Museo della figurina

Descrizione

Il Museo della figurina, con sede a Palazzo Santa Margherita in centro a Modena, raccoglie la collezione di piccole stampe creata da Giuseppe Panini fondatore dell’omonima casa editrice di figurine. Il museo custodisce, oltre alle figurine vere e proprie, una grande varietà di piccole stampe a colori e costituisce, dunque, un percorso nell’evoluzione della stampa a colori e nell’uso delle immagini nell’età moderno-contemporanea.

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Cenni storici

La collezione del Museo della figurina nasce all’interno della Panini per volontà di Giuseppe Panini, uno dei fratelli fondatori della casa editrice. Oltre alle figurine, Giuseppe raccoglie stampe antiche, scatole di fiammiferi, bolli chiudilettera, illustrazioni stampate contenute nelle sigarette, fascette dei sigari, menu, piccoli calendari, serie di cartoline, album creati da aziende e collezionisti etc., una lunga lista di piccole immagini prodotte in serie che hanno la loro ragion d’essere grazie all’invenzione di tecniche di stampa via via più sofisticate – xilografia, calcografia, litografia, cromolitografia – e che divengono presto oggetto di collezionismo per tutto l’Ottocento, ben prima che i fratelli Panini facessero delle figurine moderne il collezionabile per eccellenza.
La collezione di Giuseppe Panini nel 1986 divenne un museo all’interno dell’azienda di viale Emilio Po. Nel 1992 la raccolta viene donata dai Panini al comune di Modena che inaugura il Museo della figurina nel dicembre 2006.

Focus narrativi

Attraverso la storia delle figurine, il museo consente di ripercorrere la storia dei processi di stampa in serie che hanno radicalmente trasformato l’utilizzo delle immagini all’interno della società: un percorso tematico che vede con l’evoluzione delle tecniche di stampa anche un cambiamento nel modo di “concepire” l’uso delle immagini.

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L’esposizione permanente mette in mostra “soltanto” 2.500 pezzi a fronte di un patrimonio di circa 500.000 esemplari utilizzati, di volta in volta, in mostre temporanee tematiche.

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Le serie esposte affrontano le tematiche più disparate: si parte dalle raccolte di immagini sacre per passare poi, con l’evoluzione dei mezzi tecnici e un uso massivo da parte della pubblicità, a illustrazioni di modi di vivere e mondi (reali, edulcorati o immaginari) incredibilmente variegate.

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Il museo presenta un singolare allestimento della collezione: una grande sala all’interno della quale si trovano sei grandi armadi a scorrimento che il fruitore, come per un grande album di figurine, può sfogliare liberamente.

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All’interno dell’esposizione, grande rilevanza ha la collezione Liebig. La ditta tedesca, produttrice di estratto di carne, fu tra le prime ad avvalersi di immagini stampate a corredo pubblicitario per i suoi prodotti e, certamente, a questa pratica legò molto il suo nome: a partire dal 1870 l’azienda cominciò a elaborare illustrazioni raffiguranti bambini donne e fiori all’interno di tenere scene di vita (sempre alla presenza del barattolo bianco di estratto Liebig). Le figurine Liebig ebbero negli anni talmente tanto successo da diventare una componente fondamentale nella vita dell’azienda, che ne realizzò molte serie, alcune delle quali, ben corredate da didascalie, di un certo valore didattico.

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La parte finale dell’esposizione è dedicata all’invenzione della figurina moderna e all’ascesa della Panini. In un’epoca di ricostruzione, in cui lo sport faceva da collante per un paese in cerca della propria identità sociale, i fratelli Giuseppe e Benito Panini acquistano un lotto di figurine sportive Nannina invendute e decidono di commercializzarle in pacchetti: è l’idea di base di quello che diverrà, poco dopo, lo storico album dei Calciatori Panini, sul quale campeggia il giocatore del Milan Nils Liendholm, e che farà dell’Agenzia di distribuzione giornali dei fratelli Panini uno dei pilastri dell’editoria italiana. La storia delle figurine è, dunque, la storia di una famiglia che lega il suo nome e il suo destino a questa forma di collezionismo unica.

Spunti videoludici

Il medium videoludico conserva forti legami con la figurina, soprattutto per quanto riguarda il tema del collezionismo, aspetto spesso secondario ma onnipresente all’interno della produzione videoludica. Un videogioco sul Museo della figurina potrebbe prendere le mosse oltre che dal profilo storico/tematico dell’istituto anche dall’interazione creativa con le piccole immagini: le figurine come oggetto da ricercare e collezionare ma anche porte da aprire su mondi, storie ed epoche differenti in attesa di essere messe in correlazione dall’utente (si pensi, in questo senso, alla dinamica di ricerca di foto e ricordi vista in Unravel).

[Sitografia]

Museo della Figurina – Comune di Modena
Panorama
Guida di Modena
Città d’Arte Emilia-Romagna

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