Descrizione
La rocca di Modigliana, detta anche “Roccaccia”, è una struttura di cui oggi non rimangono soltanto che delle parti. Un rudere, a causa dei ripetuti terremoti che nel corso dei secoli ne hanno compromesso l’intera struttura. Nonostante ciò, il complesso di rovine si staglia maestoso su un paesaggio collinare, che in condizioni avverse (neve e altri eventi atmosferici di carattere temporalesco) si mostra molto suggestivo come location per opere di fiction e non. La sua storia attraverso i secoli ne ha fatto un luogo centrale nel Medioevo: ha avuto un passato glorioso e ha visto persino il passaggio dell’Imperatore Federico Barbarossa, accogliendo al suo interno anche altre figure celebri ed eccentriche. Successivamente ha mostrato la propria utilità come rifugio per i partigiani nella Resistenza, confermandosi un luogo simbolico a cui i locali dimostrano di essere ancora oggi molto legati.
Cenni storici
Le prime notizie circa la Rocca di Modigliana ci giungono dall’896, in piena età longobarda, quando faceva parte dell’esarcato di Ravenna. Il capostipite della famiglia dei Guidi, Tegrimo (o Teudegrimo), si innamorò della contessa Ingeralda di stanza al castello e ne chiese la mano. Dal loro matrimonio ebbe inizio la dinastia che ebbe in mano il luogo per circa 400 anni. Successivamente i conti furono nominati feudatari del Sacro Romano Impero, vedendosi confermata ad ogni generazione la gestione su Modigliana, la Rocca e il contado. A comprendere l’importanza non solo strategica, ma anche d’immagine, che il castello esercitava nella regione, ci aiuta un evento datato 28 settembre 1164, quando le cronache ci testimoniano la visita dell’Imperatore Federico Barbarossa in persona.
Il periodo d’oro del castello e della famiglia Guidi perdurarono anche sotto i successori, fin quando nel 1278 viene assediato dalle truppe di Firenze e, dopo alcuni anni di tentativi e accordi diplomatici, vi si sottomette definitivamente.
Eccetto una breve parentesi in cui Modigliana e il suo castello caddero sotto le mani del condottiero Guidantonio Manfredi e, indirettamente, della famiglia dei Visconti di Milano, la Rocca e il paese rimarranno sotto l’egida fiorentina fino al 1502. Vitellozzo Vitelli e le sue truppe espugnarono poi il castello, complice anche la perdita di interesse del governo fiorentino per la Rocca stessa e la sua funzione militare (in quegli anni l’attenzione si era maggiormente concentrata infatti sulla costruzione di rinforzi militari capaci di resistere alle nuove armi da fuoco).
Focus narrativi
I conti Guidi vantano una certa fama, soprattutto per la citazione di Dante Alighieri nell’Inferno, che tuttavia riguarda le famiglie di Romena nelle terre toscane. Il ramo di Modigliana invece vede il conte Teudegrimo come capostipite e protagonista di una liaison con la contessa Engelrada che, all’epoca dell’incontro amoroso, era di stanza al castello di Modigliana, poiché la sua famiglia ne era a capo. Il Chronicon Faventinum del Tolosano racconta che Teudegrimo, impegnato in una battuta di caccia nei pressi del castello, si era deciso a soggiornare lì. Per quanto poco plausibile, conobbe la donna e le chiese la mano il giorno stesso, senza perdere ulteriore tempo!
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Una figura significativa della famiglia Guidi fu quella di Guido Guerra, che condusse la propria infanzia nel castello di Modigliana. Personaggio particolarmente celebre nelle cronache dell’epoca, gran combattente tra le fila guelfe fiorentine che sconfissero l’Impero nella battaglia di Benevento nel 1266, ebbe tuttavia fama ambigua: alcuni lo ritrassero come uomo dall’alto ingegno, amato dagli altri cavalieri e sprezzante del pericolo; Dante Alighieri invece lo colloca all’Inferno, nel girone dei sodomiti; Boccaccio infine riporta una leggenda dell’epoca che lo ricorda come Guido “Bevisangue”, in quanto coltivava la curiosa abitudine di leccare il sangue della propria spada ogni volta che uccideva un nemico.
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Durante la Seconda guerra mondiale, la rocca e i suoi dintorni furono teatro delle azioni della banda di Silvio Corbari. Oggi il Centro di Documentazione della Resistenza di Ca’ di Malanca ha istituito il “Sentiero di Corbari”, in memoria dei luoghi battuti dalla banda di partigiani che svolse un ruolo fondamentale nella battaglia ai nazi-fascisti. Tra questi luoghi compare anche la Roccaccia.
La banda partigiana di Silvio Corbari terrorizzava gli occupanti con attacchi improvvisi e, nell’aprile del 1944, occupò Modigliana e con un fine stratagemma: sparsa la voce nei giorni precedenti di un’invasione massiccia delle forze della Resistenza, i fascisti si ritirarono dal paese e lasciarono campo in fretta e furia agli uomini di Corbari che, in poco meno di venti combattenti, entrarono a Modigliana qualche giorno dopo, appropriandosi degli armamenti abbandonati nella caserma.
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La struttura, vista nella sua interezza e nel suo massimo splendore, doveva apparire maestosa. Attorno al mastio centrale furono costruite più mure di cinta, che costeggiavano il castello per più di un chilometro. Nel 1773 lo storico Campadelli scriveva che erano presenti sotterranei profondi che si dipanavano tutto intorno, vie segrete e trabocchetti. Paradossalmente, i vari crolli subiti, fino al terremoto del 1918, hanno reso i resti del castello come uno spaccato perfettamente perpendicolare in cui è possibile notare il modo in cui venne costruito, una sorta di disegno tecnico illustrato… dal vivo.
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Come ogni castello medievale, anche la “Roccaccia” ha le sue leggende e i suoi misteri. In particolare si racconta che, quando venne assediato per l’ultima volta, i conti Guidi si murarono all’interno insieme ai loro tesori, maledicendo chiunque da quel momento avesse voluto impadronirsi del castello e avesse provato a rimuovere il cerchio metallico che circondava la torre. Si racconta che, durante il primo conflitto mondiale, alcuni operai della zona, avendo bisogno di ferro per fabbricare armi, tentarono di rimuovere il grosso ammasso, ferroso ma furono sepolti dal crollo immediato della torre.
Leggenda vuole poi che il tesoro dei conti Guidi sia rimasto nascosto nei cunicoli sotterranei del castello e che, ancora oggi, lo sorveglino. Di ciò sarebbero testimonianza alcune luci e strane voci udite nelle vicinanze delle rovine.
Spunti videoludici
Il paesaggio e la maestosa struttura medievale permettono di inserire la location in giochi strategici per narrare un assedio o una storia che riguardi un evento di Modigliana e dei dintorni, sul modello di esperienze quali Age of Empires, Stronghold, e altri innumerevoli esempi.
Suggestiva potrebbe essere una narrazione delle stanze del castello durante la Seconda guerra mondiale, approfondendo la quotidianità delle truppe partigiane con uno stile simile a This War of Mine. Il luogo inoltre si presta benissimo come ambientazione per vicende biografiche che vi sono accadute all’interno soprattutto nel Medioevo.
Fonti e link
[Bibliografia]
– Berardi D., Rocche e castelli di Romagna, Edizioni ALFA, 1970;
– Manarini E., I due volti del potere. Una parentela atipica di ufficiali e signori nel regno italico, Milano, Ledizioni, 2019;
– Martelli C., Fascismo, antifascismo: Resistenza, guerra di Liberazione a Tredozio e in altri comuni della Romagna, Forlì, Grafiche MDM, 1993.
[Sitografia]
Treccani
Ca’ Malanca
Appennino Romagnolo
Comune di Modigliana
Mysterious Tour
[Scheda Film Commission]
Emilia-Romagna Film Commission