Forte di Bard - Foto Film Commission Valee D'Aoste

Forte di Bard

Descrizione

Il Forte di Bard è un complesso fortificato che sovrasta il borgo omonimo. La struttura di sbarramento è a tre livelli ed è stata riedificata durante la Restaurazione. Teatro di importanti battaglie, il Forte veniva definito durante il medioevo “inexpugnabile oppidum” da cronachisti e viaggiatori, incantati dalla perfezione strategica della sua posizione e della sua conformazione.

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Cenni storici

Il forte che sovrasta Bard, borgo inserito nel circuito dei borghi più belli d’Italia dal 2012, sorge sul versante sinistro della Dora Baltea in un punto strategico. Al di sotto del forte, infatti, la valle si restringe sino a formare una gola, in posizione-chiave per il controllo degli accessi dalla Francia.

Fin dall’epoca di Teoderico (454-526 d.C.) se ne hanno notizie come di un presidio ostrogoto edificato sul preesistente sistema difensivo fatto costruire da Cesare Augusto (detto “Clausuræ augustanæ”).

Nel 1242 Amedeo IV di Savoia sottrae il forte al conte Ugo di Bard e da allora il castello rimane sotto l’egida dei Savoia finché, nel 1800, dopo due settimane di assedio, le truppe di Napoleone riescono a conquistarlo con un attacco notturno. A seguito del difficile assedio, Napoleone stesso ordina la distruzione del forte.

Con la Restaurazione, Carlo Felice di Savoia dà invece il via alla ricostruzione della struttura. I lavori, terminati nel 1838, conferiscono al complesso l’aspetto che conserva ancora oggi. Dopo la ricostruzione, tuttavia, il forte inizia il suo declino: in mancanza di scontri bellici viene trasformato in bagno penale, per diventare poi polveriera dell’Esercito italiano fino al 1975.

Oggi è di proprietà della Regione Valle d’Aosta che, dopo i restauri, lo ha reso visitabile facendone una sede museale.

Focus narrativi

Il forte, ricostruito fra il 1830 e il 1838 è disposto su tre livelli autonomi che potevano difendersi reciprocamente in caso di attacco: l’Opera Ferdinando in basso, l’Opera Vittorio in mezzo e l’Opera Carlo Alberto in alto. Il forte disponeva in totale di cinquanta bocche da fuoco, di 283 locali e poteva ospitare più di quattrocento uomini (il doppio utilizzando alloggi di fortuna in paglia), i suoi magazzini potevano contenere scorte alimentari che garantivano un’autonomia di circa tre mesi in caso di assedio.

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Passato nelle mani della Regione autonoma Valle d’Aosta il forte è divenuto nel 2006 un polo museale. Sotto il nome di Museo delle Alpi, ospita oggi aree patrimoniali e di studio differenti e dotate di tecnologie espositive multimediali: il Museo delle Alpi; il Museo del Forte (dedicato alla storia delle fortezze, alle tecniche difensive e alle articolazioni del concetto di frontiera durante i tempi di pace); le Alpi dei ragazzi e la Scala del Tempo (un percorso multimediale atto a ripercorrere i principali eventi storici delle Alpi occidentali); alcuni spazi espositivi per mostre temporanee; le Prigioni (che ospitano ricostruzioni delle diverse fasi architettoniche del Forte, nonché le celebrazioni delle più rilevanti personalità che sono passate per la fortezza); spazi dedicati a esibizioni musicali o teatrali all’aperto; una sala conferenze e alcune aree didattiche.

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A poca distanza dal forte si trova il sito archeologico di Bard, in cui sono state rinvenute incisioni rupestri risalenti al Neolitico. Le rocce ivi repertite sono state modellate dal ghiaccio che doveva trovarsi nella zona circa diecimila anni fa. Di particolare interesse sono un’incisione a forma di serpente (forse simbolo di fertilità maschile) e una pietra molto liscia chiamata “scivolo delle donne” in quanto forse legato a rituali di fertilità, entrambe rinvenute durante la scoperta archeologica del luogo.

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La supervisione dei lavori di recupero voluti da Carlo Felice di Savoia fu affidata al giovane Camillo Benso Conte di Cavour. Egli visse purtroppo la sua esperienza come una punizione che non tardò a definire “prigione morale” o “esilio”. Lo stato di isolamento che visse nel periodo che lo legò alla fortezza fu l’occasione di una riflessione fondamentale, che lo portò ad abbandonare la carriera militare in favore di quella politica.

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Henry Beyle, noto sotto lo pseudonimo letterario di Stendhal, all’età di 17 anni si trovò a passare dal Forte in occasione dell’assalto di Napoleone Bonaparte. Membro del suo esercito, Stendhal scrisse poi nel suo romanzo autobiografico “La vie de Henry Brulard” del luogo e della sua imponente presenza.

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Il forte di Bard compare nella scena iniziale di Avengers: Age of Ultron, dove viene utilizzato come quartier generale dell’HYDRA.

Spunti videoludici

La posizione della fortezza le garantisce una doppia valenza spaziale: è un microcosmo isolato e troneggiante che si oppone all’assenza di limiti della valle e al tempo stesso una presenza ingombrante e monolitica, su uno sfondo naturale e aspro. Può quindi essere immaginata come ambiente di una narrazione che si genera opponendosi a un contesto esterno e avverso (basti pensare all’invasione di Napoleone) sia come meta ideale del viaggio di un eroe o di un gruppo di eroi impersonato dall’utente. Entrambe le configurazioni restituiscono al complesso fortificato la propria identità e la propria funzione, sia che esso venga rappresentato e ricostruito realisticamente sia che esso divenga piuttosto una figura mitizzata e poetica, filtrata dall’immaginario di chi ne racconta o di chi vi ha vissuto (vedi Stendhal).

La distruzione del Forte di Bard da parte di Napoleone investe poi l’ambiente di un’apocalisse destinata a riflettersi su tutte le storie che vi si sono ambientate: può essere questa l’occasione per ripercorrerne gioie e dolori, oppure ancora per scagliare il giocatore a esplorare le rovine di un cosmo collassato e sconfitto, quale quello del complesso caduto in disgrazia e raso al suolo.

[Bibliografia]
Margherita Morra, Guida ai castelli della Val d’Aosta, 2001, Legenda
André Zanotto, Valle d’Aosta: i castelli & il Castello di Fenis, 1993, Musumeci
Mauro Minola, Beppe Ronco, Valle d’Aosta. Castelli e fortificazioni, Varese, Macchione ed., 2002

[Sitografia]
Sito Ufficiale
LoveVda.it

[Scheda Film Commission]
Film Commission Vallee D’Aoste

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