Descrizione
Potremo un giorno avere la prova che esistono altre forme di vita al di fuori della Terra? La moderna esobiologia nasce con le straordinarie osservazioni di Marte compiute a Milano da Schiaparelli sul finire dell’Ottocento. Il pianeta mostra per la prima volta il suo volto, ed è sconvolgente: una superficie desertica, priva di acqua, ma ricca di strutture geologiche forse naturali forse artificiali. È quindi da Brera che ha inizio il mito dei marziani; grazie a questo strumento, il più grande del suo tipo mai esistito in Italia, e alla perizia del più famoso astronomo italiano del XIX secolo. Il Telescopio è esposto presso il Museo della Scienza di Milano.
Cenni storici
Fortemente voluto da Giovanni Virginio Schiaparelli, direttore dell’Osservatorio Astronomico di Brera dal 1862 al 1900, il telescopio Merz-Repsold (allora uno dei più grandi e potenti in Europa) viene finanziato nel 1878 dal Parlamento italiano e giunge a Brera nel 1882. L’ingente investimento di 250 mila lire (equivalenti a poco più di 1 milione di euro di oggi), approvato malgrado le difficoltà economiche del Paese all’indomani dell’Unità, rende l’Osservatorio fra i più avanzati del mondo. Lo strumento viene utilizzato tra il 1886 e il 1890 per approfondire gli studi su Marte che l’astronomo ha avviato qualche anno prima con un altro telescopio Merz di dimensioni inferiori.
Il telescopio, costruito da una collaborazione tra le officine tedesche Merz (per la parte ottica) e Repsold (per la montatura), ha una lente obiettiva di diametro pari a 49 centimetri (oggi non più presente), una lunghezza focale di 7 metri ed è caratterizzato da una colonna di supporto alta circa 5 metri. Il peso totale del telescopio si aggira intorno alle 7 tonnellate.
Focus narrativi
A questo strumento sono legate le osservazioni del Pianeta Rosso che, per la loro precisione e dettaglio, segnano un punto di svolta nella studio dei pianeti. Le mappe di Marte disegnate da Schiaparelli mostrano la presenza di “canali”, che danno vita ad un acceso dibattito tra gli scienziati sull’esistenza di acqua, di vegetazione e addirittura di vita intelligente sul pianeta. Mentre Schiaparelli resta cauto nell’ipotizzare quale possa essere la natura dei canali, altri astronomi si sbilanciano in interpretazioni ardite.
Il dibattito va ben oltre l’ambito scientifico, per invadere quello sociologico e di costume. Ad esso è indissolubilmente legata la nascita del mito dei marziani. Solo molti anni dopo ci si rende conto che i dettagli della superficie del pianeta sono frutto di illusione ottica. Schiaparelli è infatti vittima di un fenomeno percettivo oggi ben noto, per il quale il cervello umano tende a dare una struttura geometrica definita anche ai particolari che sono colti dall’occhio in modo vago e indistinto.
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La famiglia Schiap(p)arelli. La storia della famiglia Schiaparelli, una famiglia piemontese molto in auge nell’Ottocento inizia con Clemente Schiaparelli, nonno di Giovanni, che nel 1824, fonda con suo fratello Giovanni Battista Schiapparelli (grafia con 2 p, per un errore di trascrizione del parroco), una delle maggiori industrie farmaceutiche italiane. Dei fratelli di Giovanni Virginio Schiaparelli ricordiamo: Eugenio, che muore volontario nella battaglia di San Martino e Solferino il 24 giugno 1859; Celestino, direttore della biblioteca della Accademia dei Lincei (e padre di Elsa Schiaparelli). Il cugino Ernesto fu direttore del Museo egizio di Torino. La nipote Elsa, una delle stiliste più innovative di tutti i tempi, nel 1937 all’astronomia dedica un’intera collezione: “Un abito Schiaparelli è come un quadro di arte moderna”, scriverà il New Yorker nel 1932 (testo a cura di Ilaria Arosio e Stefano Sandrelli, INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica)
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La medium Eusapia Palladino. Giovanni Schiaparelli partecipò a un comitato scientifico, presieduto tra gli altri anche dal celebre Cesare Lombroso, per verificare la veridicità o meno delle doti di Eusapia Palladino, spiritista e medium particolarmente attiva tra fine Ottocento e inizio Novecento. Approfondisci la storia.
Spunti videoludici
I marziani sono un tema caro al genere della fantascienza, sia essa letteraria, cinematografica o videoludica. L’alieno, per definizione, apre a due possibili percorsi: l’incontro con l’altro può essere amichevole e cooperativo, oppure portare a uno scontro tra civiltà, all’invasione e al conflitto. I videogiochi guardano sovente alla fantascienza, declinata di volta in volta in generi e meccaniche differenti.
La storia della famiglia Schiaparelli, per eclettismo dei propri membri, riporta alla mente esperienze ludiche à la What Remains of Edith Finch (Giant Sparrow, 2017). Nel percorso intimista sempre più spesso imboccato dai videogiochi, la famiglia Schiaparelli offre spunti notevoli.
Fonti e link
[Bibliografia]
Miotto Enrico, Tagliaferri Guido, Tucci Pasquale, La strumentazione nella storia dell’Osservatorio Astronomico di Brera, Edizioni Unicopli – Università degli Studi di Milano, 1989
Kranjc Aldo, Tagliaferri Guido, Tucci Pasquale, Valota Renato, Da Brera a Marte. Storia dell’Osservatorio Astronomico di Milano, Nuovo Banco Ambrosiano – IGDA Officine Grafiche, 1983
Buccellati Graziella, a cura di, I cieli di Brera: astronomia da Tolomeo a Balla, Università degli studi di Milano, 2000
Carpino Mario, Osservatorio Astronomico di Brera. Breve storia attraverso i suoi strumenti, Scienza Express edizioni, 2011
Carpino Mario, “The Merz refractors at the Brera Astronomical Observatory”, in Merz telescopes. A global heritage worth preserving, a cura di Ileana Chinnici, Springer, 2017, pp. 87-100
[Sitografia]
Museo della Scienza
INAF Brera