Museo della Scienza - ©ArchivioMuseoNazionaleScienzaTecnologia, foto di Lorenza Daverio

Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci”

Descrizione

Nato nel 1953, è oggi uno dei più grandi musei tecnico scientifici d’Europa. Immerso nei chiostri di un monastero olivetano del cinquecento, si estende per circa 50.000 mq. Le esposizioni permanenti integrano gli oggetti storici, patrimonio del Museo, con strumenti contemporanei quali: exhibit, multimedia, audiovisivi, videogame progettati ad hoc, riproduzioni di oggetti e ambienti. È il Museo dove scoprire le esposizioni e i laboratori interattivi dedicati all’energia, ai materiali, alla comunicazione, ai trasporti, all’alimentazione e alla fisica delle particelle.

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Cenni storici

Il Museo occupa i locali di un antico monastero olivetano, ampliamento di un precedente chiostro benedettino, sorto nel cuore della Milano romana. All’interno dei chiostri è possibile vedere ancora i resti dell’imponente cinta fortificata (90 m x 125 m) rinforzata da torri, che proteggeva al suo interno un mausoleo imperiale romano. Dopo un lungo periodo di prosperità, dal Medioevo alla metà del 1400, l’importanza del monastero declina, tanto che nel 1500 vengono avviate trattative con l’ordine degli Olivetani per dare nuova vita all’abbazia. L’arrivo dei monaci Olivetani coincide con il periodo di massimo splendore. Sono avviati importanti lavori di ampliamento: tra il 1508 e il 1525 vengono realizzati il primo grande chiostro e il relativo dormitorio, tra il 1553 e il 1578 viene edificato il secondo chiostro. Il complesso comprende le celle dei monaci, la foresteria, la biblioteca, l’appartamento abbaziale, la Sala del Capitolo, l’ospizio dei novizi, orti, giardini e una vigna. Nel 1560 inizia la costruzione della nuova chiesa. L’8 giugno 1805 un decreto napoleonico sopprime il monastero e lo converte prima in ospedale militare, poi in caserma. Al posto dei giardini sorgono le scuderie e il maneggio. Pesantemente bombardato nell’agosto del 1943, il 26 aprile 1947 l’intero complesso è assegnato a sede del nuovo Museo. Ristrutturato su progetto dell’architetto Piero Portaluppi, viene inaugurato il 15 febbraio 1953.

Focus narrativi

La lunga e intricata storia del complesso oggi occupato dal Museo è di per sé terreno fertile di vicende ed eventi storici. A partire dal 1507, i monaci Olivetani prendono possesso delle vecchie strutture del convento benedettino e della basilica di San Vittore al Corpo. La conversione in ospedale militare e poi in caserma trasformano il luogo da scenario religioso a scenario militare.

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Particolarmente rilevanti i bombardamenti avvenuti durante la Seconda guerra mondiale. La storia del museo si lega così tragicamente a quella del secondo grande conflitto del Novecento. Gli spazi, una volta maestosi, sono ridotti a ruderi: “Le volte dei chiostri, delle gallerie e dei locali minori, rimaste senza protezione, andavano inzuppandosi di acque; il gelo ed il torrido sole procuravano frane e crolli; doveva riuscire persino pericoloso avventurarsi ad esplorare il vastissimo campo di muri smozzicati e ormai abbandonati alla più completa rovina” (da www.museoscienza.org).

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Seguono focus narrativi legati al patrimonio conservato all’interno del museo:

Telescopio rifrattore equatoriale Merz-Repsold. Attraverso il quale sul finire dell’Ottocento lo scienziato Giovanni Schiaparelli osservò Marte. Leggi la scheda dedicata.

Detector Magnetico Marconi. Uno dei primi rilevatori radio della storia. Leggi la scheda dedicata.

Astrario di Giovanni Dondi. Meccanismo tolemaico medioevale che descrive il moto degli astri prevedendone la posizione in cielo. Leggi la scheda dedicata.

Olivetti Elea 9003. Primo elaboratore a transistor della storia realizzato dall’azienda italiana Olivetti. Leggi la scheda dedicata.

Natta e il suo bancone. Bancone e strumentazione arrivano dal laboratorio dove è nato il polipropilene. Un nome ai più sconosciuto, a differenza della plastica che lo porta: il polipropilene è ovunque. Questa plastica riveste un ruolo fondamentale per la sua versatilità, ma anche perché dal propilene in poi la plastica è diventata il materiale agevolmente riproducibile e facilmente lavorabile del quale oggi sarebbe impossibile fare a meno. Questa invenzione è stata rivoluzionaria.

Elicottero sperimentale Forlanini. Presentato pubblicamente per la prima volta nei Giardini Pubblici di Milano. Leggi la scheda dedicata.

Gamba de Legn. L’espressione “Gamba de legn” veniva usata nel milanese fra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento per indicare le locomotive a vapore utilizzate nelle prime linee tranviarie interurbane. Per timore che nelle vie cittadine sbuffi di vapore o ciottoli della massicciata colpiscano i passanti o i tanti cavalli ancora presenti, le motrici del Gamba de Legn sono avvolte da una pesante grembiulatura metallica. Quando la linea Milano-Magenta-Castono inaugura, una corsa in 2° classe dal capolinea milanese di Corso Vercelli 33 a Cascine Olona costa 0.40 centesimi di lira.

Locomotiva Gr 552 036. Questo tipo di locomotiva è il mezzo di trasporto protagonista, per il tratto italiano, nel famoso romanzo di Jules Verne Il giro del mondo in ottanta giorni. Dopo l’apertura nel 1871 del Frejus tra Francia e Italia, trainava ogni settimana da Milano a Brindisi la “Valigia delle Indie”, il famoso convoglio che collegava Londra a Bombay. Era composto da un bagaglio postale, due carrozze letto e una vettura ristorante. Presentata all’Esposizione Universale di Parigi nel 1889, la locomotiva Gr 552 era affidabile e veloce. Per questo era stata scelta per trainare i treni sulle tratte più importanti del nostro Paese.

Sottomarino S-506 Enrico Toti. L’Enrico Toti è il primo sottomarino realizzato in Italia nel secondo dopo guerra. La sua costruzione, insieme agli altri 3 battelli gemelli, risponde alla necessità del Patto Atlantico di monitorare, negli anni della Guerra Fredda , l’ingresso di sottomarini nucleari sovietici nel Mediterraneo. Il compito principale dell’S-506 era scoprire e tracciare la presenza di sottomarini in transito attraverso il Canale di Sicilia. Grazie alle sue ridotte dimensioni fu per molti anni uno dei mezzi più difficili da individuare con strumentazione elettroniche come i sonar.

Centrale termoelettrica Regina Margherita. Questa centrale viene installata nel 1895 presso il setificio Egidio e Pio Gavazzi di Desio per illuminare gli ambienti e azionare telai meccanici, tra i primi in Italia. All’inaugurazione partecipano re Umberto I e Margherita di Savoia, a cui la macchina è dedicata. Elettrificare uno stabilimento, a fine Ottocento, è un fatto di rilievo, e i Gavazzi sono una famiglia di spicco dell’imprenditoria serica lombarda. La centrale, progettata al Politecnico di Milano, accoppia una motrice a vapore Franco Tosi – eccellenza della meccanica italiana – a due alternatori Brown Boveri. Lavorerà fino al 1954 e nel 1958 sarà donata al Museo della Scienza.

Pila idraulica a magli multipli. Una delle tre invenzioni grazie alle quali i mastri cartai di Fabriano hanno inventato la carta moderna nel XIII secolo. Leggi la scheda dedicata.

Spunti videoludici

Il museo risulta particolarmente interessante non solo per il complesso di edifici storici in cui è inserito, caratterizzato da una storia secolare e stratificata, ma anche per la sua architettura e il suo essere un microcosmo urbano all’interno del più ampio tessuto cittadino.
Non solo la storia dell’edificio, ma anche le numerose storie degli oggetti conservati al suo interno. In altre parole, il museo diventa porta d’accesso verso molteplici narrazioni a partire dagli oggetti conservati. Per approfondire gli spunti videoludici legati al patrimonio vi rimandiamo alle schede dedicate.

[Bibliografia]
F. Reggiori, Il Monastero Olivetano di San Vittore al Corpo in Milano, Milano Silvana Editoriale D’arte
AAVV, Cinque anni del Museo: 1953-1958, Alfieri e Lacroix, Milano, 1958
Mario Mirabella Roberti e Ferdinando Reggiori, Il museo Nazionale della Scienza e della Tecnica: saggi introduttivi, Banca Popolare, Milano, 1972
Claudio Giorgione, Leonardo da Vinci. La collezione di modelli del Museo, Milano, Museo nazionale della Scienza e della Tecnologia, 2009
Paola Ucelli Gnesutta, Francesco Samore’, Giorgio Bigatti… [et al.], Guido Ucelli di Nemi: industriale, umanista, innovatore, Milano, Hoepli, 2011

[Sitografia]
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci

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