su uno sfondo verde e azzurro, che utilizza il proprio becco per ferirsi il petto. Tale famiglia, di cui le prime tracce risalgono al Cinquecento, si suddivise nel corso dei secoli in diversi rami, tra cui quello dei Romei-Longhena al quale si deve la costruzione della villa e lo sviluppo dell’intera zona di Capodimonte.

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Elemento ricorrente nella villa è la geometria delle forme e il gioco creato con la prospettiva, molto evidente nel cortile che si estende oltre la seconda cancellata, detto “a cannocchiale” a causa della sua profondità. Esso è caratterizzato dalla presenza di una serie di carpini, affiancati da alcuni basamenti di statue andate perdute, e termina con un piccolo castello di cui sono rimaste le due torrette laterali. Queste ultime richiamano le “gloriette” austriache e all’interno della piccola struttura risiedeva il guardiano della villa.

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La decorazione della Villa fu ad opera di Pietro Scalvini, artista molto stimato nel bresciano che vi lavorò tra il 1770 e il 1774, affiancato anche da un secondo pittore di cui non si conosce l’identità e dallo stuccatore Cristoforo Negri. I temi rappresentati sono per la maggior parte storici o mitologico-allegorici: al primo piano, nella Sala di Diana domina ad esempio l’elemento della caccia mentre nella Sala di Apollo quello della musica. Il salone al piano terra è invece chiamato Sala degli Uccelli a causa di alcuni volatili imbalsamati che ornano la stanza.

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Sulla volta della stessa Sala degli Uccelli è inoltre presente la raffigurazione intitolata Caterina Cornaro alla corte di Giacomo II di Lusignano che ritrae la regina di Cipro e di Armenia, soggetto scelto dal pittore in quanto ella soggiornò a Castenedolo nel 1497 per portare visita al fratello Giorgio il quale era rettore di Brescia. Sia nel salone di rappresentanza al primo piano che nella Galleria degli Stucchi sono infine presenti alcuni motivi vegetali ricchi di particolari realizzati dal Negri.

Spunti videoludici

La grande quantità di opere presenti negli interni della villa potrebbe essere uno spunto interessante per approfondire attraverso una chiave videoludica quella che era la tradizione pittorica e decorativa bresciana del Settecento, andando a riscoprire anche le figure di Pietro Scalvini e Cristoforo Negri, artisti attivi in tutta la provincia.
La struttura della villa stessa e del piccolo castello nel fondo del parco, entrambe perfettamente integrate con la natura e la conformazione del paesaggio circostante, possono inoltre essere un’ambientazione perfetta per un’avventura caratterizzata da più missioni dislocate nello spazio volte magari a ripercorrere la storia delle famiglie che hanno abitato la villa o gli eventi che hanno caratterizzato il piccolo borgo di Capodimonte.

[Bibliografia]

– Bertoletti, R., Estratti del convegno “Giornate di studi su Pietro Scalvini: pittore del Settecento bresciano”¬ (26 e 29 marzo 2008 Biblioteca Comunale “Renzo Frusca” di Castenedolo), Castenedolo, Assessorato alla Cultura del Comune di Castenedolo, 2008, pp. 23-29;
– Zanolini, I., Storia di Castenedolo, Brescia, Stamperia Fratelli Geroldi, 1979, pp. 112-116.

[Sitografia]

Villa Romei Longhena Provaglio
Enciclopedia Bresciana

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