Descrizione
La Delizia di Copparo è una delle 19 delizie degli Este, ovvero una delle prestigiose residenze della famiglia. Sita nel centro di Copparo, in via Roma, fece da corte a Niccolò III e Borso d’Este. Risalente al XV Secolo, l’edificio è tutt’ora liberamente visitabile e aperto al pubblico, ed è stato inserito dall’UNESCO tra i patrimoni dell’umanità per il suo valore documentale e celebrativo del Rinascimento Italiano. Benché fosse stata costruita per essere la più bella delle diciannove delizie, nel tempo quella di Copparo ha subito innumerevoli cambiamenti fino a raggiungere lo stato attuale, e oggi della struttura originale resta soltanto una torre adibita a biblioteca, non distante dal Municipio della città.
Cenni storici
La delizia fu costruita sui resti di un castello distrutto e saccheggiato dai Veneziani nel 1482, per volere di Ercole II d’Este. Il progetto fu affidato a Terzo de’ Terzi e portato avanti dal 1540 al 1547. La struttura ai tempi era sontuosa, e contava ben cinque torri, ampi cortili, saloni, sontuosi porticati e così via. Decorarono gli interni dell’edificio rinomati artisti ferraresi come Girolamo da Carpi, Benvenuto Tisi da Garofalo, Battista Dossi e il Bastianino. Nel 1598, alla morte di Alfonso II ultimo duca d’Este, i possedimenti della famiglia passarono alla Chiesa e la Delizia di Copparo andò in mano ai principi Barberini. Nel 1808 l’edificio cadde vittima di un imponente incendio, che fece andare perdute gran parte delle opere conservare all’interno e che minò profondamente l’integrità della struttura. Soltanto nel 1822 vennero demolite tutte le parti dell’edificio rimaste pericolanti. Nel 1862 il Comune di Copparo acquistò quel che rimaneva della delizia con l’obbiettivo di un’ambiziosa ristrutturazione. I lavori finirono nel 1875. Oggi della delizia resta una torre sulle cinque presenti originariamente, e ben poco della pianta del tempo. Tra le sale interne dell’edificio sono ospitati la Biblioteca Comunale (nell’unica torre rimasta intatta e ristrutturata) e il Municipio di Copparo. L’ultima ristrutturazione risale al 2003.
Focus narrativi
Copparo era inizialmente nota, prima dell’anno 1000, come riserva venatoria. La terra attorno a Copparo era particolarmente ricca di selvaggina e gli Estensi, appassionati di caccia, vollero utilizzare la dimora per darsi a questa loro passione. Fu Leonello, il più colto dei d’Este, che la fece ammodernare in base a un sontuoso gusto rinascimentale per usarla come residenza estiva o per svago. Dopo la distruzione dei Veneziani, Ercole II la volle ricostruita per fare da confine ideale tra la Repubblica di Venezia e i vicini possedimenti ferraresi. In occasione di questa ricostruzione la villa divenne ancora più sontuosa. Quella di Copparo doveva essere al tempo una delle più prestigiose delizie degli Estensi. Contava ben cinque torri collegate da porticati, e aveva gli interni tra i più ricchi e sontuosi di tutto il Rinascimento Italiano.
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Pur senza raggiungere gli antichi splendori, oggi la Delizia è inserita in un ampio giardino. Dirimpetto all’ingresso si trova un’imponente Fontana Monumentale risalente al 1935 e dedicata alla memoria dei caduti della Prima e Seconda guerra mondiale, a opera di Pietro Toschi ed Enzo Nenci. A poca distanza dalla delizia c’è poi la chiesa di San Pietro e San Paolo, con tutta probabilità antecedente l’anno Mille. Al suo interno sono conservati dipinti di Ippolito Scarsella detto Scarsellino. La struttura della chiesa è cambiata più volte nel corso del tempo, soprattutto a seguito del bombardamento subito nel gennaio 1945. Il campanile, risalente al 1184 e ricostruito dopo il bombardamento, è diventato simbolo stesso della memoria dei caduti durante la guerra.
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A giugno, in occasione del Palio di Copparo, si svolgono davanti all’edificio sontuose celebrazioni in costume, tra cui balli, concerti delle bande e sfilate delle varie contrade. Il palio stesso altro non è che una ricostruzione di una battuta di caccia nell’epoca di Ercole II, cui si accompagnano poi giochi, sfilate e tornei. Il Palio è stato celebrato la prima volta nel 1934, ma la seconda celebrazione che l’ha poi consegnato al calendario delle festività del Comune è stata soltanto nel 1977. I cittadini vollero fortemente che la celebrazione riprendesse, tanto da costituire un Ente dedicato proprio al Palio. A oggi il Palio rievoca il legame tra la storia di Copparo e la Corte Ducale Estense, di cui non solo la città conserva lasciti urbanistici o monumentali, ma anche e soprattutto culturali.
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A oggi l’aspetto del Municipio di Copparo rimanda all’architettura tardo-ottocentesca. Resta poco della struttura originaria, ancor più magniloquente, voluta da Ercole II d’Este. Ai tempi il palazzo aveva conformazione a due corti e numerose torri angolari. Dall’archivio dei Barberini, che divennero proprietari della struttura dopo la scomparsa dei d’Este, alcuni disegni rappresentano la facciata principale con decorazioni dal gusto neoclassico, scandita da lesene e sontuosi archi. Sulla facciata, fra i due ordini di finestre, doveva essere dipinta una grande battaglia, ma sull’opera e sul suo soggetto non ci sono ancora certezze. Benché la ricostruzione del 1875, a seguito del tragico incendio che arse gran parte del patrimonio conservato tra i saloni e corridoi interni, fu portata avanti nell’ottica di un recupero dell’antico splendore, è difficile oggi affermare quanto l’aspetto della Delizia si avvicini a quello originario.
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La Torre Estense (in dialetto ‘al turiòn’), oggi l’unica rimasta delle cinque inizialmente presenti agli angoli della delizia, è posta a nord dell’edificio. Aveva inizialmente lo scopo di osservare il Po e prevenire in questo modo l’avvento imprevisto dei Veneziani, che da un momento all’altro potevano organizzare scorribande o pericolose incursioni nel ferrarese. A ben vedere, e come rivelato grazie anche ai lavori di ristrutturazione conclusi nel 1988 (e affidati agli architetti Alessandri e Zappaterra), tutto l’edificio inizialmente era orientato verso il Po, ivi compresa la torre e l’ingresso principale al di sotto.
Spunti videoludici
Gli Estensi, famiglia chiave del Rinascimento Italiano e ferrarese, furono esperti e appassionati cacciatori. Ma ben pochi luoghi ci raccontano questo loro aspetto, mentre molti altri si rifanno al loro gusto estetico, alla loro cultura o ai loro interessi strategici o militari. La Delizia di Copparo, un tempo residenza venatoria, potrebbe colmare proprio questo piccolo vuoto: non soltanto raccontando un tassello fondamentale della storia del Rinascimento (tra le incursioni dei Veneziani, sontuosi interni affrescati da illustri artisti e altissime torri), ma facendolo a partire da un luogo distante dalle più classiche traiettorie cittadine: un luogo dove i Duchi Estensi, prima ancora che per soggiornare o darsi allo svago (come fece Leonello) si radunavano per grandi battute di caccia in compagnia. Battute di caccia che, tutt’oggi, sono al centro delle celebrazioni legate al Palio di Copparo – e che rientrano perciò a pieno titolo nel patrimonio culturale del Comune. Estensi strateghi, Estensi nobili, Estensi uomini di cultura oppure di intrighi e giochi di potere, quindi, ma anche (perché no?) Estensi cacciatori e appassionati sportivi, che si recano ai margini dei loro possedimenti per darsi all’inseguimento di animali selvatici.
Fonti e link
[Bibliografia]
– Ceccarelli F., “Palazzi, castalderie e delizie. Forme degli insediamenti estensi nel Ferrarese tra Quattrocento e Cinquecento”, in Gli Este a Ferrara. Il Castello per la città, a cura di Marco Borella, Silvana editoriale, Cinisello Balsamo, 2004, pp. 73–83.
– Marchesi A., Delizie d’archivio Regesti e documenti per la storia delle residenze estensi nella Ferrara del Cinquecento, Tomo I: dimore suburbane ed extraurbane, a cura di Andrea Marchesi, Ferrara, Le Immagini edizioni, 2011.
[Sitografia]
Comune di Copparo
Ferrara Nascosta
Ferrara Terra e Acqua