Olivetti ELEA9003

Descrizione

Ingranaggi complessi, anche troppo; sistemi elettromeccanici, affidabili ma lenti; valvole, tanto veloci quanto delicate. Infine il transistor. Un microcosmo elettronico che riduce pesi e dimensioni e semplifica, accelerandolo, anche lo sviluppo delle macchine per fare di conto. Nascono i moderni computer. In Italia è un’antica azienda meccanica che si cimenta per prima con le nuove tecnologie, l’Olivetti. Un gruppo di giovani intraprendenti immagina, progetta, realizza e commercializza il primo elaboratore a transistor della storia. È l’ELEA9003, un gigante delicato che verrà prodotto in soli 40 esemplari. Al mondo ne restano solo due completi, quasi invisibili; di un terzo si è salvata la sola consolle di controllo. È stata restaurata ed ora è esposta al Museo della Scienza di Milano.

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Cenni storici

A partire dal 1956 il Laboratorio Ricerche Elettroniche della Olivetti iniziò la progettazione di un calcolatore di grandi dimensioni (mainframe) denominato ELEA9000, essendo ELEA l’acronimo di ELaboratore Elettronico Aritmetico (poi Automatico).

Per il suo sviluppo venne costituito un gruppo di lavoro composto da giovani ricercatori entusiasti ed affiatati responsabile del quale fu Mario Tchou, un ingegnere italiano di origini cinesi. Approfondisci su www.museoscienza.org.

Focus narrativi

La storia dell’ELEA9003 è strettamente legata a quella dell’azienda Olivetti. “Costituita nel 1908 come ‘prima fabbrica nazionale di macchine per scrivere’, fin dagli inizi l’Olivetti si distingue per l’attenzione alla tecnologia e all’innovazione, la cura del design, la presenza internazionale, la sensibilità verso gli aspetti sociali del lavoro. Questi caratteri sono impressi dal fondatore Camillo Olivetti e dal figlio Adriano, che trasforma l’azienda familiare in un moderno gruppo industriale” (da www.storiaolivetti.it)

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All’Olivetti si deve la nascita del Programma 101, primo esempio di personal computer al mondo, anch’esso esposto al Museo della Scienza di Milano. “Il lancio avvenne il 14 ottobre 1965 a New York, con un successo clamoroso: tra i primi a intuire le potenzialità della P101 ci furono gli scienziati della Nasa, che ne acquistarono quarantacinque esemplari per compilare le mappe lunari ed elaborare la traettoria del viaggio della missione Apollo 11, che nel 1969 portò l’uomo sulla luna” (da LaStampa.it)

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Fondamentale fu l’attenzione posta dalla Olivetti al design della macchina che doveva essere ergonomica, elegante, funzionale e semplice da utilizzare (tutti aspetti che ci ricordano da vicino la storia di Steve Jobs, John Ive e della Apple); di questo aspetto della progettazione venne incaricato Ettore Sottsass che operò in modo da strutturare le varie parti secondo una logica modulare; vennero ad esempio eliminati gli enormi armadi pieni di componentistica tipici dei “vecchi” elaboratori mentre anche il complesso passaggio delle centinaia di cavi necessari al funzionamento venne razionalizzato con canaline e tubi di nuova concezione.Presentato nel 1957 alla Fiera Campionaria di Milano il progetto consentì a Sottsass di vincere il prestigioso Compasso d’Oro. Il Museo della Scienza conserva un’intervista a Ettore Sottsass relativa al periodo in cui il designer aveva lavorato per Olivetti (da cui emerge un curioso aneddoto: Sottssass dichiarò che nel progettare l’interfaccia dell’ELEA per molti elementi andò “a caso”, poiché nemmeno gli ingegneri che l’avevano progettato avevano molto chiara l’idea di come un computer sarebbe stato utilizzato).

Spunti videoludici

Difficile slegare un oggetto dal contesto storico e sociale da cui nasce, ancor meno dal proprio creatore. La storia della Olivetti è la storia di un’azienda visionaria, che inventò il personal computer ancor prima che Bill Gates e Steve Jobs approdassero in questo mercato. Una storia in cui la tecnologia si mescola alle persone.
Sul tema calcolatori e mainframe la mente dei nerd corre irrimediabilmente a Wargames, film di John Badham del 1983, da cui venne anche tratto un videogioco.

[Bibliografia]
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Cignoni Giovanni e Guiducci Fabio, Rediscovering the very first Italian digital computer, HISTory of ELectro-technology CONference (HISTELCON), 2012 Third IEEE
Cignoni Giovanni, Guiducci Fabio e Ronco Daniele, I documenti raccontano le storie della CEP Quaderni della Fondazione Galileo Galilei n. 1, Pisa University Press, 2013
De Marco Giuseppe, Mainetto Giovanni, Pisani Serena, Savino Pasquale, The Early Computers of Italy, IEEE Annals of History of Computing, Vol. 21, No. 4, 1999
Filippazzi Franco, ELEA 9003: storia di una sfida industriale. Gli elaboratori elettronici Olivetti negli anni 1950-1960, Università di Udine, 21/05/2008
Hénin Silvio, Il racconto del computer. Come è nato e perché, Giugliano (NA): Edizioni Manna, 2017
Logrippo Luigi, My first two computers: Elea 9003 and Elea 6001. Memories of a ‘bare-metal’ programmer, 2007
Parolini Giuditta, Olivetti Elea 9003: Between Scientific Research and Computer Business, in John Impagliazzo (ed.), History of Computing and Education 3 (HCE3) : IFIP 20th World Computer Congress, Proceedings of the Third IFIP Conference on the History of Computing and Education WG 9. 7/TC9, History of Computing, September 7-10, 2008, Milano, Italy
Pivato Marco, Il miracolo scippato. Le quattro occasioni sprecate della scienza italiana negli anni Sessanta, Roma: Donzelli, 2011
Rao Giuseppe, “Mario Tchou e l’Olivetti Elea 9003”, Limes, rivista italiana di geopolitica, 10 July 2008
Soria Lorenzo, Informatica: un’occasione perduta. La Divisione elettronica dell’Olivetti nei primi anni del centrosinistra, Torino: Einaudi, 1979

[Sitografia]
StoriaOlivetti.it
Olivetti
Wikipedia

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