Descrizione
Il territorio del Comune di San Mauro Pascoli è compreso tra i fiumi Rubicone e Uso e una piccola porzione (San Mauro Mare) si affaccia sul Mar Adriatico. La storia del paese risulta influenzata soprattutto dalle vicende della famiglia del poeta Giovanni Pascoli, dall’omicidio del padre e dalle continue rievocazioni dei luoghi del paese natio nella sua produzione letteraria.
Cenni storici
Recenti scavi hanno evidenziato la presenza di antichi insediamenti risalenti al Neolitico (5000 a.C.); le prime fonti storiche che ci sono giunte attestano le origini del primo centro abitato nel 1191: un documento in cui si cita il luogo come “Fundum Sancti Mauri”.
Facente parte del territorio di giurisdizione di Savignano, nel corso del Medioevo e dell’Età Moderna si alternarono diverse signorie, tra cui i Malatesta e gli Zampeschi, che lo amministrarono come feudo nel XVI secolo. Si verificarono alterne vicende in cui San Mauro venne più volte assegnato a famiglie nobili o incorporato nelle giurisdizioni di Savignano o in quelle papali.
Tra il 1700 e il 1800, una presenza significativa per tutto il territorio (in termini di ricchezza) fu quella della ricca famiglia dei Torlonia, che fondò una tenuta agricola chiamata “La Torre” ai confini del paese.
Nel 1827 divenne comune autonomo e nel 1932 cambiò la propria denominazione in San Mauro Pascoli, in onore del famoso poeta che nacque e trascorse l’infanzia nel paese.
Durante la Seconda guerra mondiale fu distrutto quasi completamente e poi ricostruito nel dopoguerra.
Focus narrativi
Un curioso episodio viene evidenziato da un documento storico datato 1596, in cui gli abitanti di San Mauro scrissero a Papa Clemente VIII lamentando le discriminazioni subite da parte dei vicini di Savignano: questi apostrofavano “zingari” i sanmauresi facendo riferimento alle loro origini nomadi e al loro stabilirsi sul territorio dopo le invasioni barbariche. Un episodio di razzismo in Età Moderna o semplice campanilismo?
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A San Mauro nacque e visse fino all’età di sette anni il poeta Giovanni Pascoli. Il padre Ruggero fu l’amministratore della fattoria della splendida tenuta “La Torre” (Villa Torlonia) dal 1854 al 1867 per conto dei principi Torlonia. Nella sua produzione letteraria Pascoli rievocò numerose volte il luogo natio e il paese, sotto diverse prospettive.
L’evento spartiacque nel rapporto tra Pascoli e la terra natia fu la morte del padre Ruggero, assassinato il 10 agosto del 1867 con un colpo di fucile. La famiglia fu costretta a lasciare Villa Torlonia e trasferirsi in una piccola ma accogliente casa nel centro del paese (oggi il Museo Casa Pascoli). Il tragico avvenimento è ricordato in alcune celebri poesie, tra cui La cavalla storna, che fa riferimento al ritorno del padre ucciso sul calesse condotto dall’animale (“Nella Torre il silenzio era già alto […] O cavallina, cavallina storna,/ che portavi colui che non ritorna”) e X agosto, in cui il poeta riporta un dettaglio, i doni che il padre avrebbe portato ai figli di ritorno dalla fiera di Cesena (“Anche un uomo tornava al suo nido:/l’uccisero: disse: Perdono;/ e restò negli aperti occhi un grido:/ portava due bambole in dono…”).
Chi uccise il padre di Pascoli? La vicenda è un mistero, il delitto risultò impunito dopo tre processi, ma recentemente è stato oggetto di nuove ipotesi e indagini. Una prima è stata formulata dalla direttrice del Museo Casa Pascoli, Rosita Boschetti: basandosi su ricerche d’archivio e documenti inediti, ha ipotizzato che gli esecutori del delitto siano stati due sicari, Luigi Pagliarani e Michele Dellarocca per conto dei mandanti Pietro Cacciaguerra e Achille Petri, amministratori che subentrarono a Ruggero Pascoli nella gestione di Villa Torlonia (e che quindi furono molto interessati alla posizione del padre del poeta).
Un’altra versione è quella di Maurizio Garuti, che ha portato avanti una tesi meno complessa: un delitto d’onore. Lo scrittore sostiene che Ruggero Pascoli fosse un uomo che facesse rigare dritto i contadini, com’era proprio della professione del fattore, attirandosi le antipatie di molti; ipotizza che egli fu autore di un’offesa che, a quanto pare, non gli venne perdonata affatto.
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Alice Cencetti si concentra invece sulla situazione politica ed economica-sociale romagnola: «la causa reale dell’omicidio di Ruggero Pascoli non fu politica. Tuttavia è innegabile che il piano dell’agguato nacque e maturò in ambienti politici o parapolitici, quali quello repubblicano, in Romagna in quegli anni una delle forze preponderanti, che accoglieva nelle sue file e si appoggiava per le sue azioni anche a piccoli delinquenti». La situazione romagnola era dunque complessa e insofferente per la sottomissione al nuovo governo Sabaudo, che non mancò di usare le maniere forti contro il popolo. Ne emerge una Romagna violenta e percorsa da tensioni sociali, uccisioni e numerosi processi. Valga anche una dichiarazione del Prefetto in un documento ufficiale, che sottolineò “il timore che hanno tutti i proprietari di grano di essere trucidati come lo sventurato Pascoli”. Un misto di brigantaggio e criminalità agli inizi dell’Unità d’Italia.
Una vicenda dai contorni oscuri riguarda anche il fratello di Giovanni, Giacomo, la cui morte avvenne nel 1876, anno in cui fu assessore comunale di Rimini. Ufficialmente il decesso avvenne per tifo, ma sono stati sollevati dei dubbi a riguardo (ipotizzando una morte per avvelenamento), alla luce della posizione politica ricoperta e dalle minacce di morte ricevute per aver cercato di andare a fondo nella verità dell’omicidio paterno.
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Alessandro Torlonia fu il proprietario della Villa di famiglia durante gli anni d’infanzia di Pascoli. Di famiglia molto ricca, egli è ricordato per aver prosciugato il lago Fucino, all’epoca il terzo più grande d’Italia, dopo il Lago di Garda e il Lago Maggiore. Al grido di “O Torlonia asciuga il Fucino, o il Fucino asciuga Torlonia”, il principe Alessandro riuscì in un’impresa titanica, accordatagli dal Governo Regio: prosciugò e bonificò tutta l’area, facendo costruire strade e abitazioni, dando lavoro a più di 4000 operai.
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È ancora una lirica del Pascoli a riportarci alla leggenda del celebre “Passator cortese”: “Romagna solatia, dolce paese,/cui regnarono Guidi e Malatesta/cui tenne pure il Passator cortese/re della strada, re della foresta” (da Romagna, in Myricae). Il personaggio è ricordato come il Robin Hood romagnolo; figura realmente esistita, all’anagrafe Stefano Pelloni, fu un brigante tutt’altro che cortese nelle maniere, in quanto è storicamente accertato che ricorse a torture, sevizie e stupri nei confronti dei cittadini romagnoli più ricchi, unico bersaglio della sua banda. Questo contribuì ad alimentare il mito dell’eroe che “ruba ai ricchi per dare ai poveri”. Sfuggendo più volte alla gendarmeria pontificia, i briganti della sua banda si rifugiarono spesso negli Appennini romagnoli, fin quando il Pelloni non fu rintracciato e ucciso, dopo aver suscitato l’attenzione di tutta l’opinione pubblica italiana.
Spunti videoludici
La storia di San Mauro non può non essere legata a doppio filo alla vicenda dell’omicidio del padre di Giovanni Pascoli. Il delitto insoluto (e le teorie che ancora oggi vengono formulate e fanno discutere) concede un ottimo spunto narrativo per sviluppare la vicenda in un gioco, anche con l’indiscusso aiuto fornito dalle liriche del poeta, che racconta la propria terra. Un’avventura grafica permetterebbe di parlare degli inizi dell’Unità d’Italia come di un periodo fosco, fatto di spietate uccisioni e forti tensioni sociali.
Da non sottovalutare anche la storia del Passator cortese, il bandito che con la sua banda imperversò nelle terre romagnole. La figura è altamente narrativa e lascia ampio margine di invenzione nei generi più disparati: dallo stealth in prima persona (basti pensare a giochi come Thief ) fino al gestionale Robin Hood: The Legend of Sherwood.
Fonti e link
[Bibliografia]
– A. Cencetti, Giovanni Pascoli. Una biografia critica, Firenze, Le Lettere, 2009.
– R. Boschetti, Omicidio Pascoli. Il complotto, Milano, Mimesis, 2014.
-M. Garuti, Il segreto della cavallina storna, Bologna, Minerva, 2019.
– G. Pascoli, Poesie, Milano, Garzanti, 2005.
[Sitografia]
Comune di San Mauro Pascoli
Pro Loco San Mauro Pascoli
Romagna Mania
Blog di Antonio Montanari sull’omicidio Pascoli
[Scheda Film Commission]
Emilia-Romagna Film Commission