Descrizione
Le collezioni naturalistiche ospitate nelle varie sezioni della Galleria di Storia Naturale dell’Università degli Studi di Perugia comprendono campioni di minerali, rocce, fossili, piante e animali. Ai visitatori viene offerto un variegato mosaico del mondo naturale, in particolare dei più diversi organismi viventi: da quelli che hanno popolato il pianeta nelle epoche più remote agli attuali, che vivono negli innumerevoli ambienti che caratterizzano la Terra, dai boschi dell’Umbria sino alle foreste pluviali, alle savane e deserti dei tropici, alle tundre e ghiacci polari. Tali collezioni rivestono particolare interesse storico in quanto allestite da naturalisti ed esploratori umbri in gran parte vissuti nell’Ottocento, come ad esempio Orazio Antinori (1811-1882), che fu uno dei primi naturalisti-esploratori italiani ad addentrarsi nel cuore del continente africano.
Cenni storici
Tra le raccolte dell’Università degli Studi di Perugia, una delle più antiche collezioni di storia naturale è quella del fisico ed erudito Luigi Canali, professore di scienze e fisica dell’Ateneo perugino, di cui fu anche Rettore. Si tratta di una imponente raccolta di minerali, rocce e fossili, visitata all’epoca anche dal famoso naturalista francese George Cuvier.
L’Ateneo perugino annovera anche una particolare tradizione nel campo della zoologia e soprattutto per quanto concerne la storia delle raccolte zoologiche. Queste ultime, nate già ai primi dell’Ottocento principalmente con collezioni di invertebrati (1814), vissero un notevole arricchimento grazie all’opera del naturalista-esploratore Orazio Antinori e del Prof. Andrea Batelli. Il volterrano Andrea Batelli “creò” le collezioni del “Museo Zoologico della Libera Università di Perugia”, precedentemente noto come “Gabinetto Zoologico-Ornitologico”. Grazie alla collaborazione di Batelli con importanti entomologi italiani – Filippo Silvestri e Antonio Berlese – furono notevolmente arricchite le collezioni di invertebrati. La raccolta di vertebrati venne ampliata da Batelli con numerosi campioni di pesci, rettili, anfibi e mammiferi, in particolare di fauna umbra e italiana, attraverso scambi e raccolte sul campo.
Nell’ambito del vasto patrimonio scientifico e culturale conservato, figura anche la collezione di Tricotteri del Prof. Giampaolo Moretti. Alla fine degli anni Novanta, è entrato a far parte delle collezioni storiche dell’Ateneo tutto il materiale conservato presso il Museo di Storia Naturale “Mons. Giulio Cicioni”, che è stato per anni il più importante museo scientifico della città di Perugia.
Tra tutte le collezioni naturalistiche conservate presso l’Università degli Studi di Perugia due tra le più ricche e diversificate furono il frutto dell’attività di Orazio Antinori e Mons. Giulio Cicioni.
Focus narrativi
Orazio Antinori (Perugia 1811 – Let Marefià 1882) fu viaggiatore, esploratore e naturalista. La sua natura di personaggio “ribelle”, spesso in esilio o in fuga, da situazioni personali e momenti politici e sociali avversi, lo avvicinò particolarmente a figure ben più familiari del nostro secolo. L’esploratore perugino, oltre ad aver contribuito alla fondazione della Società Geografica Italiana, fu il “decano” della storia delle esplorazioni italiane in Africa, dove si spense nel 1882. Le sue spoglie furono seppellite all’ombra di un secolare Fico Sicomoro (Ficus sycomorus) a Lèt Marefià, un piccolo villaggio negli altopiani di Ankober, in Etiopia, nel suolo di quella terra da Lui così tanto amata.
Prima l’esilio per ragioni politiche, poi l’interesse per la zoologia e per la scoperta, spinsero Orazio Antinori in varie parti del mondo (Asia Minore, Vicino Oriente, Nord Africa e Africa Orientale).
In Abissinia, grazie anche ai suoi buoni rapporti con S.M. Menelik II, Re dello Shewa e futuro Imperatore d’Etiopia, risiedette dal 1870 al 1872 e dal 1876 al 1882, anno della morte, e riuscì ad ottenere direttamente dal sovrano il permesso per la costruzione di una Stazione Geografica e Scientifica Italiana a Let Marefià, nei pressi della città di Ankober (antica capitale del Regno di Shewa). Durante queste esperienze, effettuò varie esplorazioni naturalistiche in alcune delle più remote località dell’Etiopia, dagli altopiani dello Shewa sino ai circostanti bassopiani, raccogliendo centinaia di campioni di storia naturale.
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Mons. Giulio Cicioni. Fin dalla più giovane età manifestò un vivo interesse nel campo delle scienze naturali, raccogliendo materiali vegetali ed animali nel suo girovagare nelle campagne umbre. Grazie ai numerosi contatti con religiosi missionari dell’Oceania e America centrale e meridionale, dell’Asia sud-orientale e dell’Africa, aggiunse alle raccolte regionali delle splendide e ricche collezioni di flora e fauna extraeuropee. Riuscì così ad allestire anche un erbario con oltre 15.000 esemplari rappresentativi di più di 7.000 specie. In questo contesto particolare rilievo rivestono, ad esempio, la collezione di Pteridofite dell’Arcipelago delle Antille ed in particolare della Giamaica, molte delle quali endemiche. Un notevole contributo all’arricchimento delle raccolte naturalistiche del Cicioni venne fornito dalla copiosa donazione di preparati zoologici e botanici da parte di Papa Leone XIII.
Spunti videoludici
La vita di Antinori è una vera e propria miniera di spunti narrativi. L’esploratore, per definizione, è un personaggio che si presta a racconti e avventure, come insegnano i casi di Nathan Drake, Lara Croft e, per certi versi, l’odissea platform-adventure di Super Mario Odyssey. Il tema del viaggio, della scoperta, delle coraggiose spedizioni; l’incontro con personaggi variegati, anche nobili (vedi il Re dello Shewa); lo sfondo etiope, strettamente legato alla sfortunata storia colonialistica italiana. Per approfondire le avventure di Antinori: ReteMuseiUniversitari.
Nel 2011, in occasione del bicentenario della nascita, fu allestita una mostra sulla figura di Antinori. In quell’occasione venne realizzata una breve storia a fumetti dell’ultima spedizione effettuata dall’esploratore perugino (Orazio Antinori, una vita in viaggio – tavole a colori curate del fumettista Gianni Mazzolini). Quel fumetto potrebbe essere tradotto in chiave videoludica, riprendendone modalità estetiche e narrative.
Il variegato mosaico di reperti provenienti dal mondo naturale riporta alla mente le atmosfere intimiste di Botanicula. La Galleria di Storia Naturale è ospitata nei locali dell’ex Manifattura Tabacchi della frazione di Casalina, con annessi i forni, in parte restaurati, utilizzati per seccare le foglie di tabacco: un interessante contesto industriale che può ispirare scenari videoludici?
Fonti e link
[Bibliografia]
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Gentili S., Barili A., Romano B, Cherin M., 2014. Una collezione per tutti! La Galleria di Storia Naturale dell’Università degli Studi di Perugia. Museologia scientifica, nuova serie, 8: 23-28
Barili A., Gentili S., Romano B., 2013. Orazio Antinori (Perugia 1811 – Lét Marefià 1882) e la biodiversità degli Altopiani d’Etiopia. Natura – Soc. it. Sci. nat. Museo civ. Stor. nat. Milano, 103 (1): 19-32
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Cerreti C., Barili A., Rossi R., Barocco R., Gentili S., Romano B., Raffaelli M., Tardelli M., Carbone L., Bozzato S., 2010. L’Italia, l’Etiopia e Lét Marefià. Bollettino della società Geografica Italiana, 3 (1): 169-202
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[Sitografia]
Sito Università di Perugia
[Scheda Umbria Cultura]
Galleria di storia naturale dell’Università degli Studi di Perugia
Scheda realizzata in collaborazione con i curatori del museo