Descrizione
Il Mignon è un cinema a luci rosse collocato in una antica chiesa bizantina sconsacrata del centro storico di Ferrara. Originariamente dedicata ai Santi Pietro e Paolo, la chiesa faceva parte dell’antico nucleo del castrum bizantino e fu uno dei luoghi di culto più antichi di Ferrara essendo attiva già nel sec. X. L’edificio mantenne la sua funzione di luogo di culto fino all’agli inizi dell’Ottocento, epoca napoleonica, periodo dopo il quale passò di mano in mano, assumendo funzioni differenti. Divenuta un cinematografo nel 1912, la chiesa sconsacrata assume la sua funzione di cinema a luci rosse negli anni Ottanta. Sopravvissuto alla crisi del settore dei cinema porno, il Mignon è diventato una sorta di piccolo luogo mitico, un punto di ritrovo per gli habitués – la cui età media sembra essere piuttosto alta, seppur in calo – , un rifugio per coppiette, transessuali, omosessuali, per tutti coloro che non hanno difficoltà a vivere liberamente la propria sessualità alla luce del sole in una piccola città.
Cenni storici
Il quartiere in cui si trova oggi il cinema Mignon è uno dei più antichi di Ferrara. In quest’area, infatti, fu costruito il primo nucleo della città, un castrum bizantino, voluto dall’esarca ravennate intorno al secolo VI. Da questo centro fortificato, poi rinominato Castello dei Curtensi, inizierà l’espansione della città. L’esistenza della chiesa dei Santi Pietro e Paolo (poi nota semplicemente come San Pietro) è attestata intorno al secolo X, dalle fonti pare che l’edificio avesse il titolo di basilica in quanto facente funzioni di sede vescovile quando il Vescovo della città si spostava in quella parte di città, sulla sponda sinistra del Po.
Nel secolo XVI la chiesa venne radicalmente trasformata da alcuni interventi, il più importante dei quali spostò la facciata, fino ad allora rivolta a occidente, sull’attuale via San Pietro. Anche la pianta della chiesa venne rimaneggiata.
La svolta decisiva nella storia di questa chiesa è la dominazione napoleonica: nel 1806, infatti, l’ordine di Napoleone di sopprimere gran parte dei luoghi di culto colpì la chiesa di San Pietro. L’edificio, sconsacrato, venne addirittura messo in vendita cambiando sovente proprietà e funzione (le belle immagini dei Santi Pietro e Paolo si trovano nel Duomo).
Secondo il volume Passeggiando per Ferrara, sul finire del secolo l’ex-chiesa: «adibita a sala di balli popolari, divenne ben presto sede di corruzione e vizi, tanto da meritare il nomignolo di “scanadur” o scannatoio», una sorta di preambolo di quella che sarà poi la destinazione d’uso dell’edificio.
L’ex-chiesa, già usata per vari spettacoli, diventa un cinema per prime e seconde visioni nel 1912.
A partire dagli anni ’80, con il proliferare dei cinema porno in Italia, la proprietà decide di convertire il Mignon in sala per film a luci rosse. Da allora il Mignon è un luogo di incontro per anziani e per coloro che sono attratti nel buio della sala dalla possibilità di liberarsi dagli stringenti tabù sessuali tipici della vita in provincia.
Focus narrativi
La conversione in cinema a luci rosse di molte sale italiane è in parte legata a un evento tragico verificatosi a Torino: nel 1983 un incendio accidentale all’interno del Cinema Statuto causò la morte di sessantaquattro persone, tra le quali due giovani ferraresi. L’evento ebbe molta risonanza in tutta Italia portando all’attenzione pubblica il fatto che molte sale cinematografiche italiane non erano a norma. Diversi cinema ferraresi chiudettero mentre, altri (quali il Diana e il Mignon) diventarono cinema a luci rosse.
Con l’avvento di internet, molte sale porno italiane hanno chiuso i battenti, anche perché spesso legate a giri di prostituzione che in questi luoghi trovavano terreno fertile. I gestori del Mignon, invece, sono sempre riusciti a tenere lontani giri di malaffare, creando un ambiente nel quale tutto ciò che vi accade è scollegato da ambienti criminali.
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Gli spettacoli del Mignon si tengono tutti i giorni, anche festivi, iniziano nel primo pomeriggio e continuano fino alle undici di sera. È previsto un biglietto ridotto per i pensionati, i clienti più affezionati.
Secondo l’opinione dei gestori, raccolta in varie interviste e in Mignon, documentario di Massimo Alì Mohammad, la clientela del cinema porno è costituita principalmente da anziani che frequentano il Mignon giornalmente. Per gli anziani avventori, il cinema è un luogo di ritrovo dove è possibile entrare in contatto con la propria sessualità al di fuori delle convenzioni imposte dalla società: ciò vale tanto per gli anziani quanto per altre categorie che faticano a trovare una compagnia che ne accetti le naturali inclinazioni sessuali. Nell’oscurità della sala amanti si incontrano, si scambiano effusioni alla presenza degli altri spettatori o nei bagni del cinema; ragazzi che una volta entrati si trasformano in donne seducenti; persone che si trovano ai margini della società ferrarese, o che vi si ritroverebbero se manifestassero in pubblico i loro desideri sessuali, trovano qui un rifugio e un luogo nel quale essere accettati.
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Il catalogo dei film proiettati al Mignon rappresenta una sorta di summa della pornografia ed è piuttosto vario: ci sono i vecchi porno degli anni Ottanta e film più recenti su dvd. I titoli e i generi hard sono i più vari e mostrano tanto rapporti eterosessuali quanto omo, lesbo e transessuali.
La maggior parte dei film proiettati sono su pellicola: si tratta soprattutto di film porno ormai datati, di provenienze diverse e talvolta oggetto di montaggi approssimativi. Nel già menzionato documentario di Massimo Alì Mohammad, uno dei proiezionisti racconta d’essersi accorto, durante una proiezione, che in una parte della pellicola le immagini erano state montate sottosopra.
I film vengono riprodotti utilizzando due proiettori, anch’essi d’epoca, ma perfettamente funzionanti ai quali si alterna un lettore dvd.
Le pellicole sono naturalmente soggette ad usura e a rotture: non essendo considerate beni di interesse storico, ogni rottura della pellicola corrisponde a una perdita irreparabile.
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Le proiezioni della settimana vengono programmate in anticipo. Si sarebbe portati a pensare che in questo genere di cinema, il pubblico sia poco interessato al film proiettato, tuttavia talvolta può anche capitare di imbattersi in clienti che fanno richiesta di vedere un genere o un film specifico: in tali situazioni i gestori del Mignon cercano di assecondare le richieste degli avventori, usanza impensabile nei normali cinema, attuabile in questo caso perché le pellicole sono di proprietà del Mignon.
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La zona del Mignon ha fatto da location di alcuni film italiani di notevole spessore. In quell’area furono riprese alcune sequenze di Ossessione di Luchino Visconti. Lo stesso cinema Mignon, prima ancora che diventasse una sala erotica, si può vedere in una sequenza di Uomini soli di Florestano Vancini. Nel film del regista ferrarese si vede il protagonista entrare proprio dentro al Mignon dalle porte laterali (il portale d’ingresso dell’edificio è sempre chiuso poiché alle spalle di esso si trova lo schermo). Una voce fuori campo definisce quello «un cinema di quart’ordine». Uomini soli esce nel 1959, il Mignon proietterà film a luci rosse a partire dagli anni Ottanta.
Spunti videoludici
È difficile immaginare un luogo più ricco di suggestioni del Cinema Mignon: una chiesa sconsacrata che diventa un cinema a luci rosse, all’interno del quale avvengono cose che in qualunque altro luogo sarebbero mal viste se non proibite. Raccontare la sua storia significa dare voce a incontri segreti e fugaci alla luce di uno schermo che proietta le contorsioni di giunoniche dive dai capelli cotonati e baffuti uomini dalle peculiari abilità recitatorie, il tutto con una colonna sonora di imbarazzanti gemiti e musiche pulp figlie di una strana estetica anni Ottanta.
Fonti e link
[Bibliografia]
– Safuri, F. (a cura di), Passeggiando per Ferrara. Tre itinerari alla scoperta della città antica. Comune di Ferrara, 2014 (consultabile online)
[Sitografia]
Filo Magazine
La Nuova Ferrara
Il Resto del Carlino
Vanity Fair
Vice
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