Sirmione

Sirmione

Descrizione

La penisola di Sirmione è un affascinante microcosmo proteso per quattro chilometri sul basso lago di Garda. La storia della penisola è legata principalmente a quella militare della regione, testimoniata dalla fortezza scaligera che funge da accesso alla penisola. In epoca moderna è divenuta meta turistica e termale.

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Cenni storici

Le prime tracce di insediamento umano della penisola sembrano risalire all’Età del Bronzo. Sirmione vide il suo sviluppo in epoca romana, come sostiene Elisabetta Roffia: “quale sede di ville di lusso per i suoi valori paesaggistici e ambientali”. Tracce di una Sermione Mansio si hanno nell’Itinerarium Antonini e di una Mansio Ad Flexum nell’Itinerarium Burdigalense.

Tra le testimonianze più importanti della presenza romana a Sirmione rimangono due ville antiche, una sita in via Antiche Mura, l’altra nota come “Grotte di Catullo”. In epoca tardo-imperiale, la Lugana di Sirmione (area di terraferma facente parte del territorio di Sirmione) è stata teatro di importanti battaglie.

Tracce archeologiche nella zona della Lugana e nel centro storico di Sirmione rivelano un passato illustre per la piccola penisola, oltre a diverse ville mosaicate (una delle quali, in piazzetta dei Mosaici, distrutta nel 1959).

Nel 1197 Sirmione si lega alla giurisdizione di Verona entrando così nell’area di influenza degli Scaligeri che ne otterranno presto il patronato. Il 12 novembre 1276, Alberto Della Scala e Pinamonte Bonacolsi occuparono Sirmione allo scopo di catturare i Catari che ne avevano fatto una roccaforte dell’eresia. Sotto il dominio degli Scaligeri, inoltre, viene edificato il celebre castello che rimase una postazione di difesa nevralgica fino al sec. XVI.

Sirmione venne occupata dalle truppe napoleoniche nel 1797 entrando a far parte della Repubblica Cisalpina e rimase sotto il dominio napoleonico fino al Congresso di Vienna, dopo il quale confluì nella Repubblica Lombardo-Veneta sotto il controllo asburgico. Sirmione fu poi occupata dalle truppe piemontesi e annessa al Regno di Sardegna a seguito della battaglia di Solferino e San Martino per poi confluire nel Regno d’Italia dopo la terza guerra d’indipendenza.

Sul fare del sec. XIX le acque di una fonte termale nota sin dal Cinquecento, vennero incanalate permettendo così la trasformazione di Sirmione in località termale.

Focus narrativi

Le Grotte di Catullo sono il complesso di resti di un’antica villa romana la cui costruzione è databile tra sec. I a.C. e il sec. I d.C. Il nome di “grotte di Catullo” è riportato per la prima volta dal diarista veneziano quattrocentesco Marin Sanudo il giovane. L’associazione con il poeta romano è legata con la riscoperta quattrocentesca delle liriche di Gaio Valerio Catullo. Nel Carme 31, infatti, Catullo descrive il suo ritorno a Sirmione con grande gioia, in opposizione alla prima parte dell’età adulta passata a Roma. Il legame con il poeta ha contribuito a creare il fascino mitico della villa, che ha ispirato la fantasia dei visitatori fin dal Rinascimento. Indagini condotte all’inizio degli anni Novanta hanno fatto risalire i resti della villa ai primi decenni del I sec. d.C., appartenenti alla struttura di un edificio difficilmente databile ma che potrebbe ragionevolmente risalire al I sec. a.C. Tracce numismatiche fanno ipotizzare che la vita della villa sia proseguita fino al sec. IV d.C., età oltre il quale ospitò una necropoli. Nel saggio Sirmione in età romana Elisabetta Roffia dichiara in proposito: “Certo nella seconda metà del IV secolo qualche avvenimento a noi sconosciuto deve aver provocato l’incendio e il successivo crollo delle strutture cui seguì l’abbandono progressivo dell’edificio”.
La villa si trova all’estremità settentrionale della penisola, dopo l’abbandono è stata inghiottita per buona parte dalla foresta circostante – questo dovrebbe essere il motivo dell’appellativo di “grotte” – sino alla riscoperta in epoca napoleonica per opera di Girolamo Orti Manara che nel 1856 diede il via agli scavi archeologici.
La villa rappresenta uno degli esempi maggiori di edilizia residenziale romana nell’area dell’Italia settentrionale.

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Il Castello Scaligero è una delle fortificazioni meglio conservate in Italia. Il castello funge da punto d’accesso al centro storico di Sirmione. La costruzione avvenne per volontà di Mastino della Scala, sui resti di un castrum romano la cui esistenza era attestata in periodo longobardo; trovandosi ai confini del potentato scaligero, il castello ricopriva un importante ruolo di avamposto difensivo, funzione che mantenne anche durante il dominio della Repubblica di Venezia fino al riordino delle fortificazioni del Basso Garda operato dalla Serenissima nel sec. XVI. Di poco successiva al castello è la darsena fortificata.

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Il poemetto Sirmio, del poeta Alessandro Zappata (1860-1929) narra la storia del drago Sirmio, terrore delle rive del Benaco e divoratore di carne umana. Innamoratosi di una ninfa di grande bellezza, si presentò alla fanciulla con le sembianze di un cavaliere. Nove mesi dopo la ninfa partorì un drago, lo sgomento la pietrificò e Sirmio si gettò fiammeggiante nelle acque del lago.

Spunti videoludici

Attualmente la penisola di Sirmione appare come una località votata alla ricezione turistica; tuttavia il variegato contesto storico (il periodo romano, il dominio scaligero, il successivo passaggio alla Serenissima ma anche, in epoca moderna, l’utilizzo della sorgente termale) e, soprattutto, la conformazione geografica la rendono il contesto perfetto per un’opera videoludica che necessiti di un microcosmo in sé variegato e concluso. Il Castello scaligero, infatti, rappresenta l’unico punto d’accesso terrestre alla penisola: trovandosi nella parte della penisola potrebbe essere il punto di partenza per un’esplorazione il cui termine potrebbe essere l’area archeologica delle Grotte di Catullo, oppure, chissà, di un fps o di un survival horror il cui obiettivo è fuggire dalla penisola.

[Bibliografia]
Criniti N. (a cura di), Catullo e Sirmione. Società e cultura della “Cisalpina” alle soglie dell’impero, Brescia, Grafo, 1994
Criniti N. (a cura di), Sermione mansio. Società e cultura della “Cisalpina” tra tarda antichità e medioevo, Brescia, Grafo, 1995
Criniti N. (a cura di), Comune Sermioni. Società e cultura della “Cisalpina” dopo l’anno Mille, Brescia, Grafo 1998
Criniti N. (a cura di), Terre nostre Sermioni. Società e cultura della “Cisalpina” verso il Duemila, Brescia, Grafo, 1999

[Sitografia]
Lombardia Beni Culturali

[Scheda Film Commission]
Lombardia Film Commission

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