Descrizione
Fiore all’occhiello di Trevi, il Complesso Museale di San Francesco è una tappa imperdibile nella visita del borgo. Ospitato nell’antico convento omonimo dei frati francescani è diventato sede museale nel 1996 e ad oggi comprende: il Museo della Città e del Territorio, la Pinacoteca, l’Antiquarium, la Chiesa di San Francesco, il Museo della Civiltà dell’Ulivo. Si tratta di un polo di grande importanza, in cui sono conservati oggetti e reperti che raccontano la vera storia della città, della comunità francescana che vi si insediò e dell’albero che così fortemente ha influenzato la vita nel territorio nei suoi aspetti economici, sociali e ambientali.
Cenni storici
Il Complesso Museale di San Francesco di Trevi trova collocazione in una parte dell’ex convento dei frati minori conventuali. L’edificio, sorto nel XIII secolo, è frutto di molteplici interventi. Non si conosce con precisione l’anno della fondazione dell’insediamento, ma si fa risalire a poco dopo la morte di San Francesco. Famiglie committenti dotate di cospicuo potere economico fecero decorare molti degli ambienti interni con scene dalla vita del santo fondatore dell’Ordine.
Agli inizi del 1800, in epoca napoleonica, il convento venne chiuso per essere sottoposto a diverse ristrutturazioni e rifunzionalizzazioni. La struttura nelle caratteristiche attuali si deve agli interventi realizzati quando si insediò il Collegio Lucarini.
Focus narrativi
La sezione archeologica museale espone materiali di scavo (cippi, iscrizioni, terrecotte) provenienti soprattutto dalla località Pietrarossa, sito dell’antica Trebiae romana. I reperti conservati consentono di gettare uno sguardo sul municipio romano in epoca imperiale. Tra le più interessanti si trova un’iscrizione funeraria con dedica all’imperatore Volusiano (251-253 d.C.), in un periodo particolarmente burrascoso per Roma, con generali eletti imperatori in base all’acclamazione delle proprie legioni o destituiti dalle stesse. Volusiano, ad esempio, morì nella vicina Terni dopo soli due anni di governo, ucciso in seguito alla ribellione delle sue truppe.
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I recenti scavi archeologici hanno portato alla luce, sempre a Pietrarossa, anche una necropoli longobarda. Come spesso accade, i reperti sono stati scoperti in modo casuale, in occasione di alcuni lavori effettuati per la costruzione una strada ferrata. La sezione ospita la ricostruzione di una delle tombe con lo scheletro e il corredo funerario di un donna anziana databile al VII secolo d. C.
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La Pinacoteca è distribuita su tre sale e accoglie opere di straordinario interesse storico-artistico del periodo medievale e rinascimentale: tra gli esempi troviamo infatti trittico e quadrittico con le Storie della vita di Cristo di Giovanni di Corraduccio, l’Incoronazione della Vergine di Giovanni di Pietro, detto lo Spagna, una Madonna con il Bambino del periodo giovanile del Pinturicchio e la grande pala d’altare con l’Assunzione della Vergine e santi di Alessandro Turchi detto l’Orbetto. Un caso interessante è rappresentato dal dipinto della Cena in Emmaus, in cui si evidenzia un tentativo (ancora visibile) di rimozione di due figure femminili che “fa pensare che la collocazione originaria dell’opera fosse un’altra, probabilmente un monastero femminile” (da Wikipedia).
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La tradizione fa risalire la fondazione dell’insediamento francescano di Trevi allo stesso San Francesco nel 1213, anno in cui il Santo predicò al popolo di Trevi nella piazza del Comune. Nel “De conformitate” del Pisani è narrato che, mentre San Francesco parlava, un asino interruppe con i suoi ragli il discorso e al richiamo di Francesco “…frate asine, sta in quiete et dimitte me predicare populo…” l’asino si inginocchiò con la testa tra le zampe e rimase in silenzio. L’episodio è illustrato nel chiostro del convento, affrescato da Bernardino Gagliardi intorno al 1645.
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La chiesa di San Francesco sorge su un più antico edificio sacro costruito nel 1268 e dedicato alla Madonna. Di notevole interesse è l’organo della chiesa, già anticamente considerato un rarissimo esemplare di organo a muro, che è stato identificato come il più antico in Umbria. Lo strumento fu commissionato dai frati della chiesa a Mastro Paolo Pietro di Paolo di Montefalco nel 1509. Si trova sulla parete sinistra della navata della chiesa: è costituito da 37 canne suddivise in 5 campate. La cassa, appesa al muro, è di legno intagliato dipinto a tempera.
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Molto importante per la storia di Trevi è il Museo dedicato alla coltivazione dell’ulivo e alla produzione dell’olio nell’ambiente trevano ma anche e soprattutto in ambiente mediterraneo. L’olio infatti non è solo un prodotto di eccellenza della zona di Trevi, ma la sua coltivazione è qualcosa che si è radicata nel territorio umbro entrando a far parte della storia e delle tradizioni delle sue genti. Basti notare, quando si ammiri il paesaggio trevano, la lunga schiera di ulivi che si palesano sulle colline circostanti.
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La tradizione dell’ulivo è talmente radicata da essere collegata direttamente alle vicende del Santo Patrono della città: Sant’Emiliano, primo vescovo di Trevi, messo a morte sotto l’imperatore Diocleziano il 28 di gennaio del 304. La “Passio Sancti Miliani” fa esplicito riferimento ad importanti elementi del territorio trevano descrivendo con dovizia di particolari gli interrogatori, i supplizi, la morte e i miracoli susseguitisi durante il martirio del Santo. La decapitazione viene eseguita con il martire legato ad una giovane pianta di ulivo, in località Carpiano o Carciano, a tre miglia da Trevi. Secondo la tradizione l’ulivo di sant’Emiliano esiste ancora: si tratta di un ulivo secolare censito e riconosciuto come il più antico dell’Umbria.
Spunti videoludici
La grande raccolta di testimonianze storiche e di reperti conservati nel complesso consente di scovare potenzialità videoludiche di notevole importanza.
Vi sono numerosi esempi di arte figurativa, che risultano ben fruibili attraverso il medium videoludico, soprattutto alla luce della vitalità culturale che attraversò il territorio umbro nel Medioevo. Le storie dei santi inoltre non hanno mai ottenuto un approfondimento videoludico. Risulterebbe poi originale occuparsi della storia dell’organo a muro, peculiare nel suo genere e con una varietà sonora unica.
L’episodio più sfruttabile dal punto di vista narrativo è sicuramente quello che risale alla storia di Sant’Emiliano e all’importanza dell’ulivo cui fu legato e martirizzato: un albero ultracentenario ancora in vita, le cui fronde hanno assistito a diversi periodi storici. Potrebbe essere fulcro principale di un racconto videoludico.
Fonti e link
[Bibliografia]
Bernardino Sperandio, Trevi Città d’Arte, Perugia 2011.
Carlo Roberto Petrini, Il Santuario della Madonna delle Lagrime in Trevi, Perugia, 2009.
Carlo Roberto Petrini, Federica Bordoni, La Chiesa di San Francesco in Trevi, Trevi, 2007.
Touring Club Italiano, Umbria, Milano, 2008.
Zenobi, Trevi Antica, Foligno, 1995
[Sitografia]
Pro Loco Trevi
[Scheda Umbria Cultura]
Raccolta d’arte di San Francesco di Trevi e Museo della Civiltà dell’Ulivo
Scheda realizzata in collaborazione con i curatori del museo.