Sartiglia di Oristano: la Corsa alla Stella - Foto di ASpexi, licenza CC-BY-NC-SA, da Sardegna Turismo

La Sartiglia di Oristano

Descrizione

Come tante altre realtà sarde, la storia della città di Oristano inizia per mano dei fenici e si sviluppa nei lunghi secoli di dominazione spagnola. Furono proprio i catalani ad introdurre quella che oggi è il simbolo della città: la Sartiglia, la tradizionale giostra equestre che si rinnova ad ogni carnevale.

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Cenni storici

Nel corso del medioevo, fiorirono in tutta Europa le manifestazioni cavalleresche, spesso sotto forma di tornei che si sviluppavano come corse all’anello. Questi spettacoli, organizzati da sovrani, feudatari o corporazioni di mestieri, venivano offerti come intrattenimento a tutta la popolazione in occasione di nascite, feste liturgiche o prese di possesso di cariche.

Le origini delle Sartiglia sono tutt’oggi ignote, ma alcuni documenti ci inducono a pensare che già in età medievale i nobili e i cavalieri oristanesi si cimentassero in prove di abilità e addestramento a cavallo. Le prove più antiche riguardanti questa festa risalgono al 1547 e dimostrano che inizialmente la Sartiglia era gestita delle istituzioni municipali, che poi la cedettero ai gremi, le associazioni di mestieri.

Secondo le tradizioni orali oristanesi, la manifestazione prosegue ininterrotta, anno dopo anno, da più di 500 anni e mai nessun evento esterno, sia che infuriassero guerre o che le condizioni meteorologiche fossero avverse, ne ha impedito la realizzazione.

La Sartiglia non è soltanto una giostra equestre, ma in essa convivono più suggestioni che racchiudono in un unico evento tutta la storia della città, mescolando elementi pagani, con altri di derivazione cristiana nell’augurio di una buona annata e di un buon raccolto.

Focus narrativi

L’istituzione dei gremi era prerogativa speciale delle Città Regie sarde, ossia non infeudate, in epoca spagnola. Queste corporazioni di carattere religioso riunivano persone che svolgevano lo stesso mestiere. Questi erano “in grembo” ad un santo, ossia erano da esso protetti. I gremi gestivano ogni fase della vita lavorativa e si impegnavano nella gestione di feste religiose o d’associazione, pena l’esclusione dal gruppo.

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La Sartiglia si sviluppa in due giornate distinte: la prima è l’ultima domenica di carnevale ed è curata dal Gremio dei Contadini; la seconda cade di martedì grasso ed è gestita dal Gremio dei Falegnami. Ogni giostra è suddivisa in quattro fasi: la vestizione, la corsa alla stella, la corsa alle pariglie e la svestizione.

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Al centro della corsa vi è la figura de Su Componidori, nominato dal proprio gremio in occasione della Candelora. La prima fase, quella della vestizione, è ad esso interamente dedicata. Il cavaliere prescelto viene aiutato ad indossare gli antichi abiti dalle masaieddas, giovani ragazze vestite con il costume tradizionale oristanese. Con l’apposizione sul viso della maschera imperturbabile la trasformazione in Componidori è completata. Il colore della maschera varia a seconda del gremio di appartenenza. Terminata la vestizione, su Componidori salirà a cavallo senza toccare il suolo (il cavallo viene infatti fatto avvicinare al tavolo dove si è svolta la cerimonia – il tabù della terra non dovrà essere infranto sino alla svestizione) e guiderà la corsa. La sua figura è quasi un simbolo sacro, accentuato dall’atto di benedizione da lui compiuto con sa pippia de maju, un doppio mazzo di mammole. È lui ad iniziare e a portare a termine la corsa e l’evento quando, svestiti i panni del Componidori, tornerà ad essere un cavaliere.

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La corsa si svolge nell’antica città murata. Il corteo è aperto da Su Componidori, con i suoi luogotenenti Su Segundu Cumpoi e Su Terzu Cumpoi, che per primi discendono la città al galoppo nel tentativo di cogliere con la spada delle stelle appese con un filo in alto. Seguono 120 cavalieri (il numero è salito nel corso degli anni), scelti dallo stesso Componidori e vestiti con gli abiti della tradizione sarda o di quella spagnola. La corsa si conclude con una seconda discesa de su Componidori con su stoccu, una lancia di legno. Concluse le discese, la corsa alle stelle si chiude con sa remada, una prova di abilità in cui su Componidori si lancia al galoppo completamente riverso sul cavallo e così benedice la folla.

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Inizia poi la corsa delle pariglie, ossia delle esibizioni acrobatiche eseguite a cavallo da gruppi di tre cavalieri, ognuna aperta da squilli di tromba o rulli di tamburi, che segnano anche ogni fase della Sartiglia.

Spunti videoludici

La Sartiglia è un gioco, una giostra arricchita da oltre mezzo secolo di folclore e tradizioni. Muovendoci nel campo del videogioco sportivo si potrebbe pensare ad una versione potenziata della competizione, con la scelta di cavalli e fantini dalle statistiche più diverse e con upgrade da raccogliere lungo la gara. Il fascino e il mistero che avvolgono la manifestazione però spingono anche sul videogame a sfondo storico: le maschere e i costumi indossati dai partecipanti della corsa alla stella, riportano alla mente le giostre dei cavalieri e tutti gli intrighi legati alle corti e alle nobili famiglie dell’immaginario medievale.

[Sitografia]
Sartiglia
Comune di Oristano
Medioevo in Sardegna
Sardegna Turismo

[Scheda Film Commission]
Sardegna Film Commission

[Video dell’evento]

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