Descrizione
Il Fulgor, sito in Palazzo Valloni, si trova in Corso d’Augusto 162, nel centro storico di Rimini. Pur essendo un piccolo cinema di provincia, è divenuto famoso ed è stato consegnato al mito grazie a Federico Fellini, che lo ha frequentato da ragazzo e l’ha immortalato in capolavori assoluti come Roma (1972) e Amarcord (1973). Nel tempo, si è iniziato a parlare della piccola sala del Fulgor e delle sue panche di legno come di un simbolo stesso del cinema, tanto citato quanto riproposto in numerose visioni. Su queste basi, apparendo innumerevoli volte sul grande schermo, se ne parla come ‘cinema più famoso del mondo’.
Cenni storici
Palazzo Valloni, costruito nel Settecento, è appartenuto a lungo ai fratelli Demofonte e Aurelio Valloni, da cui ha preso il nome. L’edificio fu gravemente danneggiato nel 1787 e ricostruito su intervento di Giuseppe Valadier. Nel corso degli anni i rimaneggiamenti alla facciata e alla struttura del palazzo si sono susseguiti: uno dei più rilevanti, nel 1916, fu a seguito della quasi completa distruzione dello stabile, avvenuta durante il terremoto che rase al suolo Rimini. L’architetto Addo Cupi si occupò di una ristrutturazione integrale dello stabile ed ebbe l’idea di trasferirci all’interno il Cinema Fulgor, aperto dal 1914 nel vicino albergo Aquila d’Oro. Il trasferimento si fece, e il cinema fu aperto alla fine del decennio, verso il 1920. I bombardamenti del 1943 danneggiarono gravemente la città e Palazzo Valloni stesso, di cui rimase solo in funzione il cinema Fulgor e i cui piani superiori furono progressivamente abbandonati. Fino al 2009 il cinema è rimasto in funzione, per poi chiudere per un lungo periodo anche a causa di ingenti interventi di ristrutturazioni, conclusi nel 2017. In occasione del compleanno di Fellini, il cinema ha riaperto il 20 gennaio 2018. Il progetto di ristrutturazione, a cura di Annio Matteini, ha mantenuto il massimo rispetto per l’idea originaria di Addo Cupi, e ha però aggiunto alla pianta dell’edificio una sala seconda a quella storica, con allestimenti scenografici a cura di Dante Ferretti. A oggi i piani sopra il primo del Palazzo sono dedicati allo spazio museale che prende il nome di Casa del Cinema.
Focus narrativi
Alla Casa del Cinema, distribuita sui piani ulteriori a quello dedicato al cinema Fulgor, è possibile entrare sia da piazzetta San Martino che da via Verdi: si può quindi accedere allo spazio espositivo e ai percorsi museali anche senza passare dalla biglietteria o dalla sala. Al primo piano si trova un open space in cui è possibile consultare archivi inerenti al cinema di Federico Fellini, in formato sia digitale che cartaceo; al secondo piano ci sono la cosiddetta ‘stanza delle parole’ e il ‘cinemino’, una ricostruzione fedele di una sala cinematografica anni ’50 (su modello dell’originale Fulgor) e sul cui schermo vengono proiettati, uno dopo l’altro, tutti i film di Federico Fellini (in totale 24). Per lo spazio espositivo sono poi presenti le cosiddette ‘lanterne magiche’, piccole lanterne interattive con cui approfondire, tramite pannelli informativi e materiale digitale, il tema dell’inconscio e della ricerca nei territori surreali e da sogno nel cinema del regista. Sono presenti anche una piccola libreria e una caffetteria, nonché uno spazio dedicato a Tonino Guerra, sceneggiatore e storico collaboratore di Fellini. La Casa del Cinema fa parte del ‘museo diffuso’ Museo Fellini, dedicato al regista, che collega vari spazi della città di Rimini: Castel Sismondo, Palazzo Valloni, e la cosiddetta ‘Piazza dei Sogni’, ovvero piazza Malatesta, che idealmente fa dialogare i due luoghi.
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Il Fulgor è il cinema più antico di Rimini (aperto nel 1914) e, grazie all’opera di Federico Fellini, uno dei più famosi al mondo e senza dubbio uno dei più presenti e citati nell’immaginario cinematografico. È stato il cinema più frequentato da Fellini, che qui assistette sulle ginocchia del padre alla sua prima proiezione in assoluto, quella di Maciste all’inferno di Guido Brignone (episodio raccontato nel film Roma) nel 1924. Frequentò a lungo il cinema in gioventù, entrandovi di straforo in cambio di ritratti di divi americani regalati ai gestori. In Amarcord il regista cita invece il suo tentativo di avvicinare la prostituta Gradisca (o almeno la figura reale che la ispirò) all’interno della stessa saletta. “Sotto lo schermo c’erano le pancacce. Poi uno steccato come nelle stalle divideva i ‘popolari’ dai ‘distinti’. Noi pagavamo undici soldi; dietro si pagava una lira e dieci” racconta Fellini (dall’archivio ufficiale online dedicato al regista). I nomi delle due sale al piano terra hanno nomi che rievocano l’indissolubile legame col regista, ovvero “Giulietta” e “Federico”.
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Inserito nella cornice liberty di Palazzo Valloni, il Fulgor era una piccola sala ben distante dalle caratteristiche delle sale odierne. A oggi, dalle foto e dalla ricostruzione di Dante Ferretti, storico collaboratore di Fellini, la sala rimanda a un immaginario legato al cinema perduto, una dimensione se vogliamo più popolare e al contempo ancestrale, atta a rievocare la ‘magia’ propria del cinema che Fellini stesso ha immortalato. Ferretti ha scenografato la sala in modo da trasformarla in un percorso affascinante nella storia stessa del cinema, il cui allestimento omaggia il cinema americano degli anni Trenta e Quaranta (quelli che segnarono il primo contatto di Fellini con la Settima Arte). Le parole di Ferretti durante l’inaugurazione di questo ‘nuovo corso’ per il Fulgor descrivono perfettamente l’idea alla base della scenografia: “Mi sono inspirato all’idea del cinema (…) Non ho pensato solo a quei film (di Fellini), ma ai film, a tutti i film (…)”. La storia di Fellini che ha consegnato il Fulgor al cinema, allora, è al tempo stesso quella di tutti gli appassionati e spettatori. Ferretti stesso iscrive la scenografia in un più ampio percorso personale, la manifestazione di un ricordo di “quando avevo dieci anni e rubavo i soldi nella tasca di mio padre per andare a vedere i film. Dicevo di essere dagli amici e invece ero al cinema. Avevo appena dieci anni e avevo già deciso che avrei fatto il cinema”.
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Al cinema Fulgor vengono proiettate non solo le ultime uscite, come in ogni altro cinema, ma al contempo tre serie di film dedicate ad approfondire la figura di Fellini. Non solo immancabili retrospettive del regista, quindi, ma anche e soprattutto i film degli autori e delle correnti che hanno influenzato la sua opera o che il Maestro ha amato e omaggiato (da Rossellini a Ford, da Chaplin a Hitchcock); i registi a lui contemporanei e che rivaleggiavano con lui in bravura come Antonioni, Bergman o Kurosawa; tutti quegli autori più o meno direttamente influenzati dal suo lavoro, da Kubrick a Scorsese. Al fianco di questi percorsi costanti nel tempo il Fulgor propone rassegne e retrospettive dedicate a correnti, periodi o registi che hanno segnato storia del cinema.
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Il cinema Fulgor non è soltanto a Rimini: una sua riproduzione, progettata sempre da Dante Ferretti (in collaborazione con Francesca Lo Schiavo) è anche a “Felliniana”, esposizione permanente ospitata a Cinecittà. Una delle sale dell’esposizione è proprio il rifacimento del Fulgor: un Fulgor ri-immaginato (“ridisegnato” dice Ferretti) e ispirato al gusto americano, con pareti rosse al posto di quelle originarie, grigie e ben più modeste (ma non meno ‘sognanti’, per usare il lessico di Fellini) di quelle del 1924.
Spunti videoludici
L’immaginario felliniano, per quanto estremamente celebre e diffuso, non ha ispirato troppi mondi videoludici. Sarebbe ideale pensare a un videogioco attraversato non solo dalle atmosfere e dai personaggi del suo cinema, ma anche e soprattutto che recuperi quella dimensione personale, intimista, che è propria dello spazio del Fulgor. La sala del Fulgor è proprio un crocevia di ricordi, tanto come appariva al tempo quanto (soprattutto) come si presenta oggi grazie anche agli interventi scenografici di Ferretti. Grazie al videogioco la sala potrebbe rivivere e popolarsi di figure altrimenti perse nel tempo, finzionali e reali assieme: da Giulietta a Gradisca, da Tonino Guerra a Maciste. Una festa di ritrovamento di personaggi e persone reali che, nello spazio del ricordo, potrebbe servire fare tanto da omaggio al regista e alla sua opera quanto a Rimini stessa.
Fonti e link
[Bibliografia]
– Gianfranco Angelucci, Federico Fellini, in Sguardi sulla Romagna, 2009.
[Sitografia]
Rimini Turismo
Artbonus.gov.it
Archivio Federico Fellini
[Scheda Film Commission]
Emilia-Romagna Film Commission