Descrizione
Villa Fabri, circondata da un tipico paesaggio umbro costellato di ulivi e ubicata a metà collina, appena fuori dalla Porta del Lago di Trevi, ha visto la luce nel Seicento. Fu Girolamo Fabri a ordinarne la costruzione “per sollievo della sua vecchiaia, a gioia dei posteri e del paese”.
Il grande giardino conta tre terrazzamenti a parterre ed è incorniciato, a sud-est, da un orto di ulivi (“la chiusa”); tra gli alberi che lo adornano in ordine sparso soprattutto tigli, cipressi e lecci. Gli opulenti interni e il maestoso spazio verde che la circonda fanno di Villa Fabri un suggestivo e imponente complesso abitativo nobiliare.
Cenni storici
Gerolamo Fabri ne ordina la costruzione verso la fine del Cinquecento, “per sollievo della sua vecchiaia, a gioia dei posteri e del paese, con ampia vista sulla amena valle spoletana, in vicinanza della città di Trevi, circondata da ogni parte da grandi alberi e ridente giardino”. Viene inaugurata nel 1603. Passa nel 1638 ai figli di Gerolamo, per diritto di successione. Acquistata nel 1676 dalla famiglia del Onori-Roncalli, di Foligno, passa di casata in casata fino ai conti della Porta di Roma. Nel 1891 la villa viene acquistata da Monsignor Giuseppe Giovanni Hais, Vescovo di Hradec Kralove, che ne amplia l’ala destra per il collegio Boemo. Dal 1988 ospita nel periodo estivo il Pontificio Collegio Etiopico, infine viene venduta a privati e da questi al Comune di Trevi.
Focus narrativi
Nell’atrio dell’edificio, al centro della volta, spicca la scritta “Invidiam Calco et Fortunam Supero” (“schiaccio l’invidia e conquisto la fortuna”).
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In una finta porta della prima sala, la più ampia, è dipinta una figura umana in atto di affacciarsi che crea un’evocativa illusione prospettica.
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Le sale della villa sono affrescate da innumerevoli dipinti a tema e sono: la Sala della Religione, la Sala del Profeta Daniele, quella delle Quattro Sante e quella degli Eremiti.
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La Cappella dei Boemi, costruita con la sovrintendenza del Collegio, è decorata nello stile della scuola di Beuron, che si ispira a modelli egizi, greci, romani e bizantini e getta ponti significativi verso l’art nouveau e la modernità pittorica.
Spunti videoludici
Spunto videoludico a cura di Lorenzo Bertola
La villa potrebbe fare da scenario a due generi di giochi. Il primo è l’avventura a stampo narrativo, sulla scia della saga di Uncharted (gioco che in passato è già stato ambientato in una villa italiana). Si potrebbe partire da un’arrampicata sulle rocce per raggiungere il parco della villa, e godere durante la scalata del bellissimo panorama con le colline. Una volta raggiunti i terrazzamenti del parco ci si potrebbe servire degli alberi e degli altri elementi presenti come postazioni o ripari per mettersi al sicuro dai colpi dei nemici, magari durante una sparatoria. La scalinata principale che divide i due terrazzamenti più alti è poi lo scenario perfetto per un momento narrativamente culminante o per una boss fight.
“Il telamone lapidello” (una notabile statua del giardino) potrebbe fungere da interruttore per entrare nella villa o come enigma o tesoro da risolvere e da trovare. L’ingresso nella villa potrebbe passare dalla porta principale oppure dalle finestre, utilizzando balconi e graffiti per effettuare una scalata in stile Assassin’s Creed. Di nuovo, la scalata può essere una buona occasione per ammirare il panorama circostante.
Gli interni di Villa Fabri, ricco di potenziali enigmi da risolvere attraverso quadri da spostare, chiavi da trovare, potrebbero strutturare un complicato percorso che culmini col raggiungimento della Cappella, meta ultima del viaggio del personaggio.
Un secondo genere è quello del survival horror classico, che trasformi la villa in un luogo stregato ed enigmatico, ricolmo di minacce mostruose.
Fonti e link
[Bibliografia]
Alberto Durante, Ville parchi e giardini in Umbria, Roma, Pieraldo Editore, 2000
[Sitografia]
Trevi Turismo
Fondazione Villa Fabri
[Scheda Umbria Cultura]
Villa Fabri
Scheda proposta da e realizzata in collaborazione con Lorenzo Bertola nell’ambito del format “Loading Umbria”