Descrizione
Ogni città ha i suoi segreti: qualcuna li trasporta sino ai nostri occhi, legati alle memorie del passato. Qualcun’altra li nasconde in bella vista, in attesa che uno sguardo attento li scopra rivelandoli al mondo. E c’è persino qualche città i cui segreti sono intessuti nelle leggende popolari, nelle parole del popolo che anno dopo anno trasforma queste credenze in storie da raccontare ai turisti. I sette segreti di Bologna sono un mix di tutto questo, un viaggio unico per vivere per la prima volta la città e un modo nuovo di vederla per chi invece la conosce già.
Cenni storici
Per molti versi la storia è un immenso calderone di segreti e leggende legati dagli storici ad una linea temporale più o meno precisa. Proprio per questo motivo datare precisamente i sette segreti di Bologna risulta impossibile: qualcuno risale all’epoca della costruzione della Fontana del Nettuno a metà del 1500; qualcun altro quasi un secolo prima legato alle vicende della Corte Isolani e qualcuno si perde nella storia, perché databile solo dagli occhi che lo scoprirono all’epoca. Nella sezione focus narrativi troverete comunque tutte le informazioni possibili riguardo alla storia e all’essenza dei sette segreti ufficiali di Bologna e qualche segreto extra che oggi rende ancora più misteriosa la città emiliana.
Focus narrativi
Primo segreto: Erezione del Nettuno. La Fontana del Nettuno di Piazza Maggiore, la cui costruzione è terminata nel 1566 per opera del Giambologna, nasconde un segreto di cui molti non sono a conoscenza. Per sfuggire ai dettami della Chiesa cattolica che imponevano al Giambologna di realizzare genitali poco appariscenti nelle sue statue, lo scultore utilizzo un curioso espediente di prospettiva. Posizionandosi in un particolare punto dietro alla statua del Nettuno il pollice teso della mano del dio può essere scambiato per un fallo in piena erezione. A testimoniare questa volontà anche una pietra nera nel pavimento della piazza, chiamata Pietra della vergogna, da cui è possibile vedere facilmente questo gioco di prospettiva.
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Secondo segreto: Muri parlanti nel Palazzo del Podestà. Sempre a Piazza Maggiore è situato il Palazzo del Podestà, uno dei tre imponenti edifici che riempiono la piazza bolognese insieme alla Basilica di San Petronio e al Palazzo d’Accursio o Comunale. Eretta nel 1200 la struttura del Podestà nasconde un segreto proprio nel voltone sotto al palazzo raggiungibile da qualsiasi punto della piazza. L’architettura del voltone ha una base con quattro angoli che salgono intrecciandosi in alto. Parlando alle mura di uno di questi angoli la voce viene trasportata fino all’angolo opposto dando l’impressione che il muro stia parlando. Lo stesso meccanismo che avviene utilizzando un telefono senza fili costruito con due bicchieri e uno spago.
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Terzo Segreto: Canabis Protectio. Nei pressi di Piazza Maggiore inizia una delle vie principali di Bologna, Via dell’indipendenza, luogo che nasconde questo terzo segreto. Guardando sotto la volta dei portici di destra, imboccando la via dalla statua del Nettuno, è possibile notare la scritta Canabis Protectio dipinta sul soffitto. Alcune voci sostengono che questa scritta sia legata agli effetti curativi della canapa ma in realtà il significato è un altro. Se si osserva bene la volta di questi portici è possibile notare altri affreschi legati a varie attività del commercio cittadino “Panis Vita” e “Vinum Laetitia”. Questi voltoni affrescati di Torre Scapi simboleggiano infatti i mestieri più redditizi di un tempo, come il commercio della canapa che proprio per questo si dice che porti protezione.
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Quarto Segreto: La Finestrella sulla piccola Venezia. Situata in Via Piella, nel centro della città c’è una finestrella che si affaccia su un corso d’acqua che attraversa le case. Il canale sembra uscire dal nulla, tanto che non sembra nemmeno più la città di Bologna ma un frammento di Venezia. In realtà la finestrella affaccia sul canale delle Moline, un proseguimento del canale di Reno, che passa nascosto sotto la città. La piccola striscia d’acqua visibile dalla finestrella è uno dei pochi tratti d’acqua a non essere stato ricoperto d’asfalto nel corso del novecento. Oggi sono stati riaperti anche gli affacci su Via Oberdan e Malcontenti.
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Quinto Segreto: Le tre frecce. Una storia singolare quella di Corte Isolani, un passaggio storico coperto che collega Strada Maggiore con Via Santo Stefano. All’entrata della Corte in Strada Maggiore, è possibile vedere tre frecce di età medievale piantate sul soffitto del portico in legno. La storia di queste frecce è raccontata da un insieme di leggende che le rendono ancora più misteriose: si narra infatti che una bellissima donna, accusata di adulterio dal proprio marito, venne attaccata dai briganti ingaggiati dall’uomo per fargliela pagare del tradimento subito. Nel momento in cui stavano per scoccare le frecce che l’avrebbero condotta verso la sua fine la donna fece cadere improvvisamente le sue vesti lasciando i briganti talmente sorpresi che scoccarono le frecce sul soffitto dandogli il tempo di scappare. In un’altra versione della storia, un uomo viene attaccato da tre arcieri che mancarono il bersaglio per via di una bellissima donna nuda che comparve per pochi secondi da una finestra a livello della strada. C’è anche chi parla di uno scontro armato tra due nobili, le cui ragioni non sono conosciute e chi imputa l’esistenza delle frecce a uno scherzo tra studenti. Nel 1877 Raffaele Faccioliche si era occupato del restauro di Casa Isolani ma alcuni studenti decisero di deturpare il suo lavoro lasciando le frecce piantate nel soffitto.
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Sesto Segreto: Panum Resis. All’interno di Palazzo Poggi in Via Zamboni c’è invece un segreto legato all’importanza che la città di Bologna conferisce all’università. Su una cattedra universitaria è possibile leggere la scritta Panum Resis “il pane del re” volta testimoniare l’importanza della conoscenza e dello studio. Un segreto particolare che celebra i 900 anni dell’università bolognese.
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Settimo Segreto: Il vaso rotto. L’ultimo segreto ufficiale è anche il più misterioso e controverso. Si narra che durante i periodi più difficili o di particolari cambiamenti, sia possibile vedere sulla cima della Torre Garisenda un vaso rotto, simbolo della capacità di Bologna di risolvere i conflitti. Esistono molte versioni di questa leggenda, per alcuni il vaso è sulla Torre degli Asinelli, per altri è possibile vederlo solo durante le giornate più nuvolose e per altri ancora si tratta di una metafora resa reale dal tempo e dal passaparola.
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Segreto non ufficiale: La Faccia del Diavolo o Satiro. Proseguendo dalle Torri verso le Sette Chiese di Santo Stefano e possibile notare una serie di volti che osservano Piazza Santo Stefano dalle loro alcove sopra i portici di destra. Tra questi visi di nobili e sguardi pietrificati c’è anche il sorriso del Diavolo o di un satiro. Questo è uno dei volti più dettagliati con tanto di corna, barba biforcuta e orecchie a punta.
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Segreto non ufficiale: I 666 portici. Si dice che questo numero rappresenti quello del Diavolo eppure è lo stesso numero dei portici che vanno percorsi per arrivare fino al Santuario di San Luca. Tra i simboli della città questo Santuario è stato eretto sul Colle della Guardia tra il 1194 al 1765, si dice rappresenti la Madonna che schiaccia la testa del serpente incarnato invece dai portici che strisciano sul colle fino al Santuario.
Spunti videoludici
Videogiochi e segreti sono un binomio che va d’accordo da quando i primi pixel sono comparsi su uno schermo. Bologna e i suoi segreti sembrano fatti apposta per entrare nella macchina videoludica e trasformarsi in un gioco di ricerca di oggetti nascosti, oppure un titolo educativo che porti il giocatore alla scoperta della città tramite i suoi numerosi misteri. In questo senso sarebbe interessante pensare magari anche ad un soluzione con la realtà aumentata in cui l’utente possa affrontare un simpatico minigioco accessibile tramite QR code una volta arrivato nei pressi di un preciso segreto. Inoltre i canali sotterranei, le tracce del Diavolo, i segreti della statue e dei vari monumenti della città sembrano mettere in moto tutte le premesse per un punta e clicca a metà tra storia e leggenda.
Fonti e link
[Bibliografia]
– Barbara Baraldi, Alla scoperta dei segreti perduti di Bologna, Newton Compton, Roma, 2016.
[Sitografia]
Initalia
Bologna-guide
Bologna Today
Tasting the World
Il Resto del Carlino