Descrizione
Il Guglielmo è un monte di roccia calcarea appartenente alle Prealpi Bresciane che, con il Dosso Pedalta, raggiunge i 1957 metri d’altezza diventando il punto più alto della zona montuosa del Sebino. La Cima di Castel Bertino, leggermente più bassa, è però considerata la vera vetta del monte. Su di essa è infatti stato costruito un monumento dedicato al Redentore, poi affiancato da una statua in bronzo di Paolo VI. La montagna, in condizioni atmosferiche favorevoli, è visibile da tutta la Pianura Padana mentre dalla sua cima si ha la possibilità di ammirare le Prealpi Lombarde, l’Adamello e le Dolomiti di Brenta, la Pianura Padana con il lago di Garda e quello d’Iseo e, nelle giornate più limpide, anche gli Appennini.
Cenni storici
Verso la fine dell’Ottocento si diffuse un amore per la montagna e per l’alpinismo che si andò ad intrecciare con il volere di papa Leone XIII, facendo nascere l’idea di costruire venti monumenti dedicati a Cristo Redentore sulle vette più significative di tutta Italia per celebrare i diciannove secoli di fede trascorsi e quello che stava per avviarsi. Per la Lombardia, la scelta ricadde sul Monte Guglielmo per la sua posizione elevata e ben visibile, e l’opera fu affidata a Giorgio Montini. Inizialmente si pensò a una croce in ferro, poi si decise per la costruzione di una cappella nel quale poter celebrare la Messa per i fedeli arrivati sulla cima. Il progetto fu realizzato da Carlo Melchiotti e la cappella fu consacrata nel 1902. Nel 1935 venne costruito anche il rifugio Pontogna come riparo per i numerosi sciatori che in quegli anni iniziavano a frequentare la cima. Quando, nel 1963, il figlio di Montini Giovan Battista divenne papa con il nome di Paolo VI, non esitò a far ricostruire il monumento ormai eroso dagli agenti atmosferici. Noto era l’affetto che il papa provava nei confronti della montagna della sua infanzia, tant’è che nel 1997, dopo la sua morte e in occasione di quello che avrebbe dovuto essere il suo centesimo compleanno, fu realizzata una statua che lo ritrae posta al fianco della cappella.
Focus narrativi
Inizialmente, sulle mappe, la montagna era segnata con il nome Culmine, inteso come “colma” o “cima” ad indicare la vetta senza vegetazione e dalla conformazione dolce e agevole. Tale termine è stato poi trasformato dal dialetto lombardo in Gölem e, a partire dal XVII secolo, italianizzato in Guglielmo. La denominazione ora diffusa non si riferisce quindi al nome proprio di persona ma è frutto di un errore di traduzione. Nonostante ciò, entrambi gli appellativi (in dialetto e nella versione italianizzata) convivono tuttora nelle cartine geografiche ufficiali.
***
Il Guglielmo è anche sede di diverse attività sportive: oltre alle varie escursioni che permettono la risalita partendo da diversi paesi limitrofi, vi sono anche due corse podistiche. La prima, a livello nazionale, è chiamata “Proài-Gölem”, ha come punto di partenza il paese di Provaglio d’Iseo e si svolge nel mese di giugno mentre la seconda, il “Gir de le malghe”, prevede la partenza e l’arrivo nella località di Caregno val Trompia, con il passaggio per tutte le principali malghe della zona, andando a toccare anche la cima del Guglielmo. Per quanto riguarda gli sport invernali, nel 1953 vi fu la prima edizione della gara di fondo chiamata “Discesù” poi sostituita nel 1994 dalla “Rampegada”, competizione di sci alpinismo conosciuta a livello nazionale.
***
Il clima montano e la varietà paesaggistica che prevede la presenza sia di boschi, che di praterie e aree rocciose a una maggiore altitudine, consentono la conservazione di diversi ecosistemi.
Oltre alle svariate tipologie di uccelli che durante la migrazione sostano sul monte, il Guglielmo ospita anche alcune specie acquatiche che sopravvivono soprattutto grazie agli abbeveratoi destinati al bestiame e utilizzati durante la pratica della transumanza. Inoltre, la presenza di due specie appartenenti alla classe degli anfibi e protette dalla Direttiva Habitat (che si occupa della biodiversità del territorio a livello europeo) ha permesso al monte di essere riconosciuto nel 2016 come Area di Rilevanza Erpetologica Regionale.
***
Nella zona del monte Guglielmo vi è anche una cima chiamata “Corna delle due signore”, nome derivante da una leggenda che coinvolge la malga Stalletti Bassi ai piedi della cima. Essa narra che molti anni fa, due donne dirette al paese sottostante, Pezzoro, passarono la notte nella cascina in modo da incontrare, la mattina successiva, due guide con le quali si erano accordate. Quando le guide arrivarono alla malga, trovarono però i corpi delle donne decapitati. Non si fece mai luce sull’accaduto ma la leggenda afferma che durante alcune notti di tempesta, alcuni ospiti della malga abbiano sentito il lamento delle donne. Una seconda diceria afferma invece che gli autori dell’omicidio siano stati identificati in due malghesi i quali si approfittarono delle donne e che i loro fantasmi infestino la struttura.
***
Tutti gli anni, durante la terza settimana di luglio, è tradizione organizzare un pellegrinaggio sulla cima del monte. Nel 2011, in questa occasione venne benedetta l’opera dedicata alla Madonna dell’Accoglienza e realizzata da Marco Furri con la tecnica del mosaico su una delle pareti interne del monumento al Redentore. Oltre a quest’opera sono poi presenti anche altri mosaici: la Redenzione sulla facciata principale (realizzata nel 2002 da Giancarlo Gottardi), La Creazione di Enrico Schinetti, L’Annunciazione di Massimo Zuppelli e La Crocifissione di William Fantini, questi ultimi risalenti al 2008.
Spunti videoludici
Il Monte Guglielmo può essere un’ambientazione perfetta sia per realizzare un videogioco a tema sportivo, riprendendo ad esempio le tradizionali manifestazioni sportive tuttora svolte nella zona, che per approfondire gli elementi della flora e della fauna presenti sul territorio attraverso magari un percorso video ludico di tipo esplorativo. Significativa è poi la storia della famiglia Montini e in particolare quella del pontefice bresciano Paolo VI, il cui legame d’infanzia con la montagna lo ha riportato sulla cima più volte nel corso della sua vita, fino a rimanerci figurativamente per sempre, accanto al monumento realizzato dal padre.
Fonti e link
[Bibliografia]
– Ragni, F., “Il ‘Redentore’ del Monte Guglielmo. Una cappella sulla vetta”, Adamello, Volume 124, pp. 43-45.
[Sitografia]
Monte Guglielmo. A due passi dal Paradiso
Popolis.it
Valtrompianews.it