Prati di Caprara

Descrizione

I Prati di Caprara rappresentano un’area verde di Bologna situata poco fuori Porta San Felice. Il terreno ormai area demaniale è diventato un bosco selvatico urbano. I Prati sono una zona storica della città ormai da tempo trascurata. In passato la loro superficie fu utilizzata per diversi scopi, sia ricreativi che militari.

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Cenni storici

I Prati di Caprara coprivano in origine una zona molto più estesa rispetto all’area attuale. Il terreno di proprietà della famiglia Caprara venne ceduto alla città di Bologna verso la fine XVIII secolo e il comune ne utilizzò i grandi spazi per svariate manifestazioni paramilitari e sportive. A seguito dell’Unità d’Italia nel 1861 i Prati diventano un’area militare e vengono utilizzati come Campo di Marte e Piazza d’Armi bolognese.
Nel 1909 una porzione del terreno viene concessa al Bologna Football Club, fondato proprio in quello stesso anno, come campo da gioco.
Dopo alcune manifestazioni aviatorie nel 1910, l’ottobre del 1913 segna una nuova conversione d’uso: la Piazza d’Armi diventa un vero e proprio aeroporto per i mezzi militari dell’Esercito.
Durante il ventennio fascista l’aeroporto viene trasferito nella vicina area di Borgo Panigale e il terreno del campo d’aviazione diventa una sede per le esercitazioni paramilitari del sabato fascista.
Oggi i Prati di Caprara sono un’area demaniale a rischio di scomparsa a causa degli attuali piani di sviluppo urbanistici.

Focus narrativi

I Prati di Caprara hanno visto il passaggio di numerosi personaggi storici. Il 24 giugno del 1805 sul suolo dei prati viene schierato uno degli eserciti più vasti che la città abbia mai visto: più di 5000 soldati francesi e 35000 italiani che poco dopo effettueranno una parata militare in occasione della visita di Napoleone Bonaparte divenuto Imperatore e Re d’Italia.

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Per la sua seconda visita a Bologna, Buffalo Bill e la sua compagnia, scelgono di stabilirsi proprio sui Prati di Caprara. Il colonnello Cody, insieme a più di 800 uomini e 500 cavalli, mette in scena il suo spettacolo itinerante rievocando la conquista del West, una parte del mondo decisamente esotica per i cittadini di Bologna. Nella compagnia sono presenti numerosi nativi americani appartenenti a diverse popolazioni (Blackfoot, Cherokee, Apache, Sioux, Cheyenne) vestite con i loro costumi tradizionali. Durante lo spettacolo venivano rappresentate svariate battaglie, corse a cavallo e assalti alle diligenze. Secondo la stampa dell’epoca fu proprio Buffalo Bill a far assaggiare per la prima volta ai bolognesi un alimento quasi alieno: il pop corn.

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La vasta area pianeggiante dei Prati di Caprara fu utilizzata per numerosi esperimenti d’aviazione. Nel 1903 la cronaca dell’epoca racconta di un tentativo di volo in cui il pilota riesce a volare per ben 12 secondi. Nel 1910 Filippo Monti tenta di spiccare il volo con un velivolo ultraleggero, l’esperimento finisce in malo modo tanto da restare impresso nella memoria collettiva della città. La sua mancata impresa venne ricordata con frasi ironiche come “Quand Monti al vularà al Zigant al cantarà”, ovvero: quando Monti volerà il Nettuno comincerà a parlare. L’espressione “Volare alla Monti” verrà utilizzata per definire vari tipi di imprese non riuscite.

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Agli inizi del 1900, lo sport del calcio a Bologna veniva praticato solo in maniera dilettantistica. Questa condizione iniziò a cambiare a partire dall’ottobre del 1909, con la fondazione del Bologna Football Club. La squadra di calcio aveva bisogno di un campo stabile per poter disputare sia le partite amichevoli sia quelle ufficiali di campionato della terza categoria. La scelta cadde proprio sulla piazza d’armi all’interno dei Prati di Caprara. Il terreno di gioco, grazie ad un accordo con le autorità militari, non avrebbe avuto nessun costo, permettendo un notevole risparmio alle casse del club. Il campo era delimitato da una recinzione di legno e doveva essere sgomberato al termine di ogni partita, le porte erano smontabili e senza rete per trattenere la palla e le righe del campo venivamo disegnate solo in occasione delle partite più importanti. Il Bologna vinse il campionato emiliano di terza categoria nel 1910 e l’anno successivo giocò nella prima categoria.

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Sul manto erboso dei Prati di Caprara giocava a calcio un giovane Pier Paolo Pasolini. L’artista ricorda quei tempi spensierati con una nota di malinconia in una lettera raccolta in Lettere 1940-1954 (Einaudi, 1986): “I pomeriggi che ho passato a giocare a pallone sui Prati di Caprara (giocavo anche sei-sette ore di seguito, ininterrottamente: ala destra, allora, e i miei amici, qualche anno dopo, mi avrebbero chiamato lo “Stukas”: ricordo dolce bieco) sono stati indubbiamente i più belli della mia vita. Mi viene quasi un nodo alla gola, se ci penso. Allora, il Bologna era il Bologna più potente della sua storia: quello di Biavati e Sansone, di Reguzzoni e Andreolo (il re del campo), di Marchese, di Fedullo e Pagotto. Non ho mai visto niente di più bello degli scambi tra Biavati e Sansone (Reguzzoni è stato un po’ ripreso da Pascutti). Che domeniche allo stadio comunale!”

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I Prati di Caprara sono una location del romanzo Il diavolo al Pontelungo scritto da Riccardo Bacchelli e pubblicato nel 1927. L’opera racconta con tono ironico le varie vicende intorno al fallito tentativo da parte dei rivoluzionari Michail Bakunin e Carlo Cafiero di realizzare un’insurrezione anarchica a Bologna nel 1874. In particolare l’insurrezione doveva proprio partire con un gruppo di anarchici riunitosi ai Prati di Caprara.

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Secondo quanto dichiarato da Giulio Pallotta, partigiano che aiutò le forze alleate con l’approvvigionamento di armi e la protezione di diversi soldati prigionieri, all’interno dei Prati di Caprara fu costruito un campo di concentramento per prigionieri di guerra: “Con la firma dell’armistizio, i cancelli furono aperti e centinaia di prigionieri americani, inglesi, sudafricani, canadesi, indiani e australiani fuggirono dalla città e si dettero alla macchia, verso le colline”.

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Nella parte ovest dei Prati di Caprara sono state depositate le macerie della strage di Bologna.

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Da alcuni anni l’area dei Prati di Caprara è al centro dell’attenzione pubblica a causa delle numerose ipotesi di sviluppo urbano che andrebbero a colpire il polmone verde più importante della città. Secondo alcuni progetti, sebbene non ancora approvati, l’intera zona verrebbe convertita ad uso commerciale e immobiliare. Per contrastare questa conversione un gruppo di cittadini ha formato un comitato chiamato “Rigenerazione No Speculazione”, che negli ultimi anni si è fatto promotrice di manifestazioni a sostegno del mantenimento dell’area.

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I Prati di Caprara sono stati candidati come luogo del cuore del 9º censimento della campagna del FAI.

Spunti videoludici

I Prati di Caprara sono divisi in due zone, est e ovest, un po’ come gli eventi che caratterizzano la loro storia. Da un lato possiamo osservare una serie di eventi sereni, ricreativi e con una nota di speranza verso le sperimentazioni tecnologiche. Dall’altro non è possibile distogliere lo sguardo di fronte alle atrocità e crudeltà delle guerre. Lo sviluppatore può sfruttare questa dualità per realizzare un titolo basato sulla memoria di questi eventi. Da non sottovalutare la presenza delle macerie della strage di Bologna che ancora oggi rimangono sopite, abbandonate nel sottobosco.
Anche il gioco del calcio, data la nascita del Bologna Football Club sul suolo dei Prati, può rappresentare la struttura su cui sviluppare un titolo. Gli allenamenti, le prime partite ufficiali e la scalata della classica verso il massimo campionato possono contrapporsi alla difficoltà di giocare su un campo “militare” e non del tutto adatto ad una squadra con ambizioni internazionali.

[Bibliografia]

– Giovanni Santunione, Segreti e misteri fra Modena e Bologna, Modena, Il fiorino, 2004.

[Sitografia]

Storia e memoria di Bologna 

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