Descrizione
Marzabotto è un comune che può vantare origini antiche: grazie alla sua collocazione geografica e alla particolare conformazione del territorio, è stato popolato da numerose culture. Durante la Seconda guerra mondiale è diventato protagonista di uno degli avvenimenti più tragici del conflitto in Italia.
Cenni storici
I primi insediamenti nella zona risalgono all’età del Ferro e sono riconducibili alle popolazioni della cultura villanoviana. L’area, grazie alla posizione strategica tra la pianura Padana e l’Etruria tirrenica, era molto frequentata e quindi prospera nelle attività commerciali.
Verso la metà del VI secolo a.C., a sud dell’attuale Marzabotto fa la prima comparsa il primo insediamento etrusco. Data l’importanza strategica del luogo, gli Etruschi fondarono un centro commerciale e manifatturiero, con una predilezione per la lavorazione dei metalli. Agli inizi del V secolo a.C. la città etrusca conosciuta come Kainua era pienamente sviluppata e contava numerose case-bottega, un’acropoli, due necropoli e diverse aree sacre, costruite su più terrazzi con un impianto urbano notevolmente esteso.
Durante il IV secolo a.C. anche Marzabotto venne invasa dalle popolazioni celtiche e della città-stato rimase solo un semplice avamposto militare. Il ritorno alle attività commerciali e agricole si registra in seguito, durante l’epoca romana, ma il dominio del territorio verrà preso in mano successivamente da diversi popoli: l’impero Bizantino, i Longobardi e infine i Franchi. Quest’ultimi donarono Bologna e i suoi territori al Papa.
La cristianizzazione del territorio fu cruciale durante il Medioevo dato che permise la realizzazione di una delle pievi più importanti del territorio bolognese: la pieve di Panico. Dedicata a San Lorenzo, la chiesa risulta tra le più antiche e influenti dell’appennino Bolognese. I conti di Panico, in eterno contrasto con la città di Bologna, furono gli amministratori del territorio fino al XII secolo. In seguito sarà il comune di Bologna a dividere il territorio e ripartirlo in base ai quattro quartieri presenti nella città, dando il potere a vari podestà presenti. Il comune di Bologna aveva istituito anche una magistratura dedicata al controllo delle comunità della montagna chiamata Capitanato della Montagna. Un organo di controllo che si occupava di redigere e far rispettare norme del credo, civili e finanziarie.
Verso la fine dell’Ottocento i nuclei abitativi situati nelle zone più alte del comune vennero man mano abbandonati a favore delle abitazioni centrali di Marzabotto e nelle frazioni situate nel fondovalle. Tutto ciò era legato alla difficoltà nei collegamenti che rendevano isolate queste abitazioni. Tuttavia, durante la Seconda guerra mondiale ci fu un’inversione di tendenza e gli abitanti di Marzabotto e dei comuni limitrofi utilizzarono le case isolate come rifugio dai bombardamenti aerei che colpivano Bologna.
Focus narrativi
I resti della città di Kainua, nonostante ciò che rimane dei numerosi edifici siano solo le fondamenta, rappresentano uno dei più importanti esempi di organizzazione urbana etrusca.
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Il territorio di Marzabotto veniva attraversato da innumerevoli strade più o meno grandi che collegavano Bologna e la Toscana. Questi percorsi, erano battuti da commercianti e studenti diretti a Bologna, funzionari e pellegrini diretti a Roma. In queste strade non mancavano pericoli di ogni genere, dovuti ad esempio alle condizioni atmosferiche avverse o a briganti malintenzionati.
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Durante il Medioevo l’agricoltura rappresentava la principale fonte di guadagno per la popolazione di Marzabotto. Gli abitanti del luogo dovevano però fare i conti con le innumerevoli scorribande da parte dei banditi di passaggio o le campagne militari che lasciavano dietro di sé nient’altro che terra bruciata.
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A Marzabotto, dopo la dissoluzione dell’esercito italiano, alcuni giovani ritornati alle loro case crearono un gruppo partigiano chiamato Stella Rossa. Al suo interno si riunirono giovani restii alla leva, antifascisti e tutti quelli che si opponevano al fascismo di Salò e all’occupazione tedesca. La brigata decise di insediarsi nel territorio di Marzabotto per il suo ambiente ideale: boscaglie, abitazioni abbandonate e rifugi naturali dove ripararsi dai rastrellamenti nemici e in caso poter contrattaccare velocemente i tedeschi e fascisti.
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La Stella Rossa fu comandata da Mario Musolesi, soprannominato Lupo. Riluttante al servizio militare, viene inviato in Africa durante la guerra di Etiopia e durante la campagna cerca di specializzarsi come meccanico per allontanarsi dal campo di battaglia. Specializzazione che gli fu impedita perché etichettato come antifascista accusa per la quale in seguito fu rimpatriato e degradato. In Italia prese parte alla difesa di Roma a Porta San Paolo con l’occupazione tedesca e successivamente tornato a casa fondò la prima organizzazione di resistenza partigiana.
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A seguito degli interventi della Stella Rossa l’esercito tedesco decise di rastrellare indiscriminatamente la zona di Marzabotto e Monte Sole per estirpare la minaccia dei partigiani. L’evento fu un vero e proprio sterminio di tutta la popolazione presente, la più grande strage compiuta dai nazisti in Italia, complessivamente le vittime di Marzabotto e dei comuni limitrofi furono 955. Insieme ai partigiani vennero uccisi 216 bambini, 316 donne, 142 anziani e 5 sacerdoti. A causa delle mine fatte piazzare nel territorio dal maggiore delle SS Walter Reder prima della ritirata moriranno altre 55 persone, l’ultima vittima morirà nel 1965.
Spunti videoludici
Attraversando il comune di Marzabotto si oltrepassa un pesante sipario su un palco che deve essere ricordato. Il territorio permette agli sviluppatori non solo un approfondimento sulla resistenza partigiana contro il regime nazista e il suo tragico epilogo ma anche diversi spunti narrativi sulla civiltà etrusca della città di Kainua o il commercio in epoca medievale.
Fonti e link
[Bibliografia]
– Jack Olsen, Silenzio su Monte Sole: la prima cronaca completa della strage di Marzabotto, Milano, Garzanti, 1970.
– Sandro Fontana, Le grandi menzogne della storia contemporanea: dal mito della vittoria mutilata alla strage di Marzabotto, Milano, Ares, 2009.
[Sitografia]
Comune di Marzabotto
Storia e Memoria di Bologna