Roccacasale

Descrizione

Roccacasale è un comune abruzzese di 600 abitanti in provincia dell’Aquila. Il paese, aggrappato alle rocciose pendici del Monte Marrone, ha una struttura tipicamente medioevale. Tutto l’abitato si può dividere in due zone: una situata nella parte alta, costituita dal castello e dal primo borgo sorto intorno a esso, e una più a valle, di espansione successiva.
Nella parte più alta del paese le case sono addossate sulle falde della montagna e seguono la natura del terreno; le strade interne sono tracciate in senso radiale e hanno come centro il castello (Roccacasale è conosciuto anche come “Monte della Rocca” per la presenza del castello che sovrasta il piccolo centro pedemontano). All’interno dell’antico borgo, tra le varie strutture tipiche – strutture che per la maggior parte sono andate perse per sempre portando via importanti testimonianze del passato – si possono ammirare ancora i resti del Palazzo Baronale. La chiesa di San Michele Arcangelo, invece, secondo luogo di interesse dopo il castello, è situata nella parte bassa del borgo.

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Cenni storici

L’origine dei primi insediamenti umani nel territorio di Roccacasale risale a epoche preromane; a conferma di ciò resti significativi sono stati rinvenuti nella località denominata oggi “Colle delle Fate”. La nascita del borgo, tuttavia, si fa coincidere con la costruzione del castello che, ancora oggi, nonostante le sue decadenti condizioni architettoniche, spicca solenne a protezione delle abitazioni sottostanti.
Fu il Duca di Spoleto a volerne l’edificazione. Il Duca, per scegliere il luogo migliore in cui costruire la fortezza, si fece aiutare da Pietro De Sanctis, un uomo dalle spiccate virtù militari.
Il castello fu edificato intorno all’anno mille e con lui nacque anche il nome della località. Dalla costruzione del castello fino al 1250 la famiglia De Sanctis prese possesso del feudo di Roccacasale. In quel periodo il castello e tutto il centro fortificato che si era sviluppato ai suoi piedi goderono di grande splendore, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista sociale.
Purtroppo, però, dalla seconda metà del 1200 fino al 1525 i Baroni De Sanctis persero il dominio del feudo e quindi anche del castello. In quegli anni guerre e altri avvenimenti disastrosi si susseguirono.
Nel 1525 i destini dei De Sanctis e del feudo di Roccacasale tornano a intrecciarsi fino al 1799, quando i francesi assalirono il castello, trucidarono tutti i presenti e appiccarono il fuoco. La Rocca in quel periodo subì danni drastici; i Baroni De Sanctis provarono a ricostruirla ma, data l’ostilità dei cittadini, non riuscirono nel loro intento. La fortezza, che per otto secoli era sopravvissuta ad assalti e battaglie, era ormai definitivamente caduta in rovina.
Dopo la distruzione del castello anche la storia di Roccacasale perse la sua rilevanza ma la riacquistò dopo poco: le tradizioni e le numerose leggende legate al territorio che vengono tramandate ancora oggi, infatti, contribuirono e contribuiscono ancora a mantenere in vita questa piccola comunità.

Focus narrativi

Roccacasale è un borgo ricco di leggende che si sono, nel tempo, tramandate di padre in figlio. Tra tutte la più conosciuta dagli abitanti del posto è la leggenda dei bambini scomparsi.
Intorno ai primi anni del Novecento strane sparizioni si verificarono nel paese. Oggi, in veste di testimone di una di queste misteriose scomparse, un’anziana signora racconta la sua storia. Era una fredda notte d’inverno. Lei e il marito, da poco sposati, dopo aver cenato decisero di andare a coricarsi con il figlio di pochi mesi. A un certo punto la donna si svegliò. Il bambino non c’era più. Una volta svegliato anche il marito, i due insieme si misero immediatamente alla ricerca del piccolino. Cercarono il figlio per tutta la casa finché, a un certo punto, sentirono dei lamenti provenire dall’interno del camino. Era il bambino; qualcuno lo aveva messo lì avvolto in una coperta sporca di sangue. La donna e il marito cercarono di dimenticare l’accaduto, tuttavia, pochi mesi dopo, il piccolo venne rapito di nuovo nel sonno. A differenza della prima volta, la seconda fu trovato fuori casa. A quel punto, stremati, i genitori del bambino decisero di rivolgersi alla fattucchiera di Roccacasale. Seguendo i consigli della vecchia fattucchiera il figlio della giovane coppia non scomparì mai più.

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La leggenda dei bambini scomparsi è legata a un’altra leggenda, la leggenda del Colle delle Fate. Il Colle delle Fate è un’altura che si trova a pochi minuti da Roccacasale ed è chiamato così proprio perché si credeva, all’epoca, che fosse la dimora delle fate.
Secondo la leggenda del Colle queste creature venivano invitate, per la nascita di ogni nuovo nascituro del paese, a un banchetto speciale; a questi banchetti partecipavano tutte le fate e ciascuna era chiamata a lasciare, alla fine della festa, un dono al nuovo arrivato.
Stando a quanto si racconta sembrerebbe che la vecchia fattucchiera della storia precedente vivesse anch’essa presso il Colle delle Fate e che la sua storia abbia un nesso con una fiaba molto conosciuta, la fiaba di Rosaspina.
Rosaspina era una principessa; alla sua nascita, per festeggiare il lieto evento, tutte le fate vennero invitate dal re al banchetto di battesimo, tutte tranne una. Quest’ultima, inferocita, si presentò comunque alla festa ma, invece di lasciare un dono alla piccola, le lanciò un sortilegio di morte. La vecchia fattucchiera che nel precedente racconto salvò il figlio della testimone apre fosse l’ultima fata alla festa di battesimo di Rosaspina, quella che ancora non aveva fatto il regalo alla piccola e che intervenne spezzando il sortilegio.
Questa creatura si crede che, ancora oggi, continui a proteggere i bambini di Roccacasale dai malefici della rivale.

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Dietro le mura della città vi sono due pozzi. Da questi due pozzi si tramanda che, un tempo, uscissero fate e folletti. Queste creature un giorno apparvero a una donna che si era recata sul colle per la raccolta della legna. Le fate la invitarono a entrare in una buca; nella buca si trovava il loro palazzo. Una volta oltrepassata la soglia del palazzo la donna, secondo quanto promesso, avrebbe potuto fare una bella scorta di monete. Mentre si apprestava a varcarne il portone, però, improvvisamente la sua gonna le si attorcigliò alle gambe impedendole di camminare. Le fate non le prestarono soccorso ma sparirono nel nulla.
Oggi si pensa che sul Colle delle Fate si trovi ancora un tesoro da recuperare.

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Ogni anno, tra il mese di agosto e il mese di settembre, nel paese si organizza l’evento “Borgo di Fate”. Borgo di Fate è una manifestazione fantasy-medioevale molto attesa a cura dell’associazione “Abruzzo Again” che coinvolge tutti e che ha come obbiettivo quello di tramandare e salvaguardare il sapere popolare e le tradizioni del posto.
Opere teatrali, performance artistiche e concerti a tema congiuntamente alla presenza di fate, fattucchiere, falconieri, circensi, erboristi e artigiani – che illustrano all’interno di cantine e scantinati le vecchie tecniche e gli antichi mestieri – avvolgono tutti gli anni, in occasione di questo evento, i visitatori in un’atmosfera incantata.

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Roccacasale ospita anche un sito archeologico. L’area archeologica è situata a monte del centro abitato su un’altura a circa 700 metri sul livello del mare (il Colle delle Fate). Si tratta di un centro fortificato di epoca italica nel quale sono ancora visibili tre cinte murarie realizzate in pietre sbozzate. All’interno del recinto vi sono anche due cisterne per la raccolta dell’acqua piovana. L’analisi del materiale rinvenuto all’interno delle due cisterne testimonia la presenza di insediamenti sul sito che vanno dall’Età del Bronzo fino all’Età Romana.

Spunti videoludici

“Bella, assolata e gaia la mia Rocca sotto l’usbergo del Castello antico canta alle valli assorte, al verde aprico, dolce armonia che nel cuor rintocca”; così il poeta Cesare Torelli descriveva Roccacasale, suo paese natio. Chiudendo gli occhi ci ritroviamo già catapultati in un luogo magico, ricco di storia e di poesia, ed è proprio questo che il borgo rappresenta, un posto incantato. Fate e folletti ne abitano i luoghi più nascosti, proteggono gli abitanti e sono custodi di preziosi tesori.
Sul Colle delle Fate, secondo le leggende popolari, si nasconde ancora un tesoro da recuperare. Seguendo questa strada si potrebbe pensare di ambientare, proprio tra le strette vie del borgo abruzzese, un videogioco. L’idea potrebbe essere quella di un gioco esplorativo in cui il protagonista, vagando alla ricerca di indizi per recuperare il misterioso tesoro, lungo il suo cammino potrà conoscere cultura e tradizioni culinarie del posto entrando nelle botteghe o restando ad ascoltare i racconti del saggio del paese o ancora potrà incontrare strane creature che, a loro volta, sceglieranno se aiutarlo nel suo percorso oppure portarlo fuori strada verso luoghi cupi e senza via d’uscita.

[Sitografia]

Abruzzo Web
Abruzzo Forte e Gentile
Corriere Peligno
Il Germe
Vivere l’Abruzzo
Visit Roccacasale
Comune di Roccacasale

[Scheda Film Commission]

Abruzzo Film Commission

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