Monumento ad Alessandro Tassoni

Descrizione

Monumento marmoreo scolpito da Antonio Cavazza, sito in centro a Modena, all’ombra della torre campanaria del Duomo, nel 1860 e dedicato allo scrittore modenese secentesco Alessandro Tassoni, autore del poema eroicomico La Secchia rapita.

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Cenni storici

Il monumento a Tassoni, collocato ai piedi della Ghirlandina in piazza Torre, è il primo di una serie di monumenti che Modena, tramite la “Società per l’erezione dei monumenti agli illustri modenesi” volle dedicare ad alcuni dei suoi cittadini più illustri. Originariamente il programma della società prevedeva di erigere cinque statue (raffiguranti Tassoni, Correggio, il Vignola, Carlo Sigonio e Fulvio Testi) disposte lungo la via Emilia, ma quella del Tassoni fu l’unica delle cinque a vedere la luce.
La scultura è opera dell’artista locale Antonio Cavazza e fu inaugurata in pompa magna il 26 novembre 1860.
Sebbene Tassoni abbia vissuto buona parte della sua vita altrove e, talvolta, abbia mosso aspre critiche alla sua città e ai suoi governanti, Modena e il suo “gentiluomo di belle lettere” furono sempre vicendevolmente legati.
Nato da famiglia nobile nel 1565, fu un personaggio di carattere bizzarro, litigioso avido e desideroso di gloria. Desideroso di fare carriera visse a Roma al servizio di Ascanio Colonna, poi tentò la grande occasione mettendosi al servizio dei Savoia, ma le invidie degli altri segretari del duca di Savoia resero infruttuoso il suo soggiorno torinese, iniziato nel 1619 e conclusosi con il ritorno a Roma nel ’21. Dopo alcuni anni vissuti al servizio del cardinale Ludovisi, torna a Modena dove trascorre gli ultimi anni della sua vita.
Scrive diverse opere saggistiche, ma a garantirgli la fama è il poema eroicomico La Secchia rapita che racconta dell’antica rivalità tra Modena e Bologna [vedi Focus].

Focus narrativi

Quella di Tassoni non si può di certo definire una vita tranquilla. Perse i genitori nei primi tre anni di vita, passando alle cure del nonno materno e di uno zio. Dopo essersi laureato in diritto tra Modena, Bologna, Pisa e Ferrara, già nominato accademico della Crusca nel 1859, attraversa una fase segnata da episodi turbolenti e di delinquenza che gli valgono l’allontanamento da Nonantola, ove viveva, nel 1595. Desideroso di far carriera, si trasferisce a Roma per diventare segretario del cardinale Ascanio Colonna che seguì in Spagna nel 1600. Durante il soggiorno a Valladolid scopre di essere sospettato di stregoneria dall’Inquisizione di Modena per aver regalato a una donna spagnola una piccola ampolla con dentro un diavoletto. Dopo il 1614, anno in cui si propone invano come segretario di Paolo V, tenta la fortuna mettendosi alle dipendenze di casa Savoia, dalla quale riceve promesse di ricompense che, però, tardano ad arrivare. La sua grande occasione arriva nel 1619, quando viene richiesto a Torino in veste di «primo segretario delle lettere e de’ complimenti» ma è presto costretto a lasciare l’incarico anche in ragione delle sue posizioni anti-spagnole. Naufragano così le sue speranze di ricevere benefici dai Savoia. Entrato al servizio del cardinale Ludovisi nel ’26, ritorna a Modena nel 1632, qui muore nel 1635.

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Tassoni è un intelletto sui generis, dotato di vastissime conoscenze ma sempre desideroso di apparire originale. Una delle sue prime opere è Dieci libri di pensieri diversi di Alessandro Tassoni modenese, che raccoglie tutta una serie di considerazioni dello scrittore su una vastissima quantità di temi differenti, dai più complessi fino ad arrivare ad argomenti bizzarri e ridicoli. Nonostante ciò, il decimo libro, dedicato alla questione “antichi contro moderni” diventa fondamentale nella Querelle des anciens et des modernes che si imporrà in Francia nel corso del secolo. Dalle altre sue opere emergono la vena polemica (e, talvolta, piuttosto volgare) e la bizzarria del suo carattere.

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L’opera che gli conferisce la gloria è il poema eroicomico La Secchia rapita. L’argomento è piuttosto singolare. Partendo da un episodio realmente accaduto, la battaglia di Zappolino (avvenuta nel 1325 nel contesto dello scontro tra guelfi e ghibellini), Tassoni crea un poema che mescola eventi cronologicamente distanti, li mescola, li confonde con elementi originali in un tutt’uno giocoso.
Dopo una battaglia, i modenesi inseguono l’esercito bolognese in fuga, arrivati alle porte della città felsinea assetati, i petroniani si fermano ad abbeverarsi a un pozzo e decidono, poi di tenere come trofeo la secchia di legno dalla quale hanno attinto. I bolognesi chiedono di riavere indietro la secchia ma i modenesi si rifiutano, ne nasce una guerra nella quale, com’è tipico dell’epica greco-latina, anche le divinità dell’Olimpo prendono parte: Apollo e Minerva si schierano con Bologna, Marte, Venere e Bacco con Modena. Tra i capi dell’esercito modenese c’è il conte di Culagna, condottiero debole, bugiardo e vile. Il conte si innamora della bella e valorosa Renoppia, capo di un esercito di sole donne in grado di mettere in fuga i bolognesi. Recuperando l’episodio della battaglia di Fossalta, Tassoni fa partecipare alla guerra anche re Enzo, figlio di Federico II, il quale finisce prigioniero dei bolognesi. La guerra per il recupero della secchia si conclude, tra episodi stravaganti, con un accordo tra le due città secondo il quale i bolognesi possono tenersi re Enzo e i modenesi la secchia, custodita e guardata a vista in cima alla Ghirlandina.
Una copia della secchia è custodita ancora oggi nella Ghirlandina. L’originale, invece, è custodito in una teca di vetro all’interno del palazzo comunale. Esiste anche una teoria secondo la quale la vera secchia sarebbe tenuta segreta in San Felice.
L’opera, ridotta a libretto da Boccherini, fu musicata da Antonio Salieri ed eseguita per la prima volta nel 1772.

Spunti videoludici

Tassoni fu un intelletto sui generis che ebbe una vita particolare quanto le sue opere. Queste ultime, seppure non siano adatte al gusto contemporaneo, possono fornire molti spunti eroicomici in un’opera dedicata a questo stravagante personaggio. La Secchia rapita, poi, è un classico che gode ancora oggi di grande fama nelle scuole anche se a questa fama non fa seguito un vero e proprio studio. Un’esplorazione videoludica del poema potrebbe essere senz’altro divertente e di grande effetto didattico.

[Bibliografia]

– A.A.V.V., Alessandro Tassoni: Spirito Bisquadro (Catalogo Mostra), Modena, Musei Civici Modena, 2015.
– Alessandro Tassoni, La Secchia Rapita, Roma, Formiggini, 1924 (consultato in versione digitale da Progetto Manuzio).

[Sitografia]

Comune di Modena
Visit Modena
Premio Alessandro Tassoni
Treccani
Modena Today

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