Palazzo della Ragione

Descrizione

Il Palazzo della Ragione, detto anche Salone, fa parte dei patrimoni dell’umanità UNESCO. Un tempo sede dei tribunali cittadini e di mercati al coperto della città, oggi ospita eventi cittadini ed è abbellito con diversi affreschi. Il Palazzo della Ragione è situato poco distante dal centro storico e da Piazza dei Signori, e “divide” Piazza delle Erbe da Piazza della Frutta, affacciando i lati opposti della sua struttura nelle rispettive piazze.

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Cenni storici

Si ipotizza che la parte inferiore della struttura fosse già presente nel 1166, ma si stima che il palazzo vero e proprio sia stato eretto attorno al 1218, mentre il porticato venne fatto costruire da Giovanni degli Eremitani tra il 1306 e il 1309. Nel 1420 il palazzo fu ricostruito in seguito a un incendio, e tra il 1425 e il 1440 vennero realizzati degli affreschi a soggetto astrologico che sostituirono quelli realizzati dal famoso pittore Giotto, le cui opere sono molto presenti negli edifici storici padovani, come la Cappella degli Scrovegni. Il palazzo visse un periodo di pace fino al 1756, quando il 17 agosto di quell’anno il tetto fu distrutto e il palazzo fu scoperchiato da un furioso turbine. La ricostruzione del palazzo nel 1797 lo portò ad avere l’aspetto odierno, mentre il grande salone interno fu utilizzato per riunioni popolari, feste e ricorrenze.

Focus narrativi

Essendo posto proprio a metà tra due grandi piazze, è normale che il Palazzo della Ragione ne condivida la storia. Il mercato interno nella parte inferiore della struttura era collegato al mercato delle piazze. Inoltre, il palazzo svolgeva la funzione di tribunale cittadino, quindi si occupava anche di punire i mercanti stessi che truffavano i cittadini, come quelli del canton dee busie, angolo dove si trovavano i mercanti disonesti. Proprio per la loro presenza, il grande passaggio ad arco che collega Palazzo della Ragione al Palazzo Comunale è stato chiamato Volto della Corda, dato che sotto questo arco venivano legati e colpiti con una corda sulla schiena i mercanti imbroglioni e i debitori insolventi. Sul lato opposto c’era un passaggio ormai smantellato che portava invece a Palazzo delle Debite, carcere nel quale erano rinchiusi i debitori insolventi dopo essere stati puniti sotto il Volto della Corda.

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Il grande Salone era tappezzato con affreschi appartenenti a un ciclo originale dipinto da Giotto. Ognuna delle tre sale presentava un tema specifico: motivi astrologici, soggetti religiosi e figure allegoriche. Con l’incendio del 1420, le opere originali vennero tuttavia distrutte. Il grande Salone venne ricostruito senza più la divisione nelle tre sale, e venne deciso di apporre affreschi sulla base di quelli a motivo astrologico preesistenti. Tra il 1425 e il 1440 furono Niccolò Miretto e Stefano da Ferrara a dipingere i nuovi affreschi, disposti su oltre 200 metri lineari di pareti e divisi in 12 comparti, uno dedicato a ogni segno zodiacale, partendo dall’angolo della parete sud-est (quella che si affaccia a Piazza delle Erbe) rappresentante il segno dell’Ariete. Ogni sezione dedicata a un segno, oltre ad essere articolata in tre fasce di nove ripiani l’una, raffigura un apostolo, l’allegoria del mese, il segno zodiacale, il pianeta collegato a tale segno, delle attività tipiche di quel periodo dell’anno e caratteristiche comportamentali degli individui legate, secondo credenze popolari, alle influenze astrali dei segni. Inoltre, nelle fasce inferiori sono rappresentate le quattro virtù cardinali, le tre virtù teologali, i santi protettori di Padova (come ad esempio Sant’Antonio) e i dottori della chiesa.

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All’interno del palazzo è collocata una statua in legno rappresentante un gigantesco cavallo. Quest’opera è stata donata alla città dalla famiglia Emo Capodilista, commissionata inizialmente per una parata del 1466, e rimase nella tenuta familiare fino al momento della donazione avvenuta nel 1837. La scultura era priva di testa e coda, almeno finché lo sculture Antonio Rinaldi non venne incaricato di restaurarla, aggiustando i pezzi mancanti. Nel 2004 avvenne un secondo restauro meno drastico. Questa statua è la copia esatta fatta in età rinascimentale del monumento al Gattamelata realizzata da Donatello e oggi presente in piazza del Santo a Padova. Alto quasi 6 metri, questo imponente cavallo sovrasta la sala interna del Palazzo della Ragione e tramite una botola posta sul dorso è possibile entrarvi all’interno per le procedure di manutenzione ordinaria.

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La copertura del palazzo è stata ricostruita in seguito al turbine del 1756, mantenendo però il disegno originale. Il grande tetto a cupola ovale visto dall’esterno, è in realtà molto più complesso di quel che sembra. L’idea infatti, è quella di una carena di nave rovesciata poggiata su novanta piloni disposti in quattro ordini. La facciate principali danno sulle due piazze e al piano superiore si trova un’ampia loggia, ben più grande di quella in stile veneziano posta al piano inferiore.

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Nel grande Salone è installato un pendolo di Foucalt, pendolo nato come esperimento per dimostrare la rotazione della Terra grazie all’effetto della forza di Coriolis. In questo modello, il filo lungo 20 metri sostiene una sfera di acciaio e alluminio del peso di 13 kg. Tramite un campo magnetico pulsato, la sfera continua a girare simulando sul piano il movimento della terra nel sistema solare, evidenziandone il movimento tramite una serie di 180 LED che si accendono in sequenza man mano che il piano ruota. Questa suggestiva simulazione del moto terreste è stata appositamente installata nel Salone poiché collegata al tema astrologico degli affreschi. Si crea quindi un movimento simile a quello che la terra compie, attraversando in ordine i vari segni zodiacali rendendo ancora di più l’effetto dello scorrere del tempo al passaggio del pendolo, il tutto illuminato da dei LED che ne tracciano il movimento accentuandone l’atmosfera.

Spunti videoludici

Combinando il pendolo e gli affreschi, si potrebbe creare una specie di osservatorio in contesto medievale, o comunque antecedente alla rivoluzione scientifica del Seicento. Considerando la copertura a base di nave rovesciata, ponendo il palazzo in una sorta di ambientazione distorta, si potrebbe dar vita a un palazzo capovolto sottosopra che galleggia.

Il cavallo di legno potrebbe prendere vita per una battaglia contro un boss di dimensioni colossali, nella quale si potrebbero sfruttare i diversi affreschi che in base al segno zodiacale garantiscono un potenziamento differente al giocatore.

Il Palazzo della Ragione potrebbe essere utilizzato all’interno di città e villaggi come tribunale, dato che fino al 1797 svolgeva quella funzione. Compito di chi gioca scagionare o condannare i mercanti delle piazze adiacenti, raccogliendo prove della loro innocenza nell’area circostante al palazzo oppure all’interno dello stesso.

[Bibliografia]

– Beltrame, G., Il palazzo della ragione di Padova, Padova, Circolo storici padovani, 1980, pp. 1-72;
– Autizi, M.B., Autizi, F., Palazzo della Ragione di Padova: guida nella storia e nell’arte, Padova, Editoriale Programma, 2019, pp. 1-111.

[Sitografia]

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