Seborga

Descrizione

Seborga è un piccolo comune italiano nella provincia di Imperia, in Liguria. A partire dagli anni Cinquanta il borgo rivendica l’indipendenza dallo Stato italiano, dichiarandosi un principato autonomo: tuttora elegge il suo principe, promulga le sue leggi e conia la propria moneta.

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Cenni storici

La prime tracce storiche di Seborga risalgono al V secolo a.C., quando a causa delle frequenti scorrerie dei pirati gli abitanti delle coste liguri si rifugiarono nell’entroterra. Intorno al 250 a.C. la zona occidentale della Liguria venne conquistata dai romani, che censirono gli insediamenti presenti e li ribattezzarono burga.

Nei secoli successivi si avvicendarono le invasioni di popoli barbari, ostrogoti e bizantini, fino al 643 d.C. quando la zona venne conquistata dal re longobardo Rotari.

All’inizio del VII secolo dato l’intensificarsi degli assalti dei saraceni molti burga vennero fortificati e trasformati in castra, e tra questi Seborga. Quando il regno longobardo venne annesso all’impero carolingio, nell’VIII secolo, Seborga diventò parte della Contea di Ventimiglia.

Nel 954 d.C. il conte Guidone, in procinto di partire per le crociate, decise di donare il territorio ai monaci benedettini dell’Abbazia di Sant’Onorato di Lerino. A partire dal 1079 d.C., grazie all’autorizzazione papale, gli abati di Lerino cominciarono ad utilizzare il titolo di Principi-Abati di Seborga.

Nel 1261 Giacomo Costa cominciò la stesura degli “Statuti e Regolamenti”, nei quali pare si potesse leggere per la prima volta quello che diventerà il motto distintivo del feudo: sub umbra sedi (“Mi sono riposato sotto l’ombra”).

Nel 1666 il Principe-Abate Cesare Barcillon decise di aprire una zecca per battere le monete del principato, i luigini. La produzione del conio venne interrotta nel 1688 per poi riprendere negli anni ’90 del Novecento, quando il Principe Giorgio I ricominciò l’emissione di luigini.

Nel 1729 il principato viene acquistato in via non ufficiale dal Re di Sardegna. In mancanza di una clausola relativa al passaggio della sovranità, gli abitanti di Seborga la considerano ricaduta legalmente su di loro: a partire da questa tesi essi rivendicano la propria indipendenza. L’annessione al Regno d’Italia (1861) e alla Repubblica Italiana (1946) vengono dunque considerati dai seborghini come atti prevaricatori e illegittimi.

Focus narrativi

Seborga ospita una piccola chiesa dedicata a San Bernardo. Alcune leggende narrano che il santo da Chiaravalle visitò il comune nel 1117 e nella chiesa investì i primi nove cavalieri templari che partirono alla volta di Gerusalemme per difendere i pellegrini durante i loro viaggi verso i luoghi sacri della cristianità.

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Nelle campagne limitrofe, percorrendo una stretta galleria lunga 25 metri, è possibile visitare una sorgente di acqua purissima. Secondo alcuni studi questa sorgente veniva utilizzata come fonte battesimale per l’investitura dei nuovi cavalieri o come luogo di ritiro spirituale, a circondare la fonte sono presenti due file di posti a sedere scavati nella roccia.

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Il principato conia una moneta, il Luigino (chiamate come le monete prodotte nel XVII secolo). Questa valuta non ha alcun valore legale, tuttavia viene utilizzata come credito spendibile nel comune.

Spunti videoludici

La storia del principato è sicuramente un punto di partenza per narrare sotto lenti videoludiche una storia di una piccola comunità che tuttora è in cerca della propria indipendenza. Le leggende che legano l’ordine dei cavalieri templari e i loro riti a Seborga possono aggiungere una nota di mistero e fascino ad una già interessante storia. Gli sviluppatori possono capovolgere le aspettative che riguardano questo genere di narrazione e raccontare la Seborga di oggi e le problematiche di relazione con l’Italia e gli altri stati.

[Bibliografia]
G. Ottolenghi, Seborga. Ieri oggi domani. Storia e realtà fra miti e leggende, Casabianca, Sanremo 1996

[Sitografia]
Portale Turistico Seborga
Principato di Seborga

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