Rocca Calascio

Descrizione

Rocca Calascio, uno dei castelli più elevati d’Italia, si trova in Abruzzo all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso, a un’altezza di circa 1460 metri. Il complesso è composto da un castello e un borgo medievale. Quest’ultimo è diviso in due parti: una adiacente al castello di cui oggi abbiamo pochi resti, mentre la seconda parte è più a valle e ad oggi è stata recuperata e restaurata. Purtroppo il complesso fu abbandonato dopo vari terremoti che lo colpirono tra cui quello del 1348/1349, quello del 1461 e quello del 1703 che rase al suolo il borgo e danneggiò il castello. Solo tra il 1986 e il 1989 si fecero dei lavori di restauro per preservare ciò che rimane del complesso.

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Cenni storici

Si presume che prima della Rocca vi fosse una fortificazione romana, ma non vi sono fonti certe per confermare questa tesi. Probabilmente la prima costruzione risale al 1140, in seguito alla conquista normanna da parte di Ruggero II d’Altavilla, anche se il primo documento in cui viene nominato è del 1239 e il primo che ne attesta effettivamente la presenza è del 1380. Fu costruito per far parte di un sistema di fortificazioni che proteggevano le valli abruzzesi, anche perché si trova in una posizione strategica. Nel XIII secolo fece parte del dominio feudale “baronia di Carapelle”, fino al 1806 quando il feudalesimo fu abolito. Passò tra le mani di molte famiglie, tra cui i Piccolomini, che fecero costruire una cinta muraria di ciottoli e quattro torri cilindriche. Dopo il terremoto del 1703 il castello non era in ottime condizioni e più passavano gli anni e più veniva meno la sua funzione strategica, così dopo decenni di continuo declino nel 1957 venne definitivamente abbandonato.

Focus narrativi

La Rocca fu costruita principalmente per uno scopo strategici, infatti dalla cresta su cui poggia si ha una visione a 360 gradi su tutta la zona circostante. Da questa posizione il castello poteva comunicare facilmente con la costa dell’Adriatico, tanto è vero che trasmettevano segnali con il fuoco di notte e con gli specchi di giorno. Questo luogo non era importante solo per la posizione dominante, ma anche per la transumanza. Difatti, si trova vicino a un vasto bacino pastorale di Campo Imperatore

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Nonostante non si possa datare con certezza la costruzione della Rocca, possiamo comunque dire che si tratti di una spettacolare costruzione interamente costituita di pietra bianca. All’interno possiamo trovare un mastio centrale, con la cima parzialmente mozzata, mentre all’esterno troviamo una cinta muraria con quattro torri a base circolare sui quattro angoli. Come già detto la Rocca aveva annesso a sé anche un borgo di cui oggi abbiamo solo pochi resti. Un tempo, per accedere all’interno della fortezza, bisognava entrare da un’apertura posta a cinque metri d’altezza, dalla quale veniva fatta fuoriuscire una rampa in legno che poi veniva fatta rientrare nuovamente. Ad oggi l’accesso non avviene più in questo modo ma vi è una comoda rampa.

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Sulla strada per arrivare alla Rocca possiamo ammirare anche un’altra costruzione, la chiesa di Santa Maria della Pietà. C’è una leggenda che gira sulla costruzione di questa chiesa, infatti, si dice che fu costruita nel luogo in cui dei briganti dello Stato Pontificio, che volevano prendere parte dei possedimenti della famiglia Piccolomini, furono sconfitti dalla popolazione. La chiesa probabilmente fu costruita su un’edicola rinascimentale preesistente, che venne sostituita con questa struttura, che ha la particolarità di avere una pianta ottagonale. Ad oggi è amministrata da volontari del comune e all’interno si celebrano cerimonie religiose solo in occasioni speciali.

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Nonostante negli anni la Rocca sia stata abbandonata e lasciata decadere, nel dopoguerra tutta la zona ha suscitato interesse nel mondo cinematografico, infatti è stata teatro di produzioni sia italiane che americane. Nel 1983 diventa una delle location principali del film fantasy Ladyhawke, uscito in Italia due anni dopo. Mentre nel 1984 vi fu girato anche il famoso film Il nome della rosa tratto dall’omonimo romanzo di Umberto Eco. Per la sua bellezza è anche stato nominato dal National Geographic come uno dei 15 castelli più belli al mondo.

Spunti videoludici

Rocca Calascio è un luogo ricco di storia e di fascino, far parte di un’ambientazione videoludica non dovrebbe essere difficile. Come è stata ambientazione per numerosi set può esserlo anche per dei videogiochi. Un castello inespugnabile che si difende dalla conquista normanna di Ruggero II d’Altavilla; oppure si può impersonare Ruggero stesso alla conquista del sud Italia. Rocca Calascio potrebbe essere la meta ambita da qualcuno per salvarsi: un lungo viaggio, faticoso ed estenuante, pieno di pericoli, per arrivare infine in un rifugio sicuro.

[Sitografia]

Rocca Calascio
Gran Sasso Laga Park
Abruzzo Web
Venti Squeras
Tesori d’Abruzzo

[Scheda Film Commission]

Abruzzo Film Commission

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