Descrizione
Recanati, oltre a ospitare la casa natia e i vari luoghi legati al poeta Giacomo Leopardi, presenta al suo interno una ricca storia medievale e rinascimentale, caratterizzata dalle aspre lotte tra guelfi e ghibellini e da un gran fervore artistico che vide arrivare in città alcuni tra i pittori più importanti del ‘400.
Cenni storici
Con ogni probabilità, la città è stata fondata in epoca romana tardo-antica, ma il territorio è stato sicuramente abitato dalla popolazione dei piceni già in periodo pre-romano e, ancora prima, da nuclei abitativi più antichi. Il borgo si espanse notevolmente in età medievale, quando entrò nel vivo delle contese tra le fazioni guelfa e ghibellina.
Storicamente la città avrà sempre una vocazione guelfa, ma al suo interno si verificheranno diverse lotte, agguati e assedi tra le due parti: eccetto un temporaneo appoggio all’imperatore Federico II di Svevia e dopo aver ottenuto l’importante sbocco al mare, Recanati tornerà comunque ad essere, a vicende alterne, fedele al Papato. Da questo punto di vista il periodo più buio si ebbe nei primi anni del ‘300, quando, come scrisse Monaldo Leopardi negli Annali, in tutta «la Marca» si preparavano «apparecchiamenti di guerra».
Uno degli episodi più celebri avvenne nel 1312, quando anche le autorità comunali si schierarono dalla parte dei ghibellini, saccheggiando le proprietà del Vescovo residente in città. La reazione dei guelfi fu un inasprimento delle tasse, che causò nuovo malcontento e la presa del territorio urbano da parte dei ghibellini con la forza. Questi resistettero a diversi tentativi di assedio da parte della fazione guelfa, fino a quando, dopo due anni, il Papa Giovanni XXII mandò ingenti forze a riprendere la città. Anche questo tentativo venne però ribaltato da una congiura ghibellina che uccise i rivali nottetempo.
Le rivalità continuarono a inasprirsi fortemente, portando addirittura il Papa a indire una crociata contro i ghibellini e a promettere, a chi si fosse unito, le stesse indulgenze che venivano concesse ai pellegrini in Terra Santa. Le lotte continuarono fino al 1330 circa, quando la città tornò abbastanza stabilmente in mano ai Guelfi.
La città fu resa famosa in seguito soprattutto per il prospero periodo che visse grazie alla sua Fiera, ai suoi commerci e ai suoi magistrati, professionisti richiesti anche dai Comuni più grandi. Proprio la celebre Fiera ebbe accesso libero e sicuro per decisione di Papa Martino V nel 1422, incentivando quindi l’arrivo di gente e la possibilità di ricchezza per la piccola economia del luogo. Ciò inoltre consentì a Recanati di assumere notevole rilevanza negli scambi commerciali sull’Adriatico. Arrivarono molti artisti, in visita o stabilmente, a testimonianza del carattere aperto e accogliente della città (tra gli altri Lorenzo Lotto, Guercino, Caravaggio).
La storia della città è sicuramente legata ai Leopardi. Sin dal XIII secolo la famiglia aveva abitato in una serie di edifici autonomi, ma soltanto nel XVIII secolo il prozio del poeta Giacomo riunì tutti gli edifici in un unico complesso.
Il piano nobile è costituito dalle «sale antiche» con le «ampie finestre» delle Ricordanze, affrescate in stile settecentesco: qui amavano trascorrere il tempo Giacomo e i fratelli Paolina e Giovanni. La stanza da letto del poeta è rimasta intatta, conservata nelle sue dimensioni e arredi sin da quando Giacomo abbandonò Recanati.
Il palazzo ospita oggi delle cantine in piena attività, in cui la famiglia produce il vino, mentre, per quanto riguarda gli spazi esterni posseduti un tempo dalla famiglia, si trovano oggi il Centro Mondiale della Poesia e il Centro Nazionale Studi Leopardiani.
Focus narrativi
A Recanati è sepolto un Papa, Gregorio XII, sepolto nel 1417 nella cattedrale di San Flaviano. Fu l’ultimo Papa a non essere sepolto a Roma (a seguito del periodo della cattività avignonese).
Si ricorda un episodio particolare nel 1456, quando la Madonna apparve a un ragazza albanese in città. Nel luogo dell’apparizione venne costruita la piccola chiesa di Santa Maria delle Grazie.
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Casa Leopardi è in realtà un complesso che ospita al suo interno più strutture. Nell’edificio è possibile incontrare gli eredi del poeta: l’unica parte aperta al pubblico è la biblioteca, ma il resto dell’edificio rimane ancora una dimora privata della famiglia.
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Il palazzo si affaccia sulla famosa piazzola che viene descritta ne Il sabato del villaggio: “I fanciulli gridando/Su la piazzuola in frotta,/ E qua e là saltando,/ Fanno un lieto romore”.
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Leopardi ebbe sempre un rapporto conflittuale con Recanati e la casa di famiglia: da luogo in cui trascorse un’infanzia idilliaca e dove portò avanti lo studio “matto e disperatissimo” a vera e propria prigione di isolamento da cui voler soltanto fuggire. Un episodio di fuga dalla dimora in particolare si ricorda nella vita del poeta quando venne colto in flagrante dal padre, subendone grande umiliazione.
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La casa di Teresa Fattorini (la famosa Silvia del canto “A Silvia”) si trova in ambienti adiacenti al palazzo, restaurati e riaperti da pochissimo. Giacomo, dalle sue stanze, osservava la giovane ragazza al primo piano, in cui alloggiavano le famiglie della servitù dei Leopardi. Da lì è possibile rievocare i versi “Io gli studi leggiadri/ Talor lasciando e le sudate carte,/ Ove il tempo mio primo/ E di me si spendea la miglior parte,/ D’in su i veroni del paterno ostello/ Porgea gli orecchi al suon della tua voce”.
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Il sentiero attorno alla villa conduce al “sempre caro” “ermo colle” dell’Infinito, da cui è possibile ammirare il vasto paesaggio marchigiano (vedi gallery fotografica)
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Sono presenti diversi oggetti di notevole interesse all’interno della villa: lo scrittoio e le “sudate carte”, il celebre ritratto di Giacomo e un’armatura divenuta la mascotte dei fratelli Leopardi da bambini. L’ambiente più interessante della casa è sicuramente la biblioteca, con i suoi 20.000 volumi divisi su più stanze. Il progetto iniziale di questo ambiente prevedeva, per volere del padre di Giacomo, Monaldo, il libero accesso da parte del pubblico, come recita una scritta in latino: “FILIIS AMICIS CIVIBUS MONALDVS DE LEOPARDIS BIBLIOTHECAM ANNO MDCCCXI”.
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Gli ultimi eventi sismici nel territorio maceratese hanno causato diversi danni al palazzo, tanto che la discendente di Giacomo, la Contessa Olimpia Leopardi, ha parlato di un invecchiamento del palazzo “di 30 anni in pochi secondi”.
Spunti videoludici
Le annose lotte tra guelfi e ghibellini costituirebbero un interessante spunto per un gioco strategico o un action RPG: un’occasione, quella delle lotte tra le due fazioni che, in ambito videoludico, non è stata mai valorizzata e che meriterebbe ulteriori focus narrativi.
Gli ambienti di Casa Leopardi costituiscono un mondo particolarmente interessante per lo sviluppo di una visual novel o di un’avventura punta-e-clicca, in cui sia possibile raccontare le vicende del poeta. Inoltre, il considerevole materiale scritto da e su Giacomo Leopardi consente di spaziare su molti punti di vista utili a raccontare la sua storia (o una parte di essa). Da non trascurare la educational game, da affiancare a istituti culturali o enti del settore di letteratura e cultura italiana.
Una visual novel su Giacomo Leopardi potrebbe inoltre raccogliere ed avvalersi della recente riattivazione di attenzione e consensi su scala nazionale, generata dal successo del film Il giovane favoloso di M. Martone, che ha aggiunto ai luoghi naturali del poeta lo specifico appeal filmico.
Fonti e link
[Bibliografia]
M. Gentile, Guelfi e ghibellini nell’Italia del Rinascimento, Viella Editore, Roma, 2005
P. Citati, Leopardi, Mondadori, Milano, 2011
[Sitografia]
Casa Leopardi
Repubblica.it
LaStampa.it
[Scheda Film Commission]
Marche Film Commission
Italy for Movies