Descrizione
Il Teatro Comunale di Bologna, con la caratteristica forma a campana, a quattro ordini di palchi, un palco reale e il loggione, è conosciuto per la qualità dei suoi spettacoli, l’importanza degli artisti che calcano le sue scene e la perfetta acustica della Sala Bibiena che ne fa una delle migliori in Europa.
Bologna vanta una cultura musicale ricca, tanto da esser stata nominata dall’Unesco città creativa della Musica: diversi compositori, tra cui Mozart e Rossini hanno infatti vissuto e studiato in città per alcuni anni.
Nel 1867, poco dopo la prima a Parigi, il Don Carlo di Verdi ebbe la prima rappresentazione italiana proprio al Comunale di Bologna; fu anche il primo teatro in Italia a mettere in scena alcune opere di Wagner come Lohengrin, Tannhauser, Il vascello fantasma, Tristano e Isotta e Parsifal.
Tra alcuni grandi direttori di orchestra che hanno diretto al Comunale si ricordano, Toscanini, Furtwängler, von Karajan, Solti e, ai giorni nostri, Abbado, Chailly, Sinopoli, Muti, Gatti e Jurowski; nel XX secolo poi si sono esibiti cantanti quali Schipa, Stignani, Gigli, Del Monaco, Di Stefano, Tebaldi e, più recentemente, Horne, Freni, Bruson, Pavarotti.
Cenni storici
Dopo l’incendio nel 1745 del teatrino privato di Palazzo Malvezzi e data l’inagibilità del teatro pubblico nel Palazzo del Podestà in Piazza Maggiore, nel 1756 il senato bolognese, grazie anche all’aiuto del bolognese cardinal Lambertini, futuro Papa Benedetto XIV, decise la costruzione di un nuovo teatro; i lavori, affidati all’architetto e scenografo Antonio Galli Bibiena, si conclusero nel 1763 quando il teatro venne inaugurato con Il trionfo di Clelia di Gluck su libretto di Metastasio. Il Teatro Comunale di Bologna rappresenta perciò il primo caso di teatro costruito con fondi pubblici e affittato dall’autorità cittadina.
Importanti lavori di restauro avvennero tra il 1818 e il 1820, tra il 1852 e il 1853 e infine tra il 1865 e il 1866. Nel 1931 un incendio distrusse il palcoscenico e altre parti del teatro; fortunatamente il sipario metallico, calato dopo la prova generale dell’opera lirica La vedova scaltra di Ermanno Wolf-Ferrari, impedì al fuoco di estendersi anche in sala.
Focus narrativi
Il Teatro Comunale è stato costruito sul luogo dove un tempo si ergeva il Palazzo dei Bentivoglio descritto spesso come uno dei più bei palazzi rinascimentali di una famiglia signorile italiana. Chiamato anche “domus aurea” perché i capitelli e i cornicioni erano ricoperti di foglia d’oro, conservava al suo interno affreschi di Lorenzo Costa e Francesco Francia. Venne distrutto da una rivolta popolare sostenuta dai nemici dei Bentivoglio, la famiglia Marescotti e il Papa, nel 1507; proprio da quell’episodio prende il nome la via che sorge a fianco del teatro comunale, “via del guasto”.
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Come detto, fu stretto il legame tra il compositore tedesco Richard Wagner e il Comunale che fu il primo teatro italiano a mettere in scena diverse sue opere, tanto che Bologna acquisì la fama di città “wagneriana” e a Wagner venne anche data la cittadinanza onoraria; da qui la rivalità del Comunale col Teatro alla Scala di Milano dove invece venivano messe in scena le opere di Verdi, lo storico rivale di Wagner.
Durante la terza replica del Lohengrin di Wagner al Comunale di Bologna, Verdi era seduto in anonimato sul fondo di un palco avendo con sé uno spartito del suo rivale dove annotò diversi giudizi negativi; riconosciuto da un agente che gridò “Viva Verdi”, scattò l’ovazione del pubblico presente al Teatro verso il cigno di Busseto.
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Nel 1931 al Teatro Comunale di Bologna avvenne un episodio che riguardò il celeberrimo direttore Arturo Toscanini e che lo portò ad abbandonare l’Italia e non a tornarvi più se non alla caduta del regime fascista e alla fine della Seconda guerra mondiale. Il 14 maggio di quell’anno Toscanini, che avrebbe dovuto dirigere a Bologna un concerto in memoria del compositore e direttore Martucci alla presenza di Ciano, Arpinati e altri gerarchi fascisti, si rifiutò di eseguire l’inno fascista Giovinezza e la Marcia Reale e per questo all’ingresso del teatro venne circondato, aggredito, schiaffeggiato e buttato a terra da un gruppo di camice nere.
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Degno di nota è l’imponente meccanismo ligneo del sottoplatea, progettato da Filippo Ferrari nei primi anni dell’Ottocento durante lavori di rinnovamento tecnico dei quali fu oggetto il Teatro Comunale in concorrenza con il Teatro del Corso, inaugurato nel 1805 nell’attuale via Santo Stefano e andato distrutto durante i bombardamenti del 1944. L’apparato meccanico, oggi bloccato ma tuttora potenzialmente funzionante, consentiva il sollevamento della platea fino al livello del palcoscenico, permettendo così di avere una continuità del piano di calpestio, utile nel caso di veglioni, balli, feste ed eventi speciali come il carnevale.
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Il Teatro Comunale è ancora oggi al centro di un concorso di idee con l’obiettivo di acquisire proposte per il rinnovo e la valorizzazione dello stesso in grado di migliorarne il funzionamento e l’accessibilità, di ampliarne gli spazi destinati al personale del teatro e ai servizi per lo spettacolo e in generale di ridefinire il rapporto del Teatro con il contesto fisico e sociale della zona universitaria in cui sorge; dal 20 giugno al 16 settembre del 2019 è stato così aperto il concorso internazionale di idee, promosso dal Comune di Bologna, “R-Accordi in Teatro”, che ha visto l’accoglimento di 15 proposte delle quali 5 premiate (primi tre classificati più due menzioni) in quanto più di tutte in grado di ridisegnare il Teatro in un’ottica di maggior apertura verso la città, migliorando la vivibilità della zona universitaria e valorizzando l’edificio storico.
Spunti videoludici
Considerando il particolare impianto architettonico, i teatri si prestano a caratterizzare sin dall’ambiente di gioco il genere videoludico e il titolo che si vuole proporre. L’importanza del Teatro Comunale di Bologna, a livello nazionale ed europeo, lo rende particolarmente interessante come ambiente musicale per antonomasia. Gli splendidi spazi del Teatro potrebbero dunque fare da sfondo a un videogame musicale: la presenza di celebri musicisti e direttori può arricchire storicamente le dinamiche ludiche di un titolo di questo tipo: si può immaginare, per esempio, un rhythm game in cui l’obiettivo sia quello di ricomporre sonoricamente gli spartiti delle opere wagneriane rappresentate nel Teatro, prevedendo eventualmente il ritrovamento preventivo degli spartiti all’interno delle diverse location del Comunale (prevedendo eventualmente lo sblocco di schede informative sulle opere). I congegni meccanici presenti nel Teatro possono aggiungere interesse alle dinamiche di ritrovamento.
La storia del Teatro Comunale di Bologna si caratterizza per il passaggio di celebri musicisti e direttori d’orchestra (spesso in competizione reciproca, cfr. Wagner vs Verdi, o in conflitto con l’ambiente storico-sociale, cfr. Toscanini vs fascismo), e per la “contesa” con il teatro La Scala di Milano. La presenza di queste “tensioni” è sicuramente un ottimo spunto narrativo per la realizzazione di un gioco d’impianto storico-musicale che segua le vicende di uno dei grandi protagonisti dell’epoca e che faccia del Teatro Comunale un’arena prestigiosa di queste scontri.
Fonti e link
[Bibliografia]
– Antonelli, A., Poli, M., Il palazzo dei Bentivoglio nelle fonti del tempo, Venezia, Marsilio, 2006;
– Mariani, M. M., “Il teatro comunale di Bologna”, in Mariani, M. M., Dietro le quinte dello spettacolo: economia e management del teatro musicale, Milano, Angeli, 2008, pp. 141-176;
– Mioli, P., Vannini, C., Teatro comunale di Bologna, Bologna, Scripta Maneant, 2019;
– Ugolini C., (a cura di), Il teatro per la città, Bologna, Compositori, 1998.
[Sitografia]
Fondazione innovazione urbana
[Scheda Film Commission]
Emilia-Romagna Film Commission