Descrizione
Il Parco Novi Sad è un parco ad anello a ridosso del centro storico di Modena. Il parco ha avuto funzioni di ippodromo e piazza d’armi. Come testimoniato dal colonnato d’ingresso nell’Ottocento era utilizzato come mercato del bestiame. Durante la costruzione del parcheggio interrato al di sotto dell’area, tra il 2009 e il 2011, sono stati rinvenuti moltissimi reperti archeologici tra i quali una strada romana, una necropoli del Seicento e moltissimi altri reperti: vasellame, gioielli, metalli lavorati, iscrizioni lapidee. I reperti ritrovati appartengono alle età più disparate e arrivano sino all’Età del Ferro. Oggi il Parco Novi Sad è un parcheggio sotterraneo, un parco cittadino dove vengono organizzati il mercato ed altri eventi, una sede universitaria nonché un grande museo archeologico all’aperto.
Nel vicino Pala Molza si possono ammirare grandiosi murales di Blu, Eralicane, Escif e Nunca.
Cenni storici
Il Parco Novi Sad è un’area ellittica che sotto il Ducato estense svolse la funzione di piazza d’armi per le esercitazioni dell’esercito ducale, si trovava infatti oltre la piazza d’armi il fortilizio militare conosciuto come la Cittadella. La Cittadella subì varie trasformazioni nella storia del Ducato e venne progressivamente smantellata, dopo l’Unità d’Italia, fino a sparire quasi del tutto nel Novecento. Il parco ad anello, invece, rimase sempre una presenza costante poco oltre il percorso delle mura cittadine (oggi dei viali).
Per volontà del duca Francesco IV d’Este, all’entrata della piazza d’armi viene costruito, nel 1833, il Foro Boario, un grande portico, di 250 metri sotto al quale i contadini e gli allevatori potevano svolgere i loro commerci al di fuori della città. A progettare il portico è Francesco Vandelli, architetto ducale autore di molti degli edifici più importanti del ducato modenese. Successivamente il foro boario fu adattato a nuovi usi chiudendo il porticato, mentre la piazza d’armi fu usata per qualche tempo come ippodromo.
Negli anni Novanta gli interni del foro vennero ammodernati per ospitare la facoltà di Economia dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
Tra il 2009 e il 2011, una serie di scavi per la costruzione di un parcheggio sotterraneo ha riportato alla luce numerosi reperti di epoca romana. Degni di nota sono i resti di una strada che collegava probabilmente Modena e Mantova, su cui sono ancora visibili i segni lasciati dal passaggio dei carri. Attorno al 216 a.C., questa zona fu teatro della Battaglia della Selva Litana, in cui persero la vita circa 25.000 soldati romani. Inoltre, sono stati riportati alla luce i resti di una necropoli con quasi 500 corpi all’interno. I manufatti e le sepolture trovate testimoniano che il suo utilizzo non cessò in epoca romana, ma fu esteso anche al Medioevo, finendo poi per diventare nel 1630 una fossa comune per oltre cento cadaveri colpiti dalla peste.
Focus narrativi
Dopo la Seconda guerra mondiale, in tre luoghi diversi del parco furono poste tre lapidi (riunite in un unico punto in occasione del quarantesimo anniversario della Liberazione) a memoria di alcuni partigiani e cittadini che qui avevano trovato la morte per mano dei fascisti. Durante il Ventennio il parco aveva funzioni di ippodromo e di spazio destinato a celebrare il regime con manifestazioni di varia natura. Tuttavia, poco prima della Liberazione, qui vennero fucilati nove partigiani e due cittadini, i loro nomi sono riportati sulle lapidi.
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La necropoli del Novi Ark è divisa in due siti distinti tra loro: nel primo sono stati trovati 327 corpi risalenti all’epoca romana e 45 datati al Medioevo, e nel secondo le sepolture di 116 cittadini morti durante la peste che colpì Modena nel 1630. Sono stati rinvenuti anche monumenti funebri e svariate tombe, soprattutto appartenenti al periodo romano. Alcune stele raccontano frammenti della vita della Modena del I secolo d.C., a quel tempo conosciuta come Mutina, città floridissima et splendidissima, nonché uno dei centri più importanti dell’Impero. Di particolare interesse sono le lapidi del 1630 che, data la scarsità di risorse in quel periodo di profonda crisi economica e sociale, sono state in gran parte ricavate da quelle romane preesistenti. Queste sepolture ospitano oggi le vittime della grande epidemia di Yersinia pestis del 1630, vale a dire l’epidemia nota come peste manzoniana e ampiamente descritta ne I Promessi Sposi e nella Storia della colonna infame.
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L’elemento principale riportato alla luce dagli scavi che oggi compongono il Novi Ark è senza dubbio la strada romana. Questa si presenta in ottimo stato di conservazione e, per questo motivo, è stata spostata in superficie per intero dopo un attento e minuzioso lavoro di catalogazione e restauro. La strada è stata costruita con la tecnica di pavimentazione a ciottoli e ne sono arrivati ai giorni nostri oltre 100 metri perfettamente integri. Inoltre, nella sua larghezza di circa 5 metri sono chiaramente visibili i solchi lasciati dai carri in ambo i sensi, a indicare un intenso traffico. Nel parco di Novi Ark sono presenti anche i resti di alcuni edifici, sempre appartenenti all’epoca romana. Si tratta di alcuni luoghi per la lavorazione delle materie prime, probabilmente lana, numerose discariche e una serie di strutture per la canalizzazione dell’acqua, come cisterne e pozzi. Sono state rinvenute anche tracce di quella che sembra una piscina circolare, il cui scopo non è stato accertato, ma che presumibilmente serviva per l’allevamento delle carpe, pratica molto diffusa tra i Romani.
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I resti di alcuni proiettili di origine romana hanno permesso ai ricercatori di candidare la zona a possibile teatro della Battaglia della Selva Litana, una delle più misteriose disfatte della Repubblica Romana. Questo evento, a ben vedere, è impropriamente definito una battaglia, dato che fu un vero e proprio agguato teso alle legioni romane in transito dai Galli Boi, in cui morirono circa 25.000 soldati. Avvenuta nel pieno della seconda Guerra Punica (216 a.C.), l’imboscata ebbe luogo in una foresta chiamata Selva Litana, di cui oggi non si conosce con certezza l’ubicazione. I Galli attesero l’arrivo delle legioni preparando trappole e chiudendo ogni eventuale via di fuga, riuscendo così a uccidere o catturare ogni singolo soldato. Come da tradizione, il comandante romano in questione, Tiberio Sempronio, fu decapitato e la sua testa esibita come trofeo. L’agguato in questione, unito alle contemporanee sconfitte contro Annibale, fu molto traumatico per Roma e i suoi abitanti, come testimonia Tito Livio nella sua opera Ab Urbe condita libri (vedi bibliografia).
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L’intero parco archeologico è stato inaugurato e aperto al pubblico nel 2012, con la partecipazione straordinaria di Valerio Massimo Manfredi, famoso scrittore e storico dell’età antica. Il sito si trova all’interno di un parco cittadino modenese, davanti all’ex foro boario della città, oggi sede della facoltà di economia dell’Università di Modena. L’area occupa una superficie di 24.000 mq e si sviluppa intorno alla strada romana. Sul lato a est è stata ricostruita la parte più antica della necropoli e sono stati ricollocati i resti dei monumenti funerari rinvenuti; a ovest, invece, è stato ricostruito il contesto funerario risalente al 1630. Sparsi per il resto del parco, in posizione simile a quella in cui stati ritrovati durante gli scavi, si trovano infine alcuni edifici lavorativi e strutture idriche.
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Oggi, il Parco Novi Sad continua ad essere un’area nella quale si tengono moltissime attività, dal mercato cittadino a eventi di notevole risonanza per la città e non solo, dal Modena Pride al Pavarotti and Friends; comunità straniere a Modena vi celebrano feste, i modenesi vi fanno sport, diversi locali storici della città vi si trasferiscono per la stagione estiva. Nonostante le trasformazioni della città, il Novi Sad è rimasto un luogo brulicante di vita.
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Modena è stata un centro molto attivo nella Street Art grazie all’attività del festival Icone. Grazie a Icone a Modena sono rimasti straordinari murales. Nel vicino Pala Molza se ne trovano ben tre: un gigantesco cartello di Senso Unico, realizzato dallo street artist Escif, una gigantesca piovra che stringe due mani inanellate al di sopra di Modena, opera di Blu [vedi scheda XM24] ed Erailcane. Sempre Blu, insieme con Nunca, ha realizzato una testa umana al cui interno si vedono circuiti e una mano ad essa collegata da un groviglio di fili.
Spunti videoludici
Il Parco Novi Sad ha sempre brulicato di vita nel corso della storia della città. Particolarmente affascinante risulta la vicenda dell’emersione della strada romana, delle sepolture e di reperti archeologici provenienti da epoche differenti. Uno studio di sviluppo potrebbe servirsi di questa stratificazione in vari modi o utilizzare il parco come location: essendo ricco di storia, il Parco archeologico Novi Ark ben si presta a ricostruzioni ambientate nel passato. Si potrebbe immaginare chi gioca alla guida di un soldato romano, cadere vittima della Battaglia della Selva Litana, magari rivivere proprio i più tremendi momenti dell’agguato o dandogli la possibilità di ribaltare il corso della storia. In alternativa, l’evento potrebbe essere parte di una più ampia campagna che ripercorre le battaglie fondamentali dell’esercito romano lungo tutta la sua storia. Tanto la traiettoria d’azione quanto quella strategica/gestionale si prestano a esplorare l’ambientazione al meglio. Un’altra rotta percorribile potrebbe essere quella del videogioco horror, in cui la necropoli diventa un posto tutto da scoprire inseguiti da chissà quale creatura misteriosa o non-morta. Anche semplicemente cercando una via d’uscita, i giocatori potrebbero trovarsi a risolvere una serie di enigmi incentrati sui reperti archeologici del luogo, immersi nell’atmosfera spettrale che si crea nella suggestiva cornice delle necropoli.
Fonti e link
[Bibliografia]
– Labate, D., Malnati, L. (a cura di), Parco Novi Sad: dallo scavo al parco archeologico, Sesto Fiorentino, All’Insegna del Giglio, 2017.
– Tito Livio, Storia di Roma dalla sua fondazione, Vol. 5: Libri 21-23, Bianca Ceva (Traduzione a cura di) Milano, BUR Biblioteca Universale Rizzoli, 1986
[Sitografia]
Archeobologna
Visitmodena
Modena today
Musei Civici Modena
Comune di Modena
La Guida di Modena
A.N.P.I. Modena
Portale turismo Modena
Touring Club Italiano
Dartema
Travel On Art