Descrizione
Tra i numerosi borghi nella zona di confine tra Lazio, Umbria e Abruzzo spicca sicuramente quello di Leonessa, uno dei più grandi della zona montana e il principale per interesse turistico sia in periodo estivo che invernale. Leonessa conta circa 2396 abitanti, dislocati anche nelle vicine frazioni, tra cui le principali Vindoli e Terzone; è un altopiano pianeggiante con strade dritte che conducono alla piazza principale, dominata dalla fontana Farnesiana di forma ottagonale, dai palazzetti gentilizi e dalla chiesa di San Pietro. Intorno, svettano i monti Reatini, in particolare il Monte Tilia, e i boschi di faggi, aceri e castagni. La struttura di Leonessa le hanno valso il soprannome di “Svizzera italiana”.
Cenni storici
Le origini di Leonessa risalgono al Tardo medioevo: anticamente conosciuta come Gonessa o la Gonessa il cui nome proverrebbe dalla famiglia gotica de Lagonissa preesistente alla fondazione della città stessa. Leonessa nacque da agglomerati di castelli, in particolare quello di Ripa di Corno in seguito alla cessione tra il 770 e il 774 della corte di Narnate, territorio compreso tra Rieti e Spoleto, all’Abbazia benedettina di Farfa. Proprio intorno al castello di Ripa di Corno sorse Leonessa, passata poi sotto il controllo del regno di Napoli nel XII secolo. Leonessa godette di un relativo splendore tra il 1400 e il 1500, per via della produzione e dell’esportazione della lana, ma anche dell’infeudazione e della concessione del titolo di città da parte di Carlo V. Leonessa rimase a lungo parte dei feudi farnesiani d’Abruzzo fino al violento terremoto del 1703 che provocò la morte di circa 800 persone e la distruzione di Leonessa e delle sue frazioni. Nel 1806 fu nominata libero comune, successivamente durante il Regno d’Italia diventò parte della Provincia dell’Aquila e, infine, nel 1927 fu annessa alla provincia di Rieti.
Focus narrativi
L’identità e la storia di Leonessa sono ben visibili nell’annuale rievocazione storica-rinascimentale del Palio del Velluto che si svolge l’ultimo fine settimana di giugno. Per l’occasione il borgo di Leonessa torna indietro nel tempo rievocando la visita nel 1541 di Margherita d’Austria, figlia di Carlo V, e riproponendo l’antica divisione in sesti, ovvero i rioni. Il Palio del Velluto svoltosi tra il 1464 e il 1556, interrotto poi per “fatti di sangue”, è stato riproposto a partire dal 1997. L’evento si snoda in tre giornate e coinvolge tutti i cittadini del borgo che indossano costumi storici sfilando per le vie di Leonessa nelle quali i locali vengono adibiti a taverne dove poter gustare i cibi tipici del Cinquecento. Le donne si sfidano alla caratteristica “Gara del pane”, corsa tra sei dame a rappresentanza dei sei sesti, che affrontano un percorso a ostacoli con sei pagnotte sulla testa. Il sesto o rione vincitore viene proclamato con la “Corsa dell’Anello”, una sfida a cavallo, e premiato con lo stendardo del velluto che rappresenta l’antica fioritura dell’industria tessile. La rievocazione si conclude con la nomina della nuova principessa, ovvero la nuova Margherita d’Austria che manterrà il titolo nel corso di tutto l’anno fino al nuovo Palio.
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Leonessa è tristemente nota per la “Strage di Leonessa” avvenuta tra il 2 aprile e il 7 aprile del 1944. Si tratta di un’azione di repressione operata dai nazisti contro la Brigata Garibaldi “Antonio Gramsci”, unione di partigiani che operava, principalmente, nella zona di Leonessa, Poggio Bustone (RI) e nei territori umbri della Valnerina e di Cascia (PG). Le vittime furono segnalate ai soldati tedeschi da una fanatica fascista, Rosina Cesaretti, sulla base di invidie, vendette personali e dicerie. Nella strage di Leonessa persero la vita 51 civili, tra i quali si ricorda il giovane cappellano don Concezio Chiaretti, antifascista e rappresentante del locale CLN. Don Concezio fu fucilato sul monte Tila, nel giorno di Pasqua, insieme ad altri patrioti. Il fatto colpì molto il paese che decise di intitolare la piazza principale, Piazza VII Aprile, ai martiri della strage. A Leonessa, inoltre, tutt’ora è presente un busto bronzeo dedicato al parroco e un sacrario in memoria delle vittime.
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Dal punto di vista culinario, spicca la sagra della patata leonessana. Organizzata dalla pro loco e istituita nel 1990, la sagra celebra, la seconda domenica di ottobre, il suo prodotto gastronomico più conosciuto. Le condizioni climatiche di Leonessa e lo scarso inquinamento del suolo rendono la patata leonessana una delle più apprezzate d’Italia, tanto che i produttori locali puntano a ottenere il riconoscimento di Indicazione Geografica tipica. Sono tre le principali varietà di patate coltivate Desiré, Agria e Marfona, ed essendo povera di acqua è particolarmente indicata per la cottura degli gnocchi, conditi con il tartufo altro prodotto tipico della zona, e per la produzione delle ciambelline dolci leonessane. Indubbiamente, la ricetta più caratteristica è quella della patata rescallata, ovvero riscaldata, preparazione semplice che consiste nel lessare le patate, tagliarle e saltarle in padella con cipolla e pancetta.
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Nel centro di Leonessa è presente il Santuario di San Giuseppe da Leonessa, di costruzione settecentesca, nel quale sono conservate le spoglie del santo. La costruzione del Santuario terminò nel 1746, anno della canonizzazione di San Giuseppe da parte di papa Benedetto XIV. Giuseppe Desideri, nato Eufranio, nacque a Leonessa nel 1556, aderì all’ordine dei Cappuccini e trascorse il suo operato evangelico tra Amelia (TR), Assisi (PG), Venezia, Campotosto (AQ) e Amatrice (RI) dove morì nel 1612 a causa di un tumore all’inguine. A lui sono attribuiti due miracoli, in particolare quello avvenuto a Costantinopoli. San Giuseppe aveva cercato di convertire il Sultano predicando di fronte a lui, per tutta risposta venne arrestato e crocifisso, ma san Giuseppe riuscì a sopravvivere. Di fronte all’incomprensibilità dell’accaduto, il Sultano decise di commutare la morte con l’esilio perpetuo.
San Giuseppe è il patrono di Leonessa e viene ricordato il 4 febbraio di ogni anno con una festa liturgica in suo onore, mentre la seconda domenica di settembre il Santo viene festeggiato con spettacoli pirotecnici, musicali e messe solenni.
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A Leonessa è presente la Biblioteca Civica Giuseppe Cultrera, inaugurata nel 2006, nella quale è possibile visitare la sala del Fondo Antico dove sono conservati gli antichi libri degli ordini religiosi di Leonessa. La biblioteca rappresenta, inoltre, un luogo di ritrovo per i giovani che vogliono usufruire della connessione gratuita o della visione dei film e per i bambini con spazi a loro dedicati.
A Leonessa è presente il museo civico, all’interno del Chiostro di San Francesco, dove si può visitare l’ex convento francescano e il museo demo etnoantropologico che conserva i reperti rurali di Leonessa, come aratro, madie, ferri da cavallo, a rappresentanza dell’identità contadina del paese legato principalmente all’allevamento e all’agricoltura.
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Un personaggio storico degno di nota legato al borgo laziale è Gentile da Leonessa. Nacque nel 1408 a sant’Angelo in Trigillo, frazione nel comune di Leonessa, e fu un condottiero della Repubblica di Venezia. Fu cognato di Gattamelata ovvero Erasmo da Narni, condottiero che difese Venezia dall’attacco dei Visconti. Gentile morì nella battaglia di Manerbio, nel 1453, combattuta tra le truppe veneziane e le truppe milanese di Francesco Sforza. Per via delle sue doti di condottiere e del suo coraggio viene ricordato come una delle figure di spicco e con un ruolo chiave del centro Italia, in particolare del Lazio, dell’Umbria e dell’Abruzzo.
Spunti videoludici
Leonessa presenta caratteristiche architettoniche e storiche che la rendono ricca di spunti videoludici. In primis le tradizionali feste di stampo medievale, il palio del velluto su tutti, possono suggerire un titolo ambientato nella versione antica del borgo. Da considerare anche l’epoca più recente, vista la forte presenza partigiana sul territorio negli anni Quaranta e la successiva strage a opera dei nazifascisti.
La struttura del centro abitato ricco di antiche mura e strutture, infine, si presta perfettamente anche per titoli fantasy o souls like con creature magiche e misteriose.
Fonti e link
[Bibliografia]
– Nunzio De Rensis, Sesti e Sestieri di Leonessa, Roma, 1910;
– Roberto Chiaretti, L’economia della produzione terriera nel territorio di Leonessa, Terni, 1941;
– Gian Maria da Spirano, Dio lo mandò tra i poveri, vita di san Giuseppe da Leonessa, Leonessa, 1968;
– Mauro Zelli, Flavio Silvestrini, Francesco Vitali, Gentile da Leonessa, atti del convegno 2006, Udine, 2007;
– Luigi Nicoli, Leonessa, la città di San Giuseppe, edizioni Leonessa e il suo Santo, Roma, 2006.
[Sitografia]
Leonessa, la città di San Giuseppe
Il Palio del Velluto a Leonessa | Date 2021
Viale delle Rimembranze ai Caduti di Leonessa | Pietre della Memoria
Donne e Uomini della Resistenza: Don Concezio Chiaretti
InStoria – Le stragi naziste di Leonessa
7 Aprile 1944 | Comune di Leonessa