Colorno

Descrizione

Colorno è un comune della provincia di Parma situato al centro della bassa parmense. Da sempre conteso da diverse nobili casate per la sua posizione strategica e per i fertili campi, ha attraversato periodi sia di notevole ricchezza artistica sia di decadimento.

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Cenni storici

Le prime testimonianze scritte dell’esistenza di Colorno iniziano ad apparire in alcuni documenti di cessione tra la fine del X secolo e i primi anni del successivo.
Il comune e la zona circostante sono sempre stati oggetto di interesse per la loro posizione strategica, rappresentando un avamposto prezioso per difendere Parma dagli attacchi provenienti da nord, e soprattutto per la particolare fertilità del terreno. I primi a sfruttare la pianura circostante il comune furono i romani, che eseguirono il processo di centuriazione: l’organizzazione del territorio agricolo, seguendo uno schema di disposizione ortogonale, di strade, canali e appezzamenti agricoli.
Durante il Medioevo l’area fu nuovamente bonificata dai monaci benedettini per poi essere assoggettata a vincoli feudali per più di tre secoli. Dal 1303 al 1612 la proprietà del luogo è passata di mano in mano alle più importanti famiglie parmensi, tra cui i Correggio, i Terzi e i Sanseverino. Questi resero Colorno il punto centrale di una corte votata all’arte e al mecenatismo, grazie soprattutto all’opera di Barbara Sanseverino. In questo periodo era possibile ammirare numerose opere d’arte tra le quali dipinti di Tiziano, Correggio, Mantegna e Raffaello. Nel 1749, il ducato di Parma e Colorno passano in mano ai Borbone. Questo segna la fase più fertile per la diffusione dell’arte e di un ambiente culturalmente attivo nel territorio tanto da far soprannominare Palazzo Ducale “Versailles” dai duchi di Parma.
Dopo la morte di Ferdinando di Borbone, il Ducato di Parma venne annesso alla Francia e nel 1807 il Palazzo di Colorno fu dichiarato “Palazzo Imperiale”. Subito dopo la parentesi napoleonica, il congresso di Vienna conferì il Ducato a Maria Luigia d’Austria che fece diventare Colorno la residenza estiva ducale. A seguito della morte di Maria Luigia e dell’unificazione del Ducato al Regno d’Italia, per Colorno inizia un lento declino: numerosi edifici pubblici vennero ceduti a privati, i boschi furono convertiti in terreno agricolo e parte del Palazzo Ducale e del Convento dei Domenicani vennero trasformati in Ospedale Psichiatrico nel 1872.
Durante la Seconda guerra mondiale, Colorno subì alcuni raid aerei dalle forze anglo-americane. Furono colpite la ferrovia e i depositi di carburante causando tre giovani vittime.
Oggi il Palazzo, dopo attenti restauri, è tornato ad essere visitabile, conservando almeno in parte lo splendore di un tempo.

Focus narrativi

Nel 1611, Barbara Sanseverino, il marito Orazio Simonetta e molti altri nobili furono accusati dal duca di Parma Ranuccio Farnese di far parte di un complotto che aveva lo scopo di ucciderlo. Il duca già da qualche tempo voleva impossessarsi di Colorno avvalendosi di alcuni diritti ereditari e i Sanvitale, messi alle strette, avevano deciso di organizzare un assassinio. L’uccisione del duca sarebbe dovuta avvenire nella chiesa dei Cappuccini di Fontevivo, durante il battesimo del nipote di Ranuccio. Il complotto tuttavia venne a galla a causa di un servitore che fu imprigionato e torturato per ragioni non inerenti alla congiura. Accecato dal dolore, pronunciò dei nomi e farfugliò qualche frase sconnessa che misero comunque in allarme la giustizia.
La congiura fu scoperta e tutti i nobili coinvolti vennero arrestati. Il processo che ne seguì fu senza pietà. Una sola sentenza comune per tutti: la condanna a morte e la confisca dei beni. Il 19 maggio 1612, a Parma, Barbara e altri nove cospiratori vennero decapitati in piazza di fronte al popolo.
Ranuccio Farnese si impossessò quindi di Colorno che appartenne alla sua famiglia fino al 1731.

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Torquato Tasso dedicò a Barbara Sanseverino il sonetto In lode de’ capelli di D. Barbara Sanseverini Contessa di Sala. La tragica vicenda della congiura è stata invece narrata con un poema storico scritto in dialetto parmigiano da Alfredo Zerbini ne La Congiura di Feudatäri pubblicato nel 1947.

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Tra il 1858 e il 1863, nell’area circostante Colorno e Mezzani nacque la banda di Bogolese, conosciuta anche come Banda ‘d Bogles in dialetto parmigiano. La banda criminale commise crudeli delitti nelle zone della bassa parmense e nel casalasco.

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Nel 1873 a Parma scoppiò un’epidemia di colera che costrinse gli amministratori a trasferire i malati di mente nell’ex Palazzo Ducale di Colorno (vedi scheda) e nell’ex convento di S. Domenico. I locali furono riadattati per accogliere i pazienti in maniera temporanea. La scelta del trasferimento tuttavia divenne definitiva qualche anno più tardi, il 5 settembre 1877, a seguito di una delibera del consiglio provinciale e per oltre 100 anni i malati della provincia vennero accolti in queste due strutture. A seguito della legge Basaglia del 1978 venne sancita la progressiva chiusura degli ospedali psichiatrici e il manicomio di Colorno venne definitivamente chiuso durante gli anni Novanta.

Spunti videoludici

Nel territorio di Colorno l’elemento pivotale su cui sviluppare un titolo videoludico non può che essere il Palazzo Ducale. L’edificio è stato teatro di intrighi di corte, di guerre aperte tra nobili e nel corso dell’ultimo secolo ha ospitato innumerevoli pazienti colpiti da infermità mentale. Possiamo quindi affermare che il palazzo stesso ha attraversato dopo la sua realizzazione, un periodo florido segnato dallo sviluppo (rappresentato dai lavori di ampliamento effettuati da Barbara Sanseverino e dalla diffusione del mecenatismo) fino al decadimento (il lento abbandono e la conversione a ospedale psichiatrico). Queste fasi della piccola “Versailles” dei duchi di Parma possono essere paragonate, con un interessante parallelismo, al decorso della malattia di un paziente ospitato dalla struttura psichiatrica.
Gli avvenimenti della congiura dei feudatari, con i suoi diversi “attori” ed eventi che richiamano una struttura tipica di un romanzo giallo, possono fornire una buona base allo sviluppatore per realizzare un titolo incentrato sulla risoluzione di un mistero. In modo parallelo anche le malefatte della banda di Bogolese e gli eventi che hanno portato alla loro cattura possono essere utilizzati per un titolo incentrato sull’azione.

[Bibliografia]

– Paolo Cortesi, Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità dell’Emilia Romagna, Roma, Newton Compton, 2011.

[Sitografia]

Reggia di Colorno

Biografia di Barbara Sanseverino

[Scheda Film Commission]

Emilia-Romagna Film Commission

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