Classe e porto romano

Descrizione

Classe è una frazione del comune di Ravenna celebre per il sito archeologico dell’antico porto romano, situato a 4 chilometri dal capoluogo di provincia. Qui vi era ormeggiata una flotta permanente della marina romana e, successivamente, la flotta occidentale di Costantinopoli. Il sito archeologico è considerato uno dei più importanti scali portuali del mondo romano-bizantino.

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Cenni storici

L’attuale frazione di Classe è un piccolo centro abitato costruito intorno alla Basilica di Sant’Apollinare in Classe; il nome Classe deriva dall’antica Castrum Classis, insediamento tardo antico dove stazionavano i marinai della flotta militare romana, ormeggiata più a nord a Civitas Classis. Il porto militare venne fondato nel I secolo a.C. da Ottaviano Augusto, mentre il sobborgo, che poi divenne Classe, iniziò a svilupparsi a partire dal II secolo. Con la decadenza di Roma, anche Ravenna entrò in una fase di senescenza e progressivo impaludimento. Di contro, Classe in questo periodo visse la sua massima fioritura e venne cinta da mura nel III-IV secolo. Dopo una breve fase di abbandono, il porto venne riattivato nel V secolo, quando Ravenna divenne capitale dell’Impero Romano d’Occidente. A questo periodo risalgono la Basilica Petriana di Classe e la Basilica di San Severo, oggi scomparsa. Tra il 532 e il 536 venne invece costruita la Basilica di Sant’Apollinare in Classe. Tra il la fine del VI e l’inizio del VIII secolo, l’insediamento venne più volte aggredito e saccheggiato dai Longobardi. Classe fu infine attaccata dai saraceni nell’870 e definitivamente abbandonata. L’area portuale venne ricoperta dalle paludi e dal fango per secoli, finché nella prima metà del Novecento non iniziò una campagna di scavi, che riportò alla luce il sito archeologico

Focus narrativi

Il porto venne fondato intorno al 27 a.C. L’area dove sorgeva il porto di Classe era una zona lagunare, separata dal mare da una moltitudine di dune costiere. Qui i romani costruirono un canale che la mettesse in comunicazione con il mare: la Fossa Augusta, che univa Classe con Ravenna e che si congiungeva con la laguna veneta a nord. Lungo la Fossa Augusta, oltre a svariati magazzini, si ergeva l’arsenale, attivo fino all’epoca di Teodorico, che con i suoi 3 chilometri di banchine poteva ospitare fino a 250 imbarcazioni da guerra. Il numero di militari abitanti stabilmente a Classe si aggirava intorno a 10.000.

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A partire dal VI secolo, si aprì per Classe un periodo assai turbolento, che diede inizio al progressivo abbandono dell’area. La città venne prima attaccata nel 584 dal longobardo Faroaldo I, duca di Spoleto e successivamente riconquistata dai bizantini grazie all’azione del duca Droctulfo, un longobardo che tradì per passare all’Impero. Di nuovo, Classe venne saccheggiata nel 716 da Faroaldo II; restituita ai bizantini, la città, insieme a Ravenna, fu assediata da Liutprando nel 718. Tra il 726 e il 744, Classe venne colpita da un terribile terremoto, che distrusse la Basilica Petriana. Ancora, nel 751 Astolfo conquistò Ravenna e Classe. La città entrò quindi in una spirale di abbandono, la palude riprese il predominio e i saraceni diedero il colpo di grazia nell’870. I pochi superstiti radunarono le proprie abitazioni intorno ai luoghi di culto principali e progressivamente il toponimo Classe si legò alle chiese di San Severo, dove l’imperatore Germanico Ottone I stabilì il suo palazzo nel X secolo, e Sant’Apollinare Nuovo.

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Il territorio di Classe ha sempre restituito, durante i lavori agricoli o lo spianamento delle dune sabbiose, numerosi reperti archeologici provenienti dal suo glorioso passato. I primi scavi, organizzati e documentati, risalgono al 1881, quando durante la costruzione della linea ferroviaria Ravenna-Rimini vennero rinvenuti i resti della Basilica Petriana. Nel secondo dopoguerra, l’interesse per l’area crebbe. A partire dal 1961 vennero effettuati numerosi sondaggi, che rintracciarono i moli foranei del porto, presso San Severo, alcune tombe romane, una domus e un breve tratto della cinta muraria. Nel 1972, durante lavori agricoli, venne rinvenuta una testa turrita di Týchē, personificazione della fortuna. Nel 1975 si decise quindi di scavare una trincea esplorativa, che attraversava obliquamente i due rami del canale portuale. Le successive campagne di scavo, condotte dalla Soprintendenza Archeologica dell’Emilia-Romagna, portarono finalmente alla luce i magazzini portuali, la fornace e la strada basolata. Successive campagne, compiute tra gli anni Ottanta e i primi Duemila, ha dato luce ad edifici e ad aree portuali di fasi più tarde e medievali.

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Uno dei ritrovamenti più interessanti fu quello di un magazzino bruciato verso la fine del V secolo e mai più ricostruito. Questo ha permesso di ritrovarne tutto il contenuto all’interno: anfore africane, spatheia, lucerne e molto altro: un incredibile scorcio per capire come funzionava un magazzino portuale dell’epoca.

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L’area archeologica dell’Antico Porto di Classe, inaugurata nel 2015 e posto all’imboccatura del canale, offre una visuale generale degli edifici portuali sorti nel V-VI secolo, apogeo dello scalo marittimo. Il percorso si sviluppa su una superficie di 10.000 metri quadrati. Seguendo la strada basolata, grazie ad una sala multimediale e a prospettive serigrafate riproducenti il porto antico, è possibile farsi un’idea degli edifici e dei magazzini che si ergevano un tempo, di cui ora sono rimaste le sole fondamenta.

Spunti videoludici

Sebbene l’Impero Romano abbia basato la propria fortuna sul dominio marittimo, l’aspetto nautico-portuale viene spesso trascurato: il porto antico di Classe può fare da sfondo a una storia ambientata sulle navi da guerra romane o può essere il nucleo di un gestionale, che dia al giocatore le redini dell’importante scalo portuale. L’area fu importante anche in epoca tardo antica: i palazzi e le basiliche erette dai bizantini, sono la prova che questi secoli, definiti generalmente oscuri, ebbero in realtà interessanti sviluppi culturali. L’area può anche essere cornice per un city builder, ambientato in epoca tardo antica, dove il giocatore può impersonare l’esarca d’Italia bizantino, con lo scopo di preservare la sicurezza e la romanità del porto.

L’immagine di Ravenna in rovina, aggredita da potenze esterne e minacciata dalle paludi e di Classe poco distante, che resiste alla decadenza, è molto forte e suggestiva. L’area si presta bene per ambientazioni fantasy ed esotiche, dove una città gloriosa nel passato è ridotta a ruderi affondati nella laguna, dove solo pochi edifici rimangono abitati e dove la zona portuale, in contatto con il mondo esterno, è l’ultima enclave di civiltà in mezzo al degrado.

L’area fu a lungo sepolta dalle creste sabbiose e dalla laguna, le campagne di scavo che vennero organizzate nel corso del Novecento sono una vera e propria caccia al tesoro avventurosa. La ricerca di reperti e di fondi economici, per proseguire gli scavi, possono essere meccaniche interessanti per un gioco basato sul lavoro degli archeologi.

[Biliografia]

Novara P., Luparini A., Storia di Ravenna. Dalla preistoria all’anno Duemila, Cesena, Società Editrice Il Ponte Vecchio, 2016.

[Sitografia]

Antico Porto Ravenna.it
Ravenna Antica
Emilia-Romagna Turismo

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