Castrocaro Terme

Descrizione

Castrocaro Terme è un borgo medievale della Romagna forlivese, situato lungo le sponde del fiume Montone. Formatosi intorno all’omonima fortezza che domina la cittadina e situato al confine storico tra Romagna e Toscana, Castrocaro fu protagonista di numerose dispute tra l’Imperatore, il Papa e la nobiltà locale. A partire dal 1871, il borgo divenne celebre per la presenza di acque termali dalle virtù terapeutiche, che fecero la fortuna turistica del luogo. La cittadina è anche sede della famosa manifestazione canora “Concorso per Voci Nuove” o “Festival di Castrocaro”.

Location

Get directions

Cenni storici

Abitata già in epoca preromana, l’area dove ora sorge la rocca di Castrocaro venne ufficialmente menzionata per la prima volta in epoca longobardo-bizantina, nel 961, dove viene indicata l’esistenza di un “castrum Aukario”. A partire dal XI secolo si vide il formarsi di un nucleo abitativo intorno alla rocca. Infeudata alla famiglia Pagani Conti di Castrocaro, nel 1118, la fortezza ottenne grande rilevanza strategica per il dominio della zona. Assediata più volte, sia dai comuni vicini che dalle truppe imperiali, tra i secoli XII e XIII, Castrocaro divenne dominio papale nel 1282. La rocca non venne però mai del tutto sottomessa e pertanto venne contesa tra il Papato e le famiglie nobili dei Calboli, dei Manfredi e degli Ordelaffi fino al 1359, anno in cui il Cardinale Albornoz consegnò definitivamente Castrocaro al Papa. Nel 1403 il borgo venne conquistato dai fiorentini, che così facendo si guadagnarono una naturale porta d’accesso verso l’Adriatico. In questo periodo Castrocaro venne scelta come capoluogo della Romagna Toscana. Con l’avvento delle armi da fuoco, la rocca perse rilevanza militare, in favore della nuova città-fortezza di Terra del Sole. Con il definitivo disarmo ordinato da Cosimo III de Medici nel 1676, Castrocaro divenne una cittadina agricola. Nel 1830 venne scoperta la presenza nelle acque del borgo di iodio e bromo, che portarono alla costruzione nel 1871 del primo stabilimento termale.

Focus narrativi

L’origine del toponimo, che lascia intendere nel nome un’antica origine militare, è incerta. Il nome Castrum Aukarium, con cui viene nominata la rocca nel 961, viene fatto risalire a Castercar, “castello caro”, di origine gallica. Un’altra ipotesi propone che il nome Castrocarium derivi da un certo Carus, nobile del III secolo che diede il proprio nome all’accampamento militare che divenne poi borgo.

***

La Fortezza di Castrocaro è unica nel suo genere, per ampiezza e tipologia. Il complesso è composto da tre distinte strutture: il Girone, la Rocca e gli Arsenali Medicei. Il Girone è la parte più antica della Fortezza e già viene menzionata nel 961. Caratterizzato da un mastio di 32 metri a pianta pentagonale, il Girone comprende anche un corpo di guardia, il così detto “Pozzo a rasoi” e la cinta muraria più interna. La Rocca corrisponde invece all’espansione del XIII e XIV secolo, quando vennero costruiti il cammino di ronda, un altro corpo di guardia più fortificato, un pozzo- cisterna, la Chiesa di Santa Barbara, la Sala dei Tormenti, dove si svolgevano le torture. Dalla corte del castello, poggiata sulla roccia viva dove si erge il castello, si accede a tre grotte trogloditiche: abitate nel Neolitico e riutilizzate nel Medioevo vennero impiegate come vani deposito per l’olio e il ghiaccio, come cantina e come forno per la cucina principale. L’edificio più caratteristico della Rocca è il Palazzo del Castellano, che oggi ospita un museo storico-archeologico (L’Aquila, le Chiavi, il Giglio) con armi, dipinti e oggetti dei periodi medievale e rinascimentale. Qui si erge anche un ulivo del XVII secolo, dal genoma unico al mondo. Infine gli Arsenali Medicei: detti anche “cannoniere”, questi edifici ciclopici, dai soffitti alti 12 metri, vennero architettati dai fiorentini che sperimentarono qui nuove soluzioni innovative, per fortificare le strutture e renderle adatte al tiro dell’artiglieria.

***

Secondo la leggenda, il “Pozzo a rasoi” del Girone era una trappola nella quale venivano scaraventati gli amanti scomodi di Caterina Sforza, contessa di Forlì e Imola (1463-1509). Il pozzo è un abisso di ben 55 metri ed è ora ingombro di macerie: nessuno sa ancora che cosa si celi sul fondo…

***

Castrocaro è legato anche alla leggenda di Diamantina, guaritrice forlivese del XVII, accusata di stregoneria a causa dei suoi preparati e intrugli misteriosi. Graziata dal rogo ed esiliata da Forlì, Diamantina si stabilì in una capanna su un colle nei pressi di Castrocaro, dove riprese a preparare le sue pozioni. Ben tollerata dai castrocaresi, Diamantina in rare occasioni scendeva in paese, dove le diedero il nomignolo di Berra, cioè moglie del diavolo. Il monte dove viveva è ancora oggi conosciuto come mònt d’la Bèrra.

***

Un’altra celebre leggenda locale è quella di Margherita, figlia di Bonifacio dei Conti di Castrocaro. Dopo anni di sanguinose lotte tra le famiglie consanguinee Calboli di Forlì e dei Conti di Castrocaro, nel 1253 Papa Innocenzo IV autorizzò un matrimonio tra due giovani cugini: Guidone di Calboli e Margherita dei Conti. La ragazza, tuttavia, si oppose con tutte le forze al matrimonio combinato e al padre Bonifacio, arrivando infine all’estremo gesto: scelta la torre più alta della Fortezza, Margherita si gettò nel vuoto ponendo fine alla sua triste vita. Si dice che ancora oggi, in certe notti senza luna, sia possibile udire il suo spettrale lamento per la valle e le mura del castello.

***

Margherita non è l’unico fantasma che infesta la Fortezza. Nel 1554 Michele Cecchi da Pescia fu nominato castellano di Castrocaro, che diede l’incarico di fuochista ad un giovane di nome Giovanni. Il compito del ragazzo era semplice: mantenere sempre accesso un fuoco. Ma una mattina il fuoco si spense e Giovanni venne punito con la reclusione per quattro settimane nelle segrete e venne sostituito da un nuovo castellano, ignaro del giovane prigioniero del castello. La sfortuna volle che dopo sei giorni Cecchi morì. I resti del povero Giovanni vennero rinvenuti solo dopo sei mesi. Le urla e le invocazioni del giovane fochista possono essere ancora udite in certe notti particolarmente buie.

***

Le acque termali di Castrocaro erano note sin dall’antichità, in epoca romana. Riscoperte nel 1830, le acque ricche di iodio e bromo vennero studiate e impiegate a scopi terapeutici a partire dal 1837 dal dr. Corrado Taddeu De Gravina, medico locale. La fama medico-sanitaria delle acque si diffuse in fretta e nel 1844 venne edificato un primo piccolo stabilimento termale. Nei primi anni del Novecento, grazie agli studi compiuti dalle Università di Pisa, Bologna e Ferrara, vennero scoperti nuovi pozzi sulfurei, adatti alla maturazione naturale di fanghi termali, detti “di velluto”. Nel 1938 venne inaugurato lo “Stabilimento Termale Demaniale”, complesso dal marcato stile Art Decò composto dal Padiglione delle Feste, dal Grand Hotel e dal Padiglione Termale.

***

Il Padiglione delle Feste, edificio contenente sale da gioco e da relax, venne inaugurato nel 1938 su progetto dell’ingegner Diego Corsani e decorazioni di Tito Chini. La costruzione, a pianta basilicale, si articola su due piani. La caratteristica facciata è composta da un corpo centrale semicircolare in marmo travertino, dove campeggia la scritta PADIGLIONE, e due corpi laterali abbelliti da mattoni iridescenti. L’ampio e scenografico interno è dominato da due scale elicoidali, collegate da una terrazza, ed è riccamente decorato da marmi e mosaici, rappresentanti galeoni, rose dei venti, segni zodiacali, delfini, cornucopie e altri elementi tipicamente Art Decò.

***

Il Grand Hotel e il Padiglione Termale vennero invece ultimati nel 1943, a guerra iniziata. Anche queste strutture vennero decorate da Tito Chini. Il Grand Hotel è abbellito da ceramiche, formelle metalliche e lucernari sfarzosi Art Decò, nelle pareti dello scalone si possono ammirare dieci pannelli di Chini, rappresentanti un ciclo di ispirazione medievale riproducente attività agresti nel corso dei mesi e delle stagioni. Questi dieci quadri, detti “i mesi”, sono caratterizzati dall’uso di lacche dorate e da un’estetica di forte influenza giapponese. Nell’atrio del Padiglione Termale, invece, si possono ammirare due dipinti a stucco e foglia d’oro rappresentanti motivi agresti e marini.

***

Il celebre Concorso per Voci Nuove, o Festival di Castrocaro, venne organizzato per la prima volta nel 1957. Manifestazione annuale, di grande successo sopratutto negli anni Sessanta e Settanta, il festival fu il trampolino di lancio di numerosi talenti canori della musica italiana, tra i quali Iva Zanicchi, Fiorella Mannoia, Caterina Caselli, Giuni Russo, Zucchero e Silvia Salemi.

Spunti videoludici

La Fortezza di Castrocaro è unica nel suo genere, sia per per la sua architettura sia per il numero di leggende e misteri che vi ruotano attorno. La rocca è una commistione di stili militari medievali e rinascimentali e presenta ogni tipo di elemento tipico di un castello. Torri ciclopiche, mura spesse, un piccolo borgo annesso, chiese e corpi di guardia ma anche segrete, pozzi profondi e persino delle grotte naturali nella roccia viva, contribuiscono a creare un atmosfera sospesa tra la storia romagnola e il genere gotico. La Fortezza di Castrocaro può dunque ispirare una location videoludica medievaleggiante, dalle connotazioni storiche o fantasy.

Il secolare e unico ulivo della Fortezza può facilmente ispirare un albero magico, a cui è legato il destino e la fortuna del castello e della terra che lo circonda.

La Fortezza è abitata da ben due fantasmi: queste anime tristi sono personaggi perfetti per una storia spettrale ambientata nel castello o come degni avversari per degli “acchiappa fantasmi” nostrani, impegnati a ripulire le fortezze e i palazzi italiani infestati dalle presenze paranormali. A questi spettri potrebbero magari aggiungersi anche gli amanti di Caterina Sforza, imprigionati da secoli sul fondo del Pozzo a rasoi…

Diamantina “la Berra” è un altro personaggio legato al folklore locale: la guaritrice può ispirare un personaggio ideale per un GDR fantasy, con il ruolo di strega, guaritrice o druido dai metodi poco convenzionali. La particolare location della capanna di Diamantina, isolata sulla cima di un colle, è perfetta per una serie di quest.

Il complesso di edifici che costituisce le terme di Castrocaro è un capolavoro di Art Decò e di architettura razionalista. Gli stucchi dorati, i mosaici, le formelle iridescenti e i soggetti dei decori, a metà tra il naturale e l’onirico, sono perfetti per ispirare location lussuose e dal sapore retrò. A questo si aggiungono le acque termali, conosciute dai tempi antichi per le proprietà salutari: con un piccolo sforzo di fantasia possono acquisire anche misteriose proprietà paranormali, descritte cripticamente negli sfarzosi mosaici del complesso…

[Biliografia]

– Caruso E., Castrocaro: il patrimonio artistico, architettonico e ambientale di Castrocaro, Terra del Sole e Pieve Salutare, Cesena, Il Ponte Vecchio Editore, 2009.

[Sitografia]

Proloco Castrocaro.it
Castelli di Emilia Romagna
Terme di Castrocaro.it

Contact Listing Owner