Descrizione
La Villa romana di Russi è un sito archeologico in cui è possibile ammirare i resti di un’antica Villa rustica romana. Durante il I e il II secolo d.C., periodo del suo massimo splendore, la Villa era il fulcro di un’imponente fattoria che serviva a fornire cibo alla flotta romana stanziata nei pressi di Ravenna. L’intero complesso archeologico misura oltre 8.000 mq e comprende, oltre alla pianta perfettamente conservata della Villa, anche una vasta area lavorativa in cui venivano lavorati i beni destinati all’esercito. All’interno dell’abitazione sono inoltre conservati quasi perfettamente numerosi mosaici.
Cenni storici
Prima di diventare un centro fondamentale per il mantenimento della flotta romana la Villa era un podere, probabilmente donato da Roma a un soldato congedato dall’esercito. A quel tempo, prima della crisi dell’epoca repubblicana, era infatti usanza comune donare a coloni e soprattutto ex militari piccoli appezzamenti di terra in cui la famiglia poteva vivere in autosufficienza grazie al lavoro di schiavi e animali. Durante la suddetta crisi, però, molti poderi furono comprati da ricchi proprietari terrieri che, sfruttando i sempre più crescenti debiti delle famiglie che abitavano in campagna, finirono per creare dei veri e propri latifondi, gestiti verticalmente da schiavi al comando di liberti che rispondevano al latifondista stesso. Proprio in questo modo nacque la Villa di Russi, accorpando più poderi preesistenti. In seguito, la Villa divenne fondamentale mezzo di approvvigionamento della flotta romana di stanza nella vicina Ravenna. Con il decadere dell’Impero Romano e il conseguente spostamento della capitale e della flotta a Costantinopoli la Villa cadde in uno stato di decadenza. Tra il V e il VI secolo la Villa tornò a essere un centro nevralgico, parallelamente allo spostamento della capitale romana a Ravenna, ma, già sul finire del VII secolo, venne definitivamente abbandonata. I resti dell’abitazione sono stati riscoperti solamente nel 1939, per poi essere riportati in superficie intorno al 1950. Ad oggi la Villa è un museo che ospita anche un laboratorio di restauro e un’area didattica.
Focus narrativi
In origine la Villa era un podere a conduzione prevalentemente familiare, molto probabilmente dato da Roma a un soldato congedato dall’esercito. A quel tempo, infatti, per garantire l’autosufficienza dei reduci che avevano terminato il loro servizio militare, e anche per espandere i terreni coltivati insediando cittadini in territori appena conquistati, veniva donato ai soldati non solo un pezzo di terra, ma anche un insieme di beni necessari per il suo mantenimento. Infatti, ai soldati veniva anche costruita una casa colonica nell’appezzamento e venivano forniti animali, strumenti di lavoro e anche schiavi.
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Il periodo di massimo splendore della Villa fu tra il I e il II Secolo d.C., periodo durante il quale forniva rifornimenti alla flotta romana stanziata nel porto di Ravenna. A quel tempo la Villa era assimilabile a un latifondo vero e proprio in cui la zona padronale era separata da quella produttiva. Della prima zona rimane perfettamente conservata l’intera pianta, tipica del periodo romano: un edificio centrale con molte stanze che circonda un grande cortile interno porticato. In questa parte della Villa abitavano il padrone e la sua famiglia. Sono anche arrivate ai giorni nostri gran parte delle pavimentazioni, quasi tutte composte di mosaici bianchi e neri, e alcune pitture delle pareti, raffiguranti ambienti naturali o animali.
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La zona produttiva, situata nella parte a sud e a est della Villa, è composta da una serie di stanze adibite alla lavorazione dei prodotti dei campi, oltre che magazzini e impianti idrici. Infatti, sono stati trovati numerosi resti di macine, fornaci e attrezzi per la cucina, che lasciano intuire le funzioni di queste stanze. Non mancano anche le tracce delle abitazioni degli altri abitanti della villa, in particolare sono stati trovati reperti di quella che sembra essere la casa del fattore (procurator), soggetto incaricato del controllo e della gestione dei campi. La zona produttiva comprende anche una cisterna per l’acqua e un impianto termale, riscoperto solo negli scavi del 1989-1990, dotato di un complesso sistema per il riscaldamento.
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Molti dei materiali rinvenuti duranti gli scavi della Villa sono esposti nell’Antiquarium del Comune di Russi, comprese terrecotte, utensili di metallo, vasi di vetro e ceramica e alcuni intonaci dipinti. La Villa stessa, oltre a essere un sito archeologico visitabile, ospita frequentemente dei laboratori indirizzati a studenti di classi elementari con cui è possibile conoscere il sito archeologico e simulare degli scavi. La presenza, inoltre, di un’aula e di un laboratorio di restauro permettono di poter gestire sia lezioni sulla storia della Villa, sia esperienze pratiche con i manufatti rinvenuti.
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L’intera area archeologica della Villa è circondata da un’oasi naturale WWF estesa per 13 ettari. L’oasi naturale comprende il bacino di una vecchia cava d’argilla che si trovava nei pressi della Villa. L’oasi è composta da molteplici micro-ecosistemi che danno sfoggio di tutta la biodiversità della regione, passando da zone paludose e a stretto contatto con l’acqua ad ambienti più boschivi.
Spunti videoludici
Data l’ampiezza del complesso della Villa di Russi, questa si presta molto bene ad essere una perfetta area di gioco. Sarebbe possibile, infatti, ambientare un videogioco, o una sua parte almeno, nella Villa durante il periodo del suo massimo splendore, ricostruendola basandosi sulla pianta degli scavi archeologici. In questo modo, creando magari una trama a tema horror o thriller, sarebbe possibile esplorarla dal punto di vista del padrone o di un umile schiavo, scoprendone ogni stanza e mistero, interagendo con gli abitanti e trovando così aiuti e missioni secondarie. In alternativa, si potrebbe pensare di utilizzare la Villa come ambientazione di un gestionale, magari proprio basato sulla gestione del latifondo o del podere preesistente, e finalizzato all’ottimizzazione di processi e risorse.
Fonti e link
[Bibliografia]
– Mansuelli G., La Villa Romana di Russi, Faenza, Stabilimento grafico Fratelli Lega, 1962.
[Sitografia]
Romagna d’Este
ArcheoBologna
Polo Museale Emilia-Romagna