Castello di Vesime

Descrizione

Radicato nel cuore del piccolo comune di Vesime, il castello con i suoi imponenti ruderi sorveglia dall’alto del poggio su cui si innesta, l’omonimo paese della Langa Astigiana, come se ancora volesse proteggerlo dalle insidie di un tempo passato.
Del luogo oggi non restano che mura diroccate e un torrione recentemente restaurato che faceva parte del sistema difensivo esterno collegato al borgo. Il castello è stato lungamente nascosto allo sguardo degli studiosi a causa della fittissima vegetazione di rovi che rendeva praticamente impercorribile la strada per raggiungere la vestigia. I recenti studi hanno evidenziato alcune lacune nel comprendere il significato di numerosi e misteriosi scavi, potenzialmente sepolcrali, che presumono la possibile esistenza di un tesoro nascosto che qualcuno ha tentato di scovare.

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Cenni storici

Il castello fu costruito intorno al 1200 e distrutto dagli spagnoli nel XVII secolo. Fu proprietà della potente famiglia Del Carretto, come si evince dallo schema architettonico (torre con corpo di fabbrica e muraglione che scende a cingere il borgo) tipicamente utilizzato dai nobili di quel casato. Dopo i Marchesi Del Carretto fu ceduto ad altre famiglie tra cui gli Asinari, il banchiere astigiano Giovanni Scarampi e Vittorio Amedeo II di Savoia.

Focus narrativi

In età antica e fino alle soglie dei tempi moderni si faceva fatica a raggiungere il castello a causa di una foresta di rovi alti quasi tre metri che solo di recente è stata bonificata. Pare che non ci sia stato nessun incendio, bensì una sorta di pulizia manuale: le radici della vegetazione sono state rimosse affinché non ricrescessero nuove piante e le ramaglie sono state trasportate altrove – non è noto però chi sia stato a ripulire la zona. Recenti scoperte hanno portato poi alla luce un grande pozzo e alcuni misteriosi scavi sia all’interno che all’esterno dell’edificio, di profondità e diametro variabile e che ricordano sorte di sepolcri. Curiosa è la presenza dello strumentario di lavoro di manovalanza in prossimità degli scavi: una pala, un piccone e una carriola, lasciati nei pressi come abbandonati. Una leggenda locale narra di un tesoro nascosto che nessuno mai si è spinto a cercare o che nessuno mai ha trovato: si sospetta che la deforestazione e gli scavi siano proprio il risultato dell’ultimo tentativo, da parte di ignoti, di trovare i cimeli nascosti tra i ruderi.

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Nell’area nord-est è visibile, anche se nascosto, un accesso a locali sotterranei dall’aspetto claudicante e pencolante, verosimilmente inesplorato da moltissimo tempo proprio per la sua condizione di pericolosità.

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In vari anfratti della struttura sono stati rinvenuti alcuni bigliettini poco comprensibili scritti a mano in carta di quaderno che sembrano mappare i punti della zona in una sorta di gioco di caccia al tesoro tutt’ora avvolto nel mistero.

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In una curva prossima al castello si è notato tra i cespugli una specie di totem fortemente rappresentativo di elementi negativi che lascia perplessi sull’interpretazione delle sue funzioni, costruito artigianalmente con pezzi di attrezzi e oggettistica contadina. Facendo ricerche sul simbolismo relativo alle singole componenti è stata scoperta l’affinità con rappresentazioni di origine diabolica, come un messaggio di avvertimento che invitasse a tenersi lontani dal luogo.

Spunti videoludici

L’idea della caccia al tesoro, a posteriori di molte altre che nel loro svolgersi hanno modificato la morfologia dei ruderi, è di indubbia efficacia. Può essere messa in relazione alla figura del totem demoniaco tra le fronde in un racconto strutturato attorno a una finalità ben precisa (il ritrovamento del tesoro, appunto) e destinato a scontrarsi con forze invise e intenzionate a preservare i segreti del posto.

I misteri irrisolti del castello si prestano a riletture di ogni tipo: i nobili che vi hanno abitato erano a conoscenza del tesoro? Il tesoro esiste davvero? Che fine hanno fatto le persone che hanno deforestato e che hanno scavato ovunque? Il tono investigativo è senz’altro una prospettiva interessante per addentrarsi in un luogo simile.

[Bibliografia]
Gianni Rebora, Il Castello di Vesime e la sua gente, Impressioni Grafiche, 2016

[Sitografia]
Piemondo.it
Luoghimisteriosi.it

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