Descrizione
Poviglio è un piccolo centro abitato che si trova leggermente a nord di Reggio-Emilia. I suoi territori evidenziano insediamenti sin dall’età del Bronzo (XVI-X secolo a.C.), come testimoniano gli scavi archeologici di Santa Rosa di Fodico, che hanno portato alla luce un antico villaggio della civiltà di Terramare. Ad oggi il paese si sviluppa attorno a un castello a pianta pentagonale fortificato, ormai interamente integrato con gli edifici circostanti, tanto da non essere più facilmente riconoscibile, che testimonia l’importanza militare avuta durante la sua storia. Il più importante edificio storico di Poviglio è la chiesa di Santo Stefano.
Cenni storici
Le prime tracce di insediamenti umani nella zona furono trovate grazie a degli scavi archeologici risalenti al 1983, che portarono alla luce i resti di un antico villaggio terramaricolo. Questo testimonia come già nell’età del Bronzo, ovvero il periodo tra il XVI e i X secolo a.C., la zona intorno a Poviglio fosse frequentata dall’uomo. La Terramara subì anche, in un periodo non precisato dopo la sua iniziale fondazione, un importante ampliamento, che testimonia la ricchezza della stessa. Attorno al 1200 a.C. l’insediamento venne abbandonato a causa della misteriosa scomparsa della società terramaricola, e per ritrovare tracce umane nella zona dobbiamo aspettare l’arrivo dei Romani. Infatti, dopo la vittoria sui Galli del 191 a.C., la zona dell’Emilia subì un forte processo di colonizzazione ed espansione, e quella di Poviglio, essendo sia vicina al Po che alla Via Emilia, divenne una zona molto trafficata. In realtà nel territorio di Poviglio i Romani non fondarono mai nessun insediamento di notevoli dimensioni, piuttosto integrarono l’area al sistema di centuriazione, edificando semplicemente qualche Villa per lavorare i campi e i loro prodotti. Solamente a partire dal Medioevo troviamo traccia di un nuovo villaggio, sorto intorno a un castello fortificato, che visse un’innumerevole serie di distruzioni e ricostruzioni, conquiste e riconquiste, passando di possesso da signore a signore. Degne di nota sono state le dominazioni dei Gonzaga, dei Farnese e, infine, dei Borboni. Con le Campagne Napoleoniche, Poviglio passò prima sotto il dominio diretto dell’Impero Francese, poi venne ceduto all’Austria nel 1811 per poi, a seguito di alcuni plebisciti, essere annesso al Regno d’Italia nel 1860. Ad oggi il paese si espande intorno la piazza principale, in cui sorge l’unico edificio sopravvissuto alle numerose distruzioni, la chiesa di Santo Stefano, costruita attorno al 1250.
Focus narrativi
L’etimologia di ‘Pomiglio’ è dibattuta. Essendo stato trovato scritto per la prima volta come Pupilli o Pupilii, c’è chi lo fa derivare da una leggenda romana secondo la quale i fondatori del villaggio furono due orfani, in Latino appunto pupilii, raffigurati anche nello stemma comunale. In realtà, il toponimo potrebbe venire semplicemente dall’unione delle parole ‘Po’ e villis, in latino ‘costruzioni’, o vicus, in latino ‘borgo’, indicando così un centro abitato vicino il fiume Po. Un’altra ipotesi è quella di derivazione celtico-gallica, come testimoniano i numerosi villaggi francesi chiamati Poully, che indica una forma ad anello, tesi supportata dalla presenza di un fossato intorno ai primi insediamenti della zona. Un’ultima possibilità è che il nome Poviglio derivi da un’antica via romana che collegava il Po alla Lunigiana, derivando quindi da ‘Po’ e via, e anche questa tesi ha delle prove a supporto vista la presenza di un altro Poviglio sull’Appennino lungo la cosiddetta Via delle Cento Miglia, che collegava, appunto, il Po con Lucca.
***
La Chiesa parrocchiale di Santo Stefano è l’edificio più antico presente a Poviglio, nonché l’unico ad essere sopravvissuto indenne alle numerose conquiste e distruzioni subite dal paese. Probabilmente fu costruita intorno al 1250 sul territorio dove sorgeva in precedenza una piccola chiesetta rustica del VI secolo, fatto che testimonia la crescita avvenuta in quel periodo di Poviglio in termini d’importanza militare e non. Nel corso dei secoli la Chiesa ha subito numerose modifiche e ampliamenti, che hanno cambiato completamente la struttura originale, senza però intaccarne lo stile architettonico.
***
Nonostante sia un paese di limitate dimensioni (l’intero comune non supera gli 8000 abitanti), Poviglio presenta una fervente attività musicale a partire dagli anni ’80. In quel periodo, infatti, nasce la band Raw Power, destinata a diventare una delle band più importanti del panorama musicale hardcore-punk italiano. A soli pochi anni dalla sua fondazione, la band ottiene un rapido e inaspettato successo negli ambienti underground non solo in patria, arrivando anche ad organizzare alcuni tour negli Stati Uniti e in giro per l’Europa, dividendo il palco con alcune delle più famose band della scena internazionale come i Motorhead e gli Slayer. Particolare degno di nota è il fatto che, nel 1985, un concerto dei Raw Power venne addirittura aperto dai Guns’n’Roses, allora gruppo emergente.
***
Durante il Rinascimento, gli abitanti della zona di Poviglio si sono lentamente trasferiti intorno al castello fortificato, ampliando così il villaggio, che con il passare del tempo ha assunto un’importanza sempre maggiore. Proprio per questo divenne oggetto del desiderio di numerose casate del territorio, che si contesero il forte che, quindi, venne conquistato e cambiò vessilli più volte, passando dai Gonzaga ai Farnese fino ai Borboni. L’importanza di Poviglio è testimoniata da alcune carte del XVII secolo, che la descrivono come una struttura ben fortificata a forma di stella poligonale. Il suo ruolo strategico fondamentale era anche accentuato dal fatto che fosse l’unico borgo non appartenente agli estensi lungo la via che collegava Reggio Emilia a Brescello, rappresentando un avamposto nei territori nemici e permettendo l’uso della strada senza che fosse necessario pagare tributi.
***
Lo scavo archeologico della Terramara di Santa Rosa è il più esteso d’Europa e uno dei più importanti al mondo per la profondità e la minuziosità delle ricerche effettuate. Nei pressi di Poviglio, infatti, sono state rinvenute tracce di un insediamento terramaricolo sviluppatosi tra il XVI e il XIII secolo a.C. che ha raggiunto una notevole estensione prima di essere completamente abbandonato nell’arco di poco tempo.
La civiltà delle Terramare sorse attorno al XVII secolo a.C., arrivando a colonizzare l’Emilia e la bassa Lombardia, costruendo numerosi insediamenti di varie dimensioni molto simili tra di loro chiamati appunto Terramare. La Terramara di Santa Rosa si divideva in tre diversi siti: il primo, il villaggio più antico, grande a malapena un ettaro, costituisce l’insediamento originario; il secondo, ovvero l’estensione del villaggio avvenuta durante il periodo più florido della Terramara e grande più di cinque ettari; e infine il terzo, cioè la necropoli.
Gli studi archeologici iniziati nel 1984 e non ancora terminati hanno portato alla luce numerosissimi reperti del tempo e sono riusciti a ricostruire la struttura del villaggio e dei suoi edifici come mai era avvenuto per un insediamento terramaricolo. A seguito dell’estensione del villaggio, lo stesso venne abbandonato improvvisamente, a causa della misteriosa e rovinosa fine della civiltà delle Terremare. Riguardo a questo fenomeno sono state fatte numerose ipotesi: la più accreditata teorizza che un’eccessiva espansione demografica dei villaggi, unita a un periodo di forte riscaldamento climatico, abbia portato a carestie e conseguenti tensioni interne alla civiltà, causandone il collasso. Altre ipotesi sono che i terramaricoli si siano semplicemente integrati con le altre civiltà della zona o siano state conquistate da esse. Tuttavia nessuna teoria è stata sufficientemente provata tanto da meritarsi di essere accreditata più delle altre.
Spunti videoludici
Il più affascinante spunto che viene fornito da Poviglio è forse quello dell’accampamento della civiltà delle Terramare, civiltà di cui sappiamo pochissimo vissuta molto prima dei Romani. A rendere il tutto ancor più intrigante è la sua misteriosa e improvvisa scomparsa, su cui sono state fatte solo alcune ipotesi. Ambientare un videogioco a quel tempo, ricostruendo il villaggio a partire dagli scavi archeologici e da ciò che hanno portato alla luce, consentirebbe di mescolare realtà e ricostruzione storica a fantasticheria. In questo modo si potrebbe raccontare proprio la misteriosa fine della civiltà terramaricola, magari romanzandola. Potrebbe anche essere interessante legare le vicende di questo periodo alla leggenda dei due orfani all’origine del nome ‘Poviglio’, che potrebbero (perché no?) rivelarsi sul finire del gioco proprio gli ultimi discendenti dell’antica società delle Terremare.
Il fermento musicale che si è creato intorno al paese potrebbe infine ispirare un rhythm game, oppure un docugioco che racconti la storia dei Raw Power.
Fonti e link
[Bibliografia]
– Giuseppe Amadei, Signorie padane dei Gonzaga, Mantova, Banca Agricola Mantovana, 1982.
– Mauro Cremaschi, Chiara Pizzi e Veruska Valsecchi, Water management and land use in the terramare and a possible climatic co-factor in their abandonment: The case study of the terramara of Poviglio Santa Rosa (northern Italy), in Quaternary International, vol. 151, n. 1, 2006-2007, pp. 87–98.
– James Tirabassi, I siti dell’età del Bronzo, Reggio Emilia, Municipio di Reggio Emilia, 1979.
[Sitografia]
Scavo archeologico della Terramara di S. Rosa di Poviglio
Comune di Poviglio