Radiotelescopio di Medicina

Descrizione

A circa 30 km da Bologna, nel comune di Medicina, sorge l’importante Stazione Radioastronomica, gestita dall’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica), che comprende due strumenti di rilevazione: la grande Croce del Nord e una antenna parabolica da 32 metri di diametro.
La Croce del Nord, con un’area di raccolta complessiva di oltre 30000 m², è tra i più grandi radiotelescopi di transito del mondo: costituita da due rami perpendicolari lunghi 564 metri (E-W) e 640 metri (N-S) può osservare solamente i corpi che transitano sul meridiano celeste del luogo (da qui il nome “radiotelescopio di transito”). La Croce del Nord è usata per la ricerca delle Pulsar, stelle di neutroni che ruotano molto velocemente emettendo radiazioni elettromagnetiche ad intervalli estremamente regolari; è impiegata anche in un progetto internazionale per la costruzione di un radiotelescopio di nuova generazione che sarà molto più sensibile rispetto a qualsiasi altro radiotelescopio oggi esistente.
La parabola di 32 metri è sfruttata sia per produrre immagini ad altissima risoluzione, insieme ad antenne poste in altri paesi europei, sia per lo studio di comete, sistemi planetari extrasolari, osservazioni di asteroidi potenzialmente pericolosi per la Terra, analisi geodinamiche per misurare gli spostamenti della crosta terrestre…
Data l’importanza della stazione di Medicina presso i suoi laboratori, una squadra di ingegneri e tecnici è costantemente impegnata nella progettazione e nello sviluppo di tutti gli aspetti riguardanti gli strumenti osservativi.
Il radiotelescopio partecipa anche al progetto SETI (Search for Extra Terrestrial Intelligence).

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Cenni storici

La costruzione della Croce del Nord iniziò nel 1960 e nel Natale del 1967 è interamente operativa su entrambi i rami. Dal 1976, dopo alcuni problemi tecnici che hanno reso necessario un ammodernamento dello strumento, la Croce ha iniziato una nuova fase di attività.
Nel 1981 iniziarono invece i lavori di costruzione della parabola di 32 metri che verrà inaugurata nel 1983.
Periodicamente sia la Croce del Nord che la parabola subiscono lavori di manutenzione al fine di aumentarne la sensibilità, mantenerle aggiornate o installare nuovi ricevitori.

Focus narrativi

Il programma SETI, al quale la stazione radioastronomica di Medicina partecipa, si pone l’obiettivo di rintracciare vita intelligente extraterrestre in grado di inviare segnali radio nello spazio profondo; il “SETI Institute”, fondato dall’astronomo e astrofisico Frank Drake nel 1974, utilizzando vari ricevitori posti in diverse nazioni del mondo, scandaglia il cosmo alla ricerca di eventuali segnali radio artificiali di origine non umana.
Data l’immensità dell’Universo, la probabilità di avere un risultato positivo è molto basso, per questo, anche alla stazione radioastronomica di Medicina, il sistema di acquisizione dati opera in parallelo alle osservazioni in corso svolte per altre ricerche non richiedendo perciò uno specifico tempo dedicato; i segnali acquisiti dai radiotelescopi non vengono poi analizzati dai computer dei diversi istituti di ricerca, che invece sono dedicati all’analisi di dati solo per scopi astrofisici, ma, siccome la potenza di calcolo necessaria è molto grande, si è chiesto l’aiuto delle persone comuni che, col programma “SETI@Home” attraverso uno screensaver, possono “prestare” del tempo-calcolo dei loro computer per l’analisi dei segnali ricevuti dal progetto SETI.

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L’unico segnale che possa somigliare ad una comunicazione interstellare individuato dal programma SETI è il cosiddetto “Wow signal” del 1977; così chiamato dall’annotazione “Wow” scritta sul tabulato stampato del computer del radiotelescopio dell’Università dell’Ohio dall’astronomo che lo rivelò, si trattò di un forte segnale radio di 72 secondi che successivamente non fu mai più ascoltato.
Non è chiaro ancora oggi se sia stato effettivamente un segnale di origine aliena, un’interferenza radio-elettrica creata dall’uomo oppure se fosse dovuto a un fenomeno astronomico.

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Nel 1961 Frank Drake, fondatore del SETI, propose un’equazione, che da lui prende il nome, per stimare il numero di civiltà extraterrestri presenti nella nostra galassia con le quali si può supporre di stabilire una comunicazione; l’equazione di Drake considera sette parametri: il tasso medio annuo di formazione di nuove stelle nella nostra galassia, la frazione di stelle con sistemi planetari, il numero medio di pianeti per sistema planetario adatti alla vita, la frazione di pianeti su cui si è effettivamente sviluppata la vita, la frazione di pianeti su cui si sono evolute forme di vita intelligenti, la frazione di civiltà extraterrestri con una tecnica progredita e la durata di vita media di queste civiltà evolute.
Diversi di questi parametri sono purtroppo completamente congetturali rendendo perciò praticamente impossibile pervenire ad un risultato; alcuni scienziati tuttavia, proponendo alcuni stime per i parametri incogniti, sono giunti alla conclusione che nella nostra Via Lattea potrebbero esserci circa 23 civiltà extraterrestri in grado di comunicare.

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Nel 2009 dalla stazione radioastronomica di Medicina è stato captato il segnale test della sonda Voyager 1 lanciata nel 1977 per esplorare il sistema solare esterno; ad oggi la sonda Voyager, che sta operando e comunicando da oltre 41 anni, si trova a più di 144 Unità Astronomiche dal sole (più di 21 miliardi e 547 milioni di km) essendo così l’oggetto artificiale più lontano dalla Terra.
Sulla sonda Voyager, che si prevede continui ad operare fino al 2025, è stato anche inserito un disco di rame placcato in oro per grammofono contenente suoni e immagini della vita sulla Terra con lo scopo di far conoscere ad eventuali forme di vita extraterrestri alcuni aspetti del nostro mondo.

Spunti videoludici

Il potenziale narrativo più interessante del Radiotelescopio di Medicina è, probabilmente, quello legato alle possibilità contemplate dal Progetto SETI di individuare segnali dell’esistenza di forme di vita aliene in grado di comunicare. L’aspetto più stimolante è forse quello di poter sviluppare una fiction videoludica a tema alta tecnologia e alieni ancorata al territorio bolognese, temi piuttosto inediti nell’immaginario collettivo se applicati al contesto della città e a quello italiano.

L’eccellenza tecnologica rappresentata dal Radiotelescopio di Medicina, punto di vista privilegiato per l’individuazione di meteoriti o altri pericoli fatali per il nostro pianeta, si impone come una premessa promettente per lo sviluppo di un videogioco di genere catastrofico.

[Bibliografia]

– Ficarra A., Gandolfi E., Perugini F., Il radiotelescopio “Croce del nord”, Lodi, Tipolitografia Lodigraf, 1977, Estratto da Giornale di Astronomia Vol. 3 – n.3 settembre 1977.

[Sitografia]

Sito ufficiale
Seti.org

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