Descrizione
Sede amministrativa dell’Unione dell’Alto Reno, nonché sede del comune sparso reso autonomo nel 2015, Porretta Terme è una popolosa frazione sita in Emilia-Romagna. Si trova nella valle del Reno, a 59 km da Bologna e a 34 da Pistoia, e il suo comune omonimo, adesso soppresso, contava tre frazioni: Corvella, Capugnano e Castelluccio. In quest’ultimo si è compiuto, sul finire della Seconda guerra mondiale, uno degli eccidi dell’Alto Reno.
Cenni storici
Le terme di Porretta erano frequentate fin dall’epoca dei Romani. Fu col Medioevo che il luogo andò incontro a un progressivo spopolamento e le fonti termali vennero completamente abbandonate. Al sorgere del Comune di Bologna, Porretta ne divenne parte e ne seguì da allora in poi le mosse. Fu grazie al Comune di Bologna che le terme di Porretta vennero riscoperte dalla popolazione. Dal XII secolo in poi iniziarono infatti a venir frequentate anche da classi agiate o da forestieri. Fu a seguito di questa riscoperta che rinacque il centro abitato di Porretta, che raggiunse poi il suo massimo splendore dal XV secolo in poi, richiamando un numero crescente di visitatori e abitanti. Quando Bologna passò allo Stato Pontificio, Porretta entrò a far parte della Provincia sotto il nome di Bagni di Porretta, che rimase poi fino al 1931. Fu utilizzata come quartier generale della prima divisione brasiliana nel 1944 e fu territorio conteso tra le brigate partigiane e le truppe nazifasciste, il cui scontro portò agli eccidi dell’Alto Reno. Dopo la liberazione d’Italia, Porretta ricrebbe rapidamente e tornò a essere la meta turistica di sempre. Nel 2015 un referendum consultivo segna la fusione e dà vita al nuovo comune di Alto Reno Terme.
Focus narrativi
L’origine del nome Porretta sembra derivare dal latino porrigere, porrectus, che significa “lungo”, in riferimento alla natura del territorio: questa segue infatti la sinistra del fiume, fino al punto in cui questo riceve la confluenza del Rio Maggiore. La zona è ricca di acque proprio per il suo posizionamento ed è coperta di boschi per quasi la sua totalità, mentre le aree deputate all’agricoltura sono pressoché scomparse.
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Una leggenda alla base dell’immaginario di Porretta Terme ruota attorno a delle acque curative che sarebbero state motivo per cui il luogo fosse abitato già in tempi remoti. Si dice che un bue malato, ormai morente, venne lasciato libero dal padrone di dissetarsi (e trovare la morte) in una delle fonti termali sparse per i boschi della zona. Questo, dopo qualche tempo, tornò totalmente guarito. La fama dell’acqua curativa e con proprietà mediche di Porretta riscosse da subito un grande successo destinato a resistere all’usura del tempo: il bue che si abbevera, non a caso, è diventato poi il simbolo del comune.
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Il fatto che Porretta Terme fosse già frequentata per le sue acque termali in epoca Romana è testimoniato da svariati ritrovamenti archeologici. Su tutti, ricordiamo la grande maschera leonina ritrovata nel 1888 e risalente al I secolo, diventata poi simbolo delle terme. Ai tempi doveva già essere presente un centro abitato limitrofo alle sorgenti termali, rinomate tra una folta schiera di frequentatori.
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Tra i visitatori più illustri, la cui visita testimonia il grande successo delle Terme di Porretta come meta turistica, annoveriamo Niccolò Machiavelli, Andrea Mantegna, Lorenzo il Magnifico e Gioachino Rossini.
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Tra i luoghi d’interesse di Porretta Terme citiamo le Terme Alte, a nord del triangolo abitato, che sono le fonti termali più antiche e famose. Il complesso dello stabilimento è stato di volta in volta allargato con strutture ricettive adesso in disuso, che un tempo erano l’Albergo delle Terme. Rilevanti poi via Falcone e via Borgolungo, sulle sponde del Rio Maggiore, che sono invece delle strade che hanno mantenuto il loro aspetto medievale. Piazza Massarenti, sulla destra del torrente, è conosciuta dagli abitanti come “piazza delle tele” ed è la sede del mercato settimanale. Piazza della Libertà, sulla sponda sinistra, è sovrastata dalla sede del municipio che un tempo era la torre della “casa del fascio”. La chiesa di S.Maria Maddalena, più in alto del centro città, è di origine seicentesca ed è ricca di opere preziose, tra cui la pala del “Noli me tangere”, attribuita a Dionigio Calvaert e datata alla seconda metà del Cinquecento.
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Il 12 agosto 1944 le truppe tedesche uccisero a Castelluccio, frazione di Porretta Terme, otto persone: un partigiano, due donne e cinque montanari. Questi furono accusati di parteggiare per i partigiani della brigata Toni Matteotti Montagna, appena tornati dalla battaglia per Montefiorino, roccaforte della Resistenza nei pressi di Modena. Le vittime, a causa di una spiata, caddero in un’imboscata l’11 agosto e furono imprigionati in una scuola dismessa, quindi fucilati l’indomani. Paul Henri Moscard, il partigiano tra le otto vittime, era un paracadutista di origini parigine che era stato costretto ad arruolarsi nelle truppe tedesche dopo l’occupazione della Germania. Dopo aver disertato nel 1944, si era unito ai partigiani. L’ex scuola di Castelluccio Bolognese espone una lapide col nome degli otto fucilati: Paul Henri Mostard, conosciuto anche come Paolo Monsatard, Antonietta Masini, Clementina Venturi, Angelo Agostini, Giovanni Castelli, Lino Degli Esposti, Amos Menzani, Germano Sabattini. Si venne a sapere della fucilazione con ritardo, come per tutti gli altri eccidi dell’Alto Reno, grazie al ritrovamento del cosiddetto “armadio della vergogna”, rinvenuto nel 1994 a Roma. Si testimonia ivi che le vittime non ricevettero alcun tipo di processo.
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A Porretta Terme si tiene dal 2002 il festival Porretta Cinema, che ha richiamato grandi registi come Ken Loach, Mario Monicelli, Giuseppe Tornatore e Marco Bellocchio. Il festival nasce sulla scia della preesistente Mostra internazionale del cinema libero, tenuta sempre a Porretta dal 1960 al 1985, che ha organizzato tra le altre le anteprime di film come Ultimo tango a Parigi e La classe operaia va in paradiso.
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Dal 2003 il Premio Città di Porretta viene consegnato a personalità illustri legate al territorio. Tra i vincitori, lo storico Renzo Zagnoni e il cantautore Francesco Guccini.
Spunti videoludici
Benché il patrimonio archeologico e storico di Porretta Terme sia di indubbio valore e si presti (opportunamente arricchito dalle leggende circa le acque curative) a una ricostruzione dai risvolti didattici o divulgativi, inevitabile è pensare alla strage di Castelluccio e alla sua drammaticità come basi per un videogioco di ambientazione storica. Avventure grafiche, stealth game, investigativi: la lotta resistenziale e la tragica fine di alcuni dei suoi eroi ben si presta all’interattività videoludica, che con la giusta sensibilità potrebbe essere canale preferenziale per approfondire un momento così doloroso della storia italiana. Grazie all’armadio della vergogna, poi, si potrebbe ribaltare significativamente la prospettiva: ricostruire cioè gli atti nazifascisti e in questo modo capovolgere l’utente dalla parte del cacciatore, anziché della preda, da quella del carnefice anziché della vittima. Un buon modo per mescolare una narrazione emozionante a una ricostruzione storica di spessore.
Come non pensare poi a una ricostruzione delle terme in epoca romana, per un gestionale atipico basato sulla dirigenza di un edificio termale, con tanto di illustri ospiti e di spunti di riflessione circa gli usi e i costumi dell’antica Roma.
Fonti e link
[Bibliografia]
– Massimo Turchi, La linea Gotica e le stragi – il fronte di guerra nell’Appennino bolognese, modenese e pistoiese, Civitavecchia, Prospettiva editrice, 2008.
– Alessandro Albertazzi, Luigi Arbizzani, Nazario Sauro Onofri, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese, 1919-1945, Dizionario Biografico in 3 volumi, Bologna, Istituto per la storia di Bologna, 1985.