Descrizione
Il Diavolo-automa, oggi conservato al Museo delle Arti Decorative del Castello Sforzesco, faceva originariamente parte degli oggetti raccolti da Manfredo Settala all’interno della sua Wunderkammer, camera della meraviglie che racchiudeva oggetti fantastici e inusuali. Il fenomeno delle Wunderkammer si diffuse particolarmente tra il XVI e il XVIII secolo.
Cenni storici
Per comprendere al meglio il diavolo-automa e la sua collocazione in quell’eclettica camera delle meraviglie, è importante soffermarsi prima di tutto sulla figura di Manfredo Settala.
Manfredo era figlio di Ludovico Settala, protofisico milanese che non aveva mai del tutto abbandonato gli interessi letterari e umanistici. La famiglia Settala, per inciso, annovera nella sua lunga storia santi e scienziati. Manfredo eredita dagli avi e dal padre una spiccata curiosità, ma è probabilmente la corte dei Gonzaga a stregarlo: “Ancora adolescente, si recò in visita alla collezione d’arte dei Gonzaga, a Mantova, rimanendo colpito dal contenuto delle quattro stanze del palazzo Ducale, ove erano state sistemate le più rare meraviglie che la natura aveva saputo offrire” (da www.storiadimilano.it).
Dopo la morte del padre, ormai adulto, Manfredo inizia a collezionare oggetti di ogni genere: Naturalia, Artificialia, Curiosa. Il diavolo-automa appartiene a quest’ultima categoria.
Focus narrativi
Il diavolo-automa colpì il filosofo e politico francese Charles de Brosses, durante la sua visita a Milano nel 1739. Così egli lo descrive: “Un cassettone dal quale esce all’improvviso una spaventosa faccia di demonio che si mette a sghignazzare, a cacciare la lingua e a sputare in faccia ai presenti”.
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Questo povero diavolo ha rischiato di essere venduto a un privato: “L’Ambrosiana, nel 1982, senza chiedere il parere vincolante della Soprintendenza, lo aveva messo in vendita. Per fortuna la direttrice del museo dove è ora esposto lo ha visto nella vetrina di un antiquario milanese, lo ha riconosciuto e lo ha acquistato, così da permetterci ancora di vederlo” (da pilloledarte.wordpress.com)
Spunti videoludici
In un’immaginaria camera videoludica delle meraviglie, il diavolo-automa potrebbe rivestire una posizione privilegiata. Le Wunderkammer sono spazi della scoperta e della sorpresa, del bizzarro e dell’eclettico. Ogni oggetto racchiude spunti narrativi notevoli, ma il diavolo-automa spicca per quel suo fascino misterioso ed esoterico che in ambito videoludico sa essere trainante. La sua storia attraversa mani importanti: immaginiamo un percorso corale legato non solo a Manfredo Settala, ma anche ai comprimari che hanno visitato la Wunderkammer. Un percorso che dal Museo delle Arti Decorative riporti alle origini di questo marchingegno: al suo autore, alla sua anima, alla sua natura infernale e ammaliante.
Fonti e link
[Bibliografia]
Navoni M., “L’Ambrosiana e il museo Settala”, in Storia dell’Ambrosiana, Il Settecento, Milano, Cariplo, 2000
Tavernari C., Manfredo Settala, collezionista e scienziato milanese del ‘600, Giunti Marzocco, Firenze, 1976
[Sitografia]
Milano Castello