Giardino dei Tarocchi

Descrizione

Il Giardino dei Tarocchi è un parco toscano realizzato dall’artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle. Lo stravagante Giardino è popolato da statue ispirate agli arcani maggiori, le figure più significative dei tarocchi.

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Cenni storici

Il parco si trova a Garavicchio, una frazione di Capalbio in provincia di Grosseto. Nell’ideazione del suo Giardino, de Saint Phalle si ispirò al Parc Guell di Antoni Gaudì e al Parco dei Mostri di Bomarzo. La costruzione, durata quasi vent’anni, cominciò nel 1979 e venne terminata nell’estate del 1996.

Il fulcro principale del parco è la presenza di ventidue imponenti statue costruite con materiali misti, tra cui acciaio, cemento, vetro, specchi e ceramica. All’interno di questi giganti colorati sono presenti dei meccanismi che permettono alcuni movimenti per mezzo di elementi meccanici in ferro.

È assai singolare anche il padiglione d’ingresso, formato da uno spesso muro di recinzione accessibile solo in un punto da un’apertura circolare: è concepito come una soglia che bisogna oltrepassare per lasciare la realtà quotidiana ed addentrarsi tra le meraviglie del parco.

Nel 1997 la scultrice ha fondato la Fondazione Il Giardino dei Tarocchi allo scopo di preservare la propria monumentale opera. Nel maggio 1998 il Giardino dei Tarocchi è stato aperto al pubblico.

Focus narrativi

Le statue rappresentano la personale visione dell’artista circa il significato allegorico ed esoterico degli arcani maggiori dei tarocchi. La loro disposizione all’interno del giardino è stata concepita come una narrazione della sua vita. La Papessa, tra le opere, è sicuramente quella che rappresenta maggiormente questo concetto. Raffigurata tradizionalmente come una donna su un trono e con un libro in mano, nella visione di Niki de Saint Phalle diventa una grande donna “sfinge” dalla cui testa esce dell’acqua, simbolo di femminilità, della rigenerazione e dell’inconscio. Durante i lavori proprio la scultura della Papessa fungeva da sua abitazione.

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L’undicesimo arcano è la Forza: «una giovane donna riesce con la sua grazia e con la sua potenza interiore a domare un drago, tenendolo per un sottile filo invisibile. La tradizione iconografica vuole che la donna apra le fauci ad un leone, l’artista invece sostituisce al leone il drago. Sicuramente vi è un forte richiamo al drago del Parco dei Mostri, detto anche Bosco Sacro, di Bomanzo, […] Niki ha voluto introdurre una figura – quella del drago – che in tutte le favole minaccia sempre le fanciulle, ma stavolta, invece di essere salvata dal solito principe di turno, la nostra fanciulla ha capito di avere dentro di sé una forza tale da poter domare anche la belva dentro e fuori di noi, liberandosi così non solo dal drago, ma soprattutto del principe.» (da fonte)

Spunti videoludici

Il giardino, con le sue uniche caratteristiche, si presta a diverse interpretazioni in chiave videoludica. L’esplorazione degli spazi fisici è l’esplorazione della vita e dei punti di vista dell’artista. Questi due elementi collidono nelle giganti figure degli arcani maggiori. Ogni statua può rappresentare un’ispirazione narrativa diversa che unite creano un racconto corale. I tarocchi possono contaminare gli elementi di un classico titolo a sfondo gestionale o ancora possono essere i protagonisti di un titolo con vocazione esplorativa. Il giardino è uno spazio con dei confini ben limitati, con una porta d’ingresso che delimita la realtà dalla fantasia. Una trasposizione videoludica del giardino potrebbe ispirarsi a questa atto di varcare la soglia, un po’ come indossare un visore per la realtà virtuale e lasciare dietro di sé il reale.

[Bibliografia]
Anna Mazzanti, Niki de Saint Phalle: Il giardino dei tarocchi, Charta, Milano 1997

[Sitografia]
IlGiardinodeiTarocchi.it
Articolo su Rai.it

[Scheda Film Commission]
Toscana Film Commission

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