Monte Penice

Descrizione

Il monte Penice è una delle vette più alte dell’Appennino ligure (1460 metri d’altezza sul livello del mare), e si trova al confine tra i territori dell’Oltrepò Pavese e del Piacentino. Dalla vetta, che ospita il santuario di Santa Maria e degli imponenti ripetitori televisivi, si ha una meravigliosa vista sulle valli circostanti e sulle cime montuose appenniniche. Ai piedi della montagna si trovano Bobbio e Varzi, piccole cittadine che nel tempo sono diventate mete turistiche rilevanti.

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Cenni storici

Sulla vetta del monte, il santuario dedicato alla Madonna è stato fondato almeno nel VII secolo e la chiesetta attualmente presente nel XVII. Il sentiero che parte da Bobbio e serpeggia su per l’altura risale invece al Medioevo. Quel che è sicuro, è che la venerazione sul sito della Vergine Maria viene testimoniata da oltre 1350 anni, a seguito di una promessa che San Colombano fece a Teodolinda, regina dei Longobardi. Per molti secoli la chiesa di S. Maria in Penice è appartenuta al monastero del santo, passando solo nel XIX Secolo alla diocesi di Bobbio e diventando così il suo principale centro dedito al culto mariano.

Focus narrativi

La chiesa in vetta al Monte Penice venne fondata in epoca medievale, probabilmente sulla pianta preesistente di un tempio pagano celto-ligure. A testimoniare la presenza di una struttura pagana sulla sommità della montagna, un reperto oggi conservato a Genova: una piccola statuetta raffigurante un sacerdote, colto in attività votiva. Alcune testimonianze indicano che già nel 622 il re longobardo Adiuvaldo, visitando a Bobbio la tomba di San Colombano, salì sul monte assieme alla madre Teodolinda, forse per toccare con mano l’atmosfera e la rigida disciplina della vita monastica al sacrario, prima di scendere a visitare il borgo. Nel XI secolo alcune fonti descrivono invece il santuario nelle sue dimensioni attuali. La chiesa venne titolata alla Madre di Dio, in seguito alla “Madonna del Penice”, o “Santa Maria in Monte Penice”. Due lavori di ristrutturazione avvennero nel 1073 e nel 1619: fu poi costruito un portico dopo il 1904, una statua del Cristo Redentore nel 1900, una torre campanaria nel 1967. La strada che porta alla vetta è stata invece ultimata nel 1927. Ulteriori ristrutturazioni sono state portate avanti di recente: gli interni sono stati riportati alle loro condizioni originarie, mentre sono stati aggiunti un nuovo altare e un ambone. In ottimo stato anche la statua della Madonna di Penice con bambino, risalente al XV secolo, nonché la statua di San Bartolomeo del XVIII Secolo.

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Nel 2009, il rettore don Angiolino Bulla ha voluto decorare gli interni della chiesa con delle icone orientali. Scrive Bulla sul portale online della chiesa: “Per il rigore spirituale con cui vengono eseguite, le icone – sono della tradizione religiosa orientale – non hanno eguale nell’arte occidentale.
Prima di intraprendere la preparazione, il pittore si immerge nella preghiera, domandando a Dio di dirigere e illuminare l’anima, il cuore e lo spirito del servo, guidandone le mani per rappresentare degnamente l’immagine sacra. Diversamente dalla concezione occidentale e rinascimentale l’opera del pittore di icone non è intesa come opera d’arte, ma opera testimoniale. L’icona, infatti, non si dipinge, si scrive. Il pittore non è che l’esecutore, colui che trascrive in immagine ciò che vede del mondo divino; per questo la sua non è considerata una creazione individuale cui imprimere la propria personalità. Essendo rivelazione del sacro, la pittura d’icone ha valenza di predicazione. Essa rende visibile concretamente il mondo edificato da Dio e la sua sovra terrena bellezza. Questo tempio, ora rilucente di icone, accoglie un frammento della tradizione pittorica orientale, cui lo spettatore occidentale è riconoscente: cariche di simboli, le icone aprono alla sua anima un varco sul mondo divino”. Descrive poi le principali icone appartenenti alla collezione: l’Annunciazione, Il Natale del Signore, la Dormizione della Madre di Maria, la Pentecoste, il Pantocratore, la Presentazione di Gesù al tempio.

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Quando il periglioso viaggio di San Colombano lo portò a Milano, questi fu accolto dal re longobardo Agilulfo e dalla moglie Teodolinda, che chiesero il suo consiglio su un eventuale avvicinamento alla chiesa. I consigli del santo riscossero successo, e per ricompensarlo gli donarono una porzione di terreno per edificare una struttura monastica a Bobbio. Teodolinda accompagnò personalmente il santo e gli fece promettere di dedicare una chiesa alla Madonna sulla cima del Penice. Un’altra versione della storia vede la sola regina Teodolinda dietro la fondazione del monastero: l’avrebbe fondato a seguito della morte del santo, dopo aver visitato la sua tomba e averne udito la voce.

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Una leggenda vuole che la Cascata del Carlone, vicina al santuario sulla vetta del monte e che confluisce in un elegante laghetto termale, veda scorrere un’acqua miracolosa: durante la peste, nel medioevo, i monaci del sito si salvarono dissetandovisi e facendovi bagni all’interno. Fu così che la fonte miracolosa salvò dapprima gli abitanti del monastero, e in seguito sia gli abitanti di Bobbio sia i pellegrini della via Francigena, che passavano di qui durante il loro cammino sacro.

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Un sentiero escursionistico medievale collega Bobbio e il santuario sulla vetta del Penice, passando attraverso la valle del Carlone. Si tratta di una strada-mulattiera, in quanto alterna alcuni tratti percorribili a piedi con altri carrozzabili o asfaltati. È stato restaurato e ampliato da Carlo Muzio, rettore del santuario, nei primi del Novecento. Il percorso è particolarmente suggestivo e consente di entrare in contatto con la fauna del luogo, incrociando rapaci e altri volatili (il luogo è ambiente favorevole per svariate nidificazioni), cinghiali, caprioli, lepri, tassi, daini, ricci, faine, istrici, volpi, donnole, ghiri, scoiattoli, merli, picchi, corvi, ghiandaie, gazze, usignoli, fagiani, pernici, upupe, passeri, rondoni, civetti e così via, lucertole, rospi, rane, serpenti comuni, addirittura aquile reali e bianconi. È inoltre possibile osservare il panorama circostante da luoghi d’eccezione e che tolgono il fiato. Recentemente pare che abbia fatto ritorno nella zona il lupo, quasi scomparso verso la fine dell’800.

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Vicino al santuario si trova il ristoro “Tra le nuvole”, gestito dall’Associazione Culturale del luogo e atto ad accogliere turisti e pellegrini. Al fianco di entrambi si trovano invece degli alti e robusti ripetitori televisivi e radiofonici, che hanno in parte deturpato l’aspetto della montagna: tra questi, lo storico antennone della Rai, che fornisce il segnale a una grande porzione del nord Italia con potenza fino a 25kW – è il ripetitore Rai con il bacino di utenza più ampio in tutto il paese.

Spunti videoludici

Un’antica struttura celtica, una fonte d’acqua miracolosa, un santuario che è meta di pellegrinaggi e, a fare da contraltare, la spiazzante (e scomoda) modernità dei radio ripetitori. Monte Penice è uno spazio sincretico che sembra perfetto per ambientare un racconto videoludico esplorativo, opportunamente integrato con inserti narrativi: la sommità è raggiungibile mediante una via di origine medievale che si snoda per meraviglie naturali e incrocia svariate creature, un vero e proprio sentiero avventuroso che non può che chiudersi col raggiungimento di un luogo altrettanto magico, laddove le icone cozzano col progresso tecnologico e i pellegrini vengono ospitati per la notte prima di riprendere il cammino. Un luogo che rievoca i contrasti concettuali di celebri titoli come Final Fantasy X (Square Enix, 2002), che si basa tutto sul conflitto tra fede e tecnologia sintetizzandole in uno spazio unico e tutto da scoprire. Sembra allora che il monte Penice, assommando a questo conflitto tra concetti e costumi anche antitetici l’incanto del reale piacentino, possa seguitare a una riflessione ben più ampia, e addirittura arricchirla.

[Bibliografia]

– Angelo Alpegiani, Le otto Parrocchie e Frammenti di Bobbio, Monumenti, edifici storici, religiosi e votivi e luoghi di interesse del comune di Bobbio, Ed. Libreria Internazionale Romagnosi (LIR), Bobbio, 2011.

[Sitografia]

Santuario Monte Penice
Santuario di Santa Maria in Monte Penice
Vaticano.com

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