Descrizione
Capolavoro dell’arte etrusca in terracotta, famoso nel mondo. Formato da una cassa a forma di letto da convito (kline) e da un coperchio con la rappresentazione di una coppia coniugale semidistesa a banchetto, alla moda orientale, il sarcofago è in realtà un’urna cineraria destinata ad accogliere le ceneri di due defunti. Il reperto è conservato al Museo Nazionale di Villa Giulia.
Cenni storici
Il Sarcofago degli Sposi fu trovato nel 1881 in una tomba della Banditaccia, allora di proprietà dei Principi Ruspoli, dai quali Felice Barnabei, fondatore del Museo, lo acquistò rotto in più di 400 frammenti.
Datato tra il 530 e il 520 a.C., il sarcofago mostra caratteri stilistici propri di quella corrente artistica cosiddetta ionica che, avviata da artigiani provenienti dalle città greche dell’Asia minore, domina in Etruria nella seconda metà del VI secolo.
Focus narrativi
L’uomo con il busto nudo e il resto del corpo coperto dal mantello cinge con gesto amoroso le spalle della donna, abbigliata con cappello e calzature con la punta rialzata; entrambi nelle mani tenevano vasi o altri oggetti da mensa, non conservati. La costruzione del Sarcofago ci narra qualcosa della società etrusca: la donna era infatti tenuta in notevole considerazione e l’atteggiamento dell’uomo nei confronti della figura femminile esalta questo positivo rispetto.
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Nella rappresentazione della coppia a banchetto, tema tanto frequente nei monumenti funerari, è colto un momento importante della vita aristocratica etrusca, che esaltava il rango e l’opulenza e rifletteva antichi ideali e forme rituali derivate dal mondo greco omerico.
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L’opera, modellata in un unico momento, ma tagliata verticalmente in due metà per evitare danni durante la cottura, in origine doveva essere ravvivata da forti colori di cui resta traccia sulle gambe del letto conviviale, colori che in parte si conservano nel sarcofago gemello, anch’esso da Cerveteri, al Museo del Louvre di Parigi dal 1863. L’attenzione dello scultore è concentrata sulle teste dalla nuca molto arrotondata, sui volti dall’ovale sfinato con gli occhi allungati, mentre la struttura dei corpi è nascosta da un panneggio dalle linee fluide, di grande raffinatezza anche nei dettagli.
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Esiste anche un terzo sarcofago, che il British Museum acquistò nel 1873 dall’antiquario Alessandro Castellani. Peccato si trattasse di un falso.
Spunti videoludici
Il Sarcofago degli Sposi è stato avvistato in Uncharted 4, nella casa-museo in cui Nathan fa irruzioni da ragazzo. Il fatto che Naughty Dog abbia attinto dall’immaginario etrusco la dice lunga sulla celebrità di questo meraviglioso reperto. Da notare, tuttavia, che la versione rappresentata nel gioco sembri più modellata sulla copia esposta al Louvre.
L’esistenza di diverse copie del Sarcofago, compreso il falso di Castellani, consente di giocare sul tema delle somiglianze, in un eventuale puzzle game a sfondo storico. Da non sottovalutare la componente narrativa connessa al Sarcofago: non solo la storia d’amore della coppia raffigurata, ma anche i retroscena connessi alla rappresentazione della figura femminile nella società etrusca. In un contesto, quello videoludico, in cui la rappresentazione della donna è ancora oggetto di ampi dibattiti e riflessioni, il Sarcofago può assumere connotati interessanti.