Grotta della Sibilla

Descrizione

La grotta della Sibilla si trova sulla vetta dei Monti Sibillini circondati dal parco nazionale omonimo. L’antro, chiuso da due grandi porte di metallo, conduceva alla dimora della Sibilla, un’antica sacerdotessa dotata di poteri divinatori che si credeva capace di mettere in contatto gli uomini con le divinità.

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Cenni storici

La storia della grotta della Sibilla, detta anche grotta delle fate, si perde nella leggenda della Sibilla Appenninica, secondo la quale questa grotta non sarebbe stata altro che il punto d’accesso al regno sotterraneo della regina Sibilla, sacerdotessa in grado di predire il futuro. La sua abilità era famosa in tutto il mondo e molti negromanti e cavalieri facevano viaggi estenuanti nella speranza di carpire un suo oracolo.

È difficile riuscire a capire quanta storia vera o quanta leggenda ci sia anche perché, durante il Medioevo e nel primo Rinascimento, scrittori, poeti e letterati non solo italiani hanno descritto in vari modi le vicende della Sibilla, arrivando a trasfigurarne l’originaria e benevola personalità, fino a trasformarla in una diabolica e lasciva maga Alcina, incantatrice di uomini.

La versione originale della leggenda vede però la Sibilla come una sacerdotessa buona, una donna saggia e conoscitrice dell’astronomia e della medicina, che aiutava gli uomini con le sue profezie, sebbene molto complesse da interpretare.

L’accesso alla grotta è oggi interdetto: tutte le informazioni sul luogo possono essere trovate nella Villa Curi al Museo della Sibilla.

Focus narrativi

Secondo la leggenda, la Sibilla non era l’unica abitante della grotta: con lei vivevano infatti delle ancelle chiamate Fate della Sibilla. Queste bellissime creature lasciavano la grotta quasi esclusivamente di notte con l’obbligo di tornare alle prime luci dell’alba per non essere bandite dal regno della sacerdotessa. Le fate si recavano nel lago di Pilato per concedersi un pediluvio e facevano visita anche ai paesi di Foce, Montemonaco, Montegallo, e il Pian Grande, il Pian Piccolo ed il Pian Perduto di Castelluccio di Norcia e Pretare. Questi luoghi, tutti situati tra i Monti Sibillini, appartengono ai cosiddetti sentieri delle fate.

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Il Museo della Sibilla nella Villa Curi offre un’esposizione di pergamene e libri antichi usati dalla sacerdotessa. Inoltre nel museo è possibile trovare anche la “Gran Pietra”, una misteriosa roccia probabilmente appartenente ad un antico culto pagano della zona. La stessa Sibilla si esibiva in rituali mistici per comunicare con le divinità, ma questo particolare masso, trovato nei pressi del Lago di Pilato, reca incisi degli strani simboli. Secondo la leggenda, le acque del lago di Pilato sarebbero le stesse del lago Averno da cui si entra nel mondo degli inferi.

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Il Lago di Pilato viene inoltre considerato da sempre un luogo mistico per via delle leggende legata al console romano Ponzio Pilato: si tramanda che l’imperatore Tito Vespasiano, dopo aver dato alle fiamme Gerusalemme, avesse convocato Pilato, ormai alla fine dei suoi anni, accusandolo di non aver impedito la crocifissione di Cristo Redentore, al tempo in cui era Procuratore di Giudea. Venne così condannato a morte, ma gli venne concesso un ultimo desiderio. Il vecchio romano chiese che il suo corpo fosse deposto su un carro trainato da quattro bufali lasciati liberi di correre senza una meta precisa. Tito Vespasiano acconsentì, ma incuriosito da una richiesta così singolare, incaricò alcuni soldati di seguire il carro. Gli animali vagarono fino alle montagne di Norcia e giunti tra i monti, nei pressi del piccolo lago, vi si gettarono trascinando il carro e il corpo di Pilato, arrossando quelle fredde acque. Da quel giorno, i pastori dei Monti Sibillini affermano che, in certi periodi dell’anno, è ancora possibile vedere le acque del lago farsi rosse come il sangue.

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Secondo la leggenda, ad Agolla (comune di Sefro), viveva l’antagonista della Sibilla, un mago specializzato in maledizioni, autore di una raccolta di incantesimi, formule, prodigi e potenti malefici chiamata “Il libro delle virtù”, oggi conservata a Camerino. Nel tentativo di prevalere sulla Sibilla, il Mago arrivò a far tremare i paesi spaccando le montagne e le strade che li univano. Grazie alle previsioni della Sibilla e all’aiuto delle sue fate gli abitanti riuscirono a sconfiggere il mago e a ricostruire quanto andato distrutto dal terremoto scatenato dal maleficio.

Spunti videoludici

Un antro magico di storia e leggende. Un luogo incantato popolato da creature mistiche. Un portale verso un altro mondo. Il potenziale narrativo della Grotta della Sibilla è immenso, sembra quasi la casa di una delle Fate Radiose di The Legend of Zelda, pronta ad elargire fortune e tesori solo a chi si dimostrerà abbastanza degno.

I Monti Sibillini gli fanno da silenti custodi ma sembrano l’ambientazione perfetta per un adventure e vista la grande varietà di scenari presenti si potrebbe pensare anche ad un videogioco legato all’ambiente, con obiettivi che cambiano di zona in zona a seconda del clima dell’area affrontata.

Il forte misticismo che avvolge questo luogo e i reperti esoterici ritrovati spingono anche a pensare allo sviluppo di un titolo legato alla magia, a sfide a colpi di incantesimi, pozioni o malefici.

Il mito di Pilato infine potrebbe far pensare a un road trip narrativo, un viaggio a metà tra storia e leggenda.

[Bibliografia]
Maria Luciana Buseghin, L’ultima sibilla. Antiche divinazioni, viaggiatori curiosi e memorie folcloriche nell’Appenino umbro-marchigiano, Carsa Edizioni, Pescara, 2012
Cesare Catà, Filosofia del Fantastico. Escursione tra i Monti Sibillini e l’Irlanda e la Terra di Mezzo, Il Cerchio Editore, Rimini, 2012

[Sitografia]
LuoghiMisteriosi.it
LifeMarche.net
Marche Turismo
CronacheMaceratesi.it

[Scheda Film Commission]
Marche Film Commission
Italy For Movies

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