Descrizione
Gattara è un’antica contea ormai esclusa dall’ordinamento politico italiano da molto tempo. Ha goduto di un passato particolarmente florido sotto la guida dei conti di Carpegna, illustri in tutto il territorio romagnolo; uno di essi è citato anche da Dante Alighieri nella sua Commedia. Oggi ci appare come un piccolo borgo abbandonato, ma che nel corso dei secoli si è conservato perfettamente, grazie alla vicina presenza di Casteldelci. Il paesaggio di cui si gode è molto suggestivo, tanto che è stato ripreso da un illustre pittore del ‘500 come Leonardo da Vinci. La zona è stata inoltre al centro di alcuni tristi avvenimenti durante la Seconda guerra mondiale, poiché rientrava nel territorio della Linea Gotica.
Cenni storici
Ciò che rimane del borgo di Gattara è una minima, ristretta, parte dell’omonima Contea, che ebbe lustro nel Medioevo. L’etimologia del nome viene fatta risalire alla parola celtica “Gat”, bosco. I ritrovamenti archeologici testimoniano un insediamento già a partire dall’età del ferro e poi in quella romana. Le fonti diventano cospicue a partire dalla metà del XII secolo, quando si hanno le prime notizie circa il castello della Gattara e la concessione del feudo, da parte dello Stato Pontificio, alla famiglia dei conti di Carpegna. Coinvolti in prima linea nelle lotte intestine tra guelfi e ghibellini, all’indomani della scomparsa della casata imperiale degli svevi, anche la famiglia si divise in due fazioni opposte: da una parte i ghibellini, trasferitisi a Pietracuta, dall’altra i guelfi, di stanza a Gattara.
Avvenimenti degni di nota occorrono nel ‘400 quando il castello e il borgo di Gattara passarono più di una volta nelle mani della famiglia Malatesta, fino al ritorno dei conti di Carpegna. Spesso conteso con la Signoria di Firenze e sottoposto alla pesante influenza papale, Gattara visse fasi alterne in cui veniva occupata dall’una e dall’altra forza, fino alla fine del ‘600, quando si verificò l’ultima invasione fiorentina nel 1691, pur in contrasto con le forze imperiali: a quel tempo Gattara era diventata un principato, in quanto il conte Ulderico era stato personalmente nominato principe dall’Imperatore per i servigi resi contro i turchi.
Nell’800 infine passò al Papa, fino all’Unità d’Italia. Il borgo rimane intatto, ma abbandonato, con la Torre del vecchio castello che svetta insieme al campanile della chiesa di Santa Maria della Neve.
Focus narrativi
Il vecchio castello, il piccolo borgo e la chiesa costituiscono ciò che ormai rimane dei fasti della contea di Gattara. I dintorni hanno beneficiato di argille sedimentarie molto dure per le costruzioni e gli approvvigionamenti idrici, con l’acqua che scendeva direttamente dai monti poco sopra il borgo. L’edificio che più degli altri ha ricoperto grande importanza è stata la chiesa gentilizia dei conti, la più ricca della Valmarecchia. Un episodio interessante, che ne fa comprendere la reale importanza, è il matrimonio del conte Tommaso, nel 1585. Dopo essersi trasferito da Gattara a Scavolino, tuttavia volle celebrare il proprio sposalizio nella chiesa del suo paese di origine, dove invitò oltre 2000 persone.
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Uno dei conti di Carpegna più celebri è sicuramente Guido, il quale deve la sua fama a Dante Alighieri, che lo cita nel XIV canto del Purgatorio, come un virtuoso esempio del passato in contrasto con la degenerazione della Romagna del suo tempo (“Ov’è il buon Lizio et Arrigo Mainardi,/ Pier Traverso e Guido di Carpigna?/ Oh, Romagnoli, tornati in bastardi!”). Tuttavia, le fonti sono manchevoli di dati sostanziali circa la sua biografia, persino contraddittorie sulla fazione cui apparteneva il conte (se fosse guelfo o ghibellino). Fu nota la sua capacità di conciliatore e di persona pienamente integrata nel suo tempo, fatto di lotte continue nell’Italia centrale. Ne emerge un ritratto frammentato che purtroppo non fa luce sui motivi dell’encomio dantesco.
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Tra le primissime costruzioni di questo tipo in Valmarecchia, la celletta della Madonna del Rosario è uno dei monumenti più curiosi di Gattara. Al tempo della sua costruzione, tra fine ‘500 e inizi del ‘600, sorgeva su un trivio che collegava il castello alla Toscana. Le credenze popolari vogliono che streghe e diavoli si ritrovassero nei crocicchi delle strade di campagna e, per scongiurare tale pericolo, gli abitanti facessero edificare edicole e cellette e le facessero benedire, per evitare apparizioni indesiderate a chi si fosse trovato di passaggio. In qualche modo, il clero dimostrava di dare credito a tali credenze, poiché si premurava di benedire le immagini sacre all’interno delle cellette e di concedere la propria approvazione sul culto delle immagini stesse.
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Nel libro Codice P. Atlante illustrato del reale paesaggio della Gioconda, due studiose hanno rilevato che l’Alta Valmarecchia è stata usata da Leonardo da Vinci come sfondo del famoso ritratto di Pacifica Brandani. Nello studio, il paesaggio è stato ricostruito tramite foto aeree, immagini satellitari e schemi geomorfologici, che hanno confermato l’attuale conformazione sia rapportabile a quella del ‘500. Nella storia dell’arte lo sfondo di questo ritratto ha costituito una pietra miliare su cui si sono sviluppate molti stili successivi (basti pensare ai paesaggisti dell’800 e per ultimi anche le partiture di colore dell’arte contemporanea di Rothko), grazie alla tecnica dello “sfumato”. Pensare che nel dipinto più famoso dell’arte sia identificabile anche la contea di Gattara, rende in qualche modo onore alla storia di questo borgo dimenticato.
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Il territorio di Gattara è rientrato nella Linea Gotica, spazio geografico in cui, durante la Seconda guerra mondiale, le truppe partigiane della Resistenza si scontrarono con gli occupanti nazi-fascisti. In particolare c’è un episodio noto come “Eccidio di Gattara”, nel luglio 1944. A causa dei frequenti attacchi partigiani, vi furono numerosi rastrellamenti da parte delle truppe tedesche. Dopo che un soldato tedesco venne ferito o ucciso, i nazisti, per rappresaglia, catturarono 13 abitanti tra Gattara, Trebbio, Campo, Campaccio e Frassineto. 8 di loro, estratti a sorte, vennero graziati, altri 5 vennero invece fucilati.
Spunti videoludici
L‘immaginario storico moderno, dal ‘500 in poi, ci sembra il miglior periodo in cui ambientare una vicenda narrativa a Gattara. Le personalità illustri che vi sono passate, come i Carpegna, consentono di imbastire una trama ricca e suggestiva. In particolare, un genere da non sottovalutare potrebbe essere quello educational, facendo riferimento allo spunto del paesaggio della Gioconda di Leonardo da Vinci: ci sembra una prospettiva affascinante su tutto il luogo, che consente di raccontarlo da un punto di vista privilegiato.
Il luogo potrebbe inoltre rientrare a pieno titolo come tappa per un’esperienza videoludica bellica sulla Seconda guerra mondiale e la battaglia partigiana.
Fonti e link
[Bibliografia]
– Di Carpegna Falconieri T., Terra e memoria I libri di famiglia dei conti di Carpegna – Scavolino, secoli XVI-XVII, Società di Studi Storici per il Montefeltro, San Leo, 2000;
– Battistelli M., Le cellette della Valmarecchia, Pesaro, 1993;
– AA.VV. La contea di Gattara, Editrice Società di Studi Storici per il Montefeltro, San Leo, 2006.
[Sitografia]
Riviera Rimini
Comune di Carpegna
Contea di Gattara (sito amatoriale)
Storia tifernate e altro
Stragi nazi-fasciste
[Scheda Film Commission]
Emilia-Romagna Film Commission