Fabbriche di Careggine

Descrizione

Fabbriche di Careggine non esiste più: è un paese fantasma, ormai del tutto sommerso dal lago artificiale di Vagli, a seguito della costruzione di una diga idroelettrica nel 1947. I resti del paese riaffiorano quando il lago viene prosciugato per permettere la manutenzione della diga. Fabbriche si trova nel comune di Vagli Sotto nella provincia di Lucca.

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Cenni storici

Il piccolo paese venne fondato nel XIII secolo da una comunità di artigiani provenienti da Brescia. In seguito alla conquista da parte della famiglia Estense, il borgo fu favorito nello sviluppo e nella distribuzione di materiali metallurgici, sfruttando la vicina Via Vandelli che collegava Modena a Massa.

Il declino della via segnò l’inizio della decadenza del piccolo comune. I residenti spostarono il loro impegno ad attività più tradizionali come l’agricoltura e la pastorizia, per poi impiegarsi nell’industria marmifera all’inizio del Novecento. Tra il 1906 e il 1907 per soddisfare il fabbisogno dei bacini marmiferi della zona venne costruita una piccola centrale idroelettrica a Valle di Fabbriche.

Nel 1941, la Società Idroelettrica Selt-Valdarno (ora Enel) iniziò i lavori della diga di Vagli, sbarrando il corso del torrente Edron. La diga venne ultimata nel 1954, ma già qualche anno prima gli abitanti di Fabbriche dovettero lasciare il loro piccolo paese. I 146 residenti furono trasferiti nelle nuove abitazioni nel comune di Vagli Sotto, abbandonando case, campi, la chiesa del paese dedicata a San Teodoro e il cimitero.

Focus narrativi

Il borgo medievale, in concomitanza con i lavori di manutenzione della diga, riaffiora alla luce del sole. Il lago artificiale viene infatti drenato ogni 10 anni circa, permettendo l’esplorazione del villaggio. Nei periodi di secca è possibile scorgere le cime dei fabbricati.

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In un suggestivo cinegiornale dell’epoca (“Settimana Incom”, N°65 del 3 luglio 1947), Fabbriche viene definita, per il suo caratteristico inabissamento, una piccola Atlantide sommersa. Il cinegiornale esalta il sacrificio della popolazione di Fabbriche a favore del progresso tecnologico («Le campane sacrificate per far sgorgare in Italia un nuovo torrente di energia e di luce»).

Spunti videoludici

Come raccontare l’esodo di una comunità? Le vicende di Fabbriche possono sembrare un piccolo sacrificio in favore dello sviluppo tecnologico, tuttavia gli spunti per raccontare gli avvenimenti che hanno portato a questo risultato, attraverso delle lenti videoludiche, non sono pochi. Il borgo è sempre stato dedito alla produzione metallurgica, lo sviluppo di un titolo a tema gestionale è senz’altro una possibilità. Ma c’è dell’altro. È possibile utilizzare l’evento cardine di Fabbriche come epilogo di un racconto corale basato sugli ultimi abitanti delle 31 case. Un titolo che fa della memoria del luogo e dei suoi abitanti il fulcro principale. Da non dimenticare anche l’appartenenza di Fabbriche alla regione storica della Garfagnana, permeata da racconti popolari su streghe, folletti e guaritori. Spostandosi di lato, è possibile utilizzare il piccolo borgo anche per un altra tipologia di racconto romanzando gli avvenimenti: magari gli abitanti di Fabbriche dovettero abbandonare in anticipo il loro paese a causa di una minaccia incombente.

[Bibliografia]
Oscar Guidi, Magia e folletti in Garfagnana, Pacini Fazzi, Lucca, 2004

[Sitografia]
Cinegiornale Settimana Incom, N°65 del 3 luglio 1947

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