Descrizione
L’aerautodromo di Modena è stato una pista automobilistica alla periferia di Modena che svolgeva funzioni di aeroporto pista di collaudo per le principali case automobilistiche di Modena nonché sede di alcuni gran premi automobilistici e motociclistici. Tra il 1950 e il 1961 vi furono disputati cinque Gran Premi di Modena di Formula 2 e due di Formula 1. A causa delle limitazioni d’uso per le case modenesi e a causa di alcuni incidenti, il tracciato fu progressivamente abbandonato per poi essere trasformato in parco cittadino dedicato alla memoria di Enzo Ferrari nel 1991.
Dopo la dismissione l’area ha ospitato alcuni eventi pubblici e nel 2017 è stata sede di un grande concerto di Vasco Rossi entrato nel guinness dei primati per l’enorme affluenza di spettatori per un singolo artista (225.000 spettatori paganti).
Cenni storici
Dal 1927 a Modena si correva una gara automobilistica organizzata tra le vie cittadine e che non aveva un tracciato fisso: le prime due edizioni, corse tra la via Emilia e la Vignolese furono vinte da Enzo Ferrari in persona, le successive, corse sull’anello dei viali, videro salire sul podio per ben tre volte il grande Tazio Nuvolari. Nel 1947, dopo i successi di Trossi e Franco Cortese, fu la volta di Alberto Ascari. La vittoria di Ascari, tuttavia, fu funestata da un incidente: non era più il tempo di correre per le strade della città, specie considerando la crescita che stavano avendo le grandi scuderie modenesi, Ferrari e Maserati.
La necessità di un tracciato fisso portò, l’anno successivo, alla progettazione di una pista in un’area di circa quaranta ettari incorniciata tra via Emilia Ovest, Strada San Faustino e tra gli odierni viale Italia e via dell’Autodromo, un’area nel quale sorgeva già una piccola pista di atterraggio e che fu integrata nel tracciato dell’autodromo.
I lavori ebbero luogo nel 1949, il 7 maggio del 1950 vi si tenne il primo Gran Premio di Modena di Formula 2: lo vinse Alberto Ascari a bordo di una Ferrari. I gran premi automobilistici disputati sono sette, quelli motociclistici ventidue. Dal 1961 al 1976 vi corsero esclusivamente le moto mentre le scuderie automobilistiche vi svolgevano i test [vedi focus].
L’aerautodromo cadde progressivamente in disuso e dal 1991 è stato trasformato in un’area verde dedicata Enzo Ferrari; della pista non rimane più traccia.
Focus narrativi
Il peculiare nome di aerautodromo deriva dal fatto che la pista poteva ospitare auto, moto ma anche velivoli. Questa particolarità deriva dal fatto che nell’area nella quale si scelse di costruire il circuito si trovava già dal 1910 una piccola pista d’atterraggio con postazione di attracco per dirigibili. I lavori, svolti nel 1949 e gestiti in associazione dall’ACI di Modena e dall’Aero Club, integrarono la pista di atterraggio nel circuito. Il tracciato era una sorta di rettangolo con un vertice smussato, con la pista di atterraggio che faceva da diagonale tra l’angolo dell’ultima curva e il vertice opposto smussato. Nella versione Completa del circuito, i piloti dovevano correre lungo il rettilineo della pista e tornare indietro (le corsie di andata e ritorno erano delimitate da balle di fieno), nella versione Perimetrale, invece, si correva esclusivamente lungo il rettangolo della pista, l’imboccatura della pista d’atterraggio veniva aggirata dai piloti con una curva a gomito che li proiettava verso il traguardo.
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Oltre ad ospitare manifestazioni sportive e assolvere funzioni di piccolo aeroporto militare, commerciale e turistico, il tracciato era usato anche dalla scuola piloti della Scuderia Centro Sud (storica squadra di Formula 1 di Mimmo Dei) e dalle case automobilistiche di Modena per collaudare i modelli. Le esigenze incalzanti delle varie scuderie e i criteri di sicurezza sempre più stringenti richiesti per i tracciati, portarono Enzo Ferrari a chiedere al comune di Modena di costruire un secondo tracciato a Marzaglia; rifiutata la proposta, nel 1972 Ferrari fece costruire il circuito privato di Fiorano.
La città di Modena costruirà effettivamente un nuovo autodromo a Marzaglia, ma solo nel 2011, trent’anni dopo l’abbandono dell’aerautodromo.
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Dal 1950 al 1961 l’aerautodromo ha ospitato sette Gran Premi di Modena tra Formula 2 e Formula 1. La massima categoria vi corse nel ‘57 e nel ‘61, mentre la seconda categoria gaereggiò qui ben cinque volte. I nomi dei vincitori sono vere e proprie leggende dell’automobilismo: le prime due edizioni vanno ad Alberto Ascari, già vincitore dell’ultima gara su strada cittadina, prima con la Ferrari 166 F2 e poi con la Ferrari 500 F2. Nella terza edizione è ancora la Ferrari 500 a vincere, guidata stavolta da Gigi Villoresi. Nel ‘53 e nel ’54 la vittoria arride alla Maserati, la prima volta in F2 con Juan Manuel Fangio e la sua A6 GCM, l’anno successivo, nel GP di Formula 1, con il francese Jean Behra sulla 250F. Gli ultimi gran premi li vincono lo svedese Bonnier sulla Porsche 718/2 e Stirling Moss su una Lotus di Formula 1.
Dopo la vittoria di Moss le auto non corrono più a Modena. Rimangono solo le moto. Il Gran Premio di Modena di moticiclismo per anni è l’evento di apertura della stagione motociclistica in quanto è la prima tappa del Campionato Italiano Velocità. Qui si disputa anche una tappa della Temporada Romagnola. Anche sulle due ruote, l’aerautodromo vede passare nomi straordinari come Giacomo Agostini, Renzo Pasolini e Bruno Spaggiari.
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Come accaduto su molti tracciati storici, negli Anni d’Oro della velocità, gli incidenti in pista non erano infrequenti. All’aerautodromo se ne sono verificati due. Il primo nel 1957 causò la morte di Eugenio Castellotti, schiantatosi a 200km/h in un rettilineo durante una sessione di prove della Ferrari per ragioni a tutt’ora ignote. Il secondo, terribile, si verificò nel giugno 1961. Nel corso di una prova, sulla vettura di Giulio Cabianca della Scuderia Castellotti Cooper-Ferrari si rompe il cambio. L’auto, in folle, esce letteralmente dall’autodromo attraverso un cancello rimasto aperto e imbocca la via Emilia a tutta velocità: la vettura di Cabianca colpì diverse auto e moto, terminando la sua corsa contro la Carrozzeria Orlandi. Questo tragico incidente, nel quale morirono tre persone oltre allo stesso Cabianca, decretò la fine delle corse automobilistiche nel poco sicuro circuito modenese.
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Dopo anni il lento declino, cui fece seguito l’abbandono, l’aerautodromo viene trasformato in un parco. Il complesso, ormai inglobato dal tessuto urbano, viene convertita in area verde nel 1991 e viene dedicato a Enzo Ferrari. Da quel momento in poi diventa un luogo d’incontro per la città, vi si organizzano eventi, uno dei quali immenso.
È il 2017 e il cantante di Zocca, Vasco Rossi, celebra i quarantanni di carriera con un grande concerto al parco Ferrari.
Il concerto ebbe grande risonanza per l’immensa affluenza: ancora oggi, infatti, Modena Park detiene il record per essere stato l’evento musicale con più spettatori paganti per un singolo artista, con 225.000 biglietti venduti.
Spunti videoludici
Modena è senz’altro una sorta di tempio diffuso dell’automobilismo. Parte di questa sacralità è legata alle gare corse per le strade e su questa singolare pista da nomi come Ascari e Fangio. Qui si racconta anche parte della storica rivalità sportiva tra Ferrari e Maserati. È parte di quel racconto epico dell’automobilismo nel Secondo Dopoguerra, momento nel quale correre su un’automobile era un’azione folle e pionieristica, una location straordinaria da far rivivere tra il rombare di storiche Ferrari e Maserati.