Castello di Rivalta

Descrizione

Costruito in una posizione strategica su una ripida scarpata a picco sul fiume Trebbia si staglia il castello di Rivalta: una fortificazione che insieme al paese circostante dà vita a un piccolo ma suggestivo borgo medievale.

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Cenni storici

Nel territorio di Rivalta è stata attestata la presenza, nei secoli, di numerose popolazioni tra cui gli etruschi, i liguri e i celti; ma fu solo dopo l’arrivo dei romani, i quali intrapresero la bonifica delle paludi circostanti, che venne innalzata la torre di guardia da cui si sviluppò il borgo. Dopo la caduta dell’impero romano il dominio del territorio passò prima ai longobardi e poi ai franchi. Per resistere alle invasioni barbariche la rocca dovette essere ulteriormente fortificata, vennero perciò costruiti un imponente dongione quadrato, una cinta muraria e un fossato.
Il castello di Rivalta fa la sua prima apparizione ufficiale in un documento di cessione del XI secolo, nel quale l’imperatore Enrico II donava al monastero benedettino di San Savino di Piacenza la struttura. Nel XII secolo la proprietà del castello passa alla famiglia dei Malaspina Cybo, che dominavano i territori dalla Lunigiana fino alla valle Staffora, quest’ultima di notevole importanza perché attraversata dalla Via del sale lombarda.
Nel secolo successivo, durante le dispute tra papato e impero, il marchese Oberto Pallavicino, nemico agguerrito dei guelfi, ordinò la distruzione di tutti i complessi fortificati legati alla Chiesa. Il castello di Rivalta fu incluso tra gli edifici da distruggere per poter permettere l’apertura di un percorso militare verso Genova.
Nei primi anni del XIV secolo Obizzo Landi compra le rovine del castello e lo riedifica; da questo momento la storia del forte sarà legata a quella della famiglia Landi. Qualche anno più tardi Obizzo entra in conflitto con l’amico duca di Milano Galeazzo Visconti, che si era invaghito di sua moglie Bianchina Landi. Lo scontro fu più duro del previsto e Obizzo dopo aver resistito a un assedio durato tre mesi dovette ritirarsi e chiedere aiuto alle truppe pontefice. L’aiuto dello stato papale gli garantì la vittoria, insieme al consolidamento del potere della famiglia Landi nel territorio.
Durante il XV secolo il castello subisce ulteriori modifiche quando vengono commissionati dei lavori di ristrutturazione all’architetto della famiglia Solari, Guiniforte. Egli modificò il castello in base alle nuove esigenze militari, apportando allo stesso tempo anche alcune aggiunte decorative come un elegante cortile rinascimentale e un sontuoso palazzo residenziale con un salone d’onore.
Nel corso del XVIII secolo vennero eseguiti alcuni rinnovi della struttura, quando il castello perse la sua funzione militare.

Focus narrativi

Il castello di Rivalta è stato protagonista di molti eventi bellici: nel 1636 è stato preso d’assedio dai soldati dell’esercito spagnolo guidato da Gil De Has. Nel 1746 è stato saccheggiato dall’esercito tedesco guidato dal generale Berenklau e cinquant’anni dopo circa da quello francesi guidato da Etienne MacDonald, durante la battaglia della Trebbia nel 1799.

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L’area fu teatro anche dello scontro tra le truppe della Repubblica romana e le forze cartaginesi guidate da Annibale durante la Seconda guerra punica.

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Il castello ospita il Museo del Castello di Rivalta che offre una raccolta di testimonianze storiche sul Risorgimento italiano e sulla battaglia di Lepanto. Il museo custodisce anche una notevole collezione di armi storiche che si deve alla passione del Conte Orazio Zanardi Landi.

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Ai condannati a morte del castello veniva fatta salire una scala a chiocciola che portava alla sommità del pozzo del taglio, uno spietato strumento di morte medievale. Il malcapitato di turno vi veniva gettato dentro e le numerose lame posizionate al suo interno provocavano tagli e fratture che portavano a un fatale decesso tra immani sofferenze.

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Come in ogni castello che si rispetti, tra i suoi ospiti non potevano mancare numerosi fantasmi. Uno di questi è stato identificato come lo spirito del cuoco Giuseppe, il quale, vissuto durante il XVIII secolo, venne ucciso dal maggiordomo per aver tentato di sedurne la moglie.

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Le vicende intercorse tra Obizzo Landi, sua moglie Bianchina e il duca Galeazzo Visconti del XIV ispirarono un gran numero di storie e racconti. Nell’Ottocento Luigi Marzolini scrisse un romanzo storico intitolato Bianchina Landi; ossia, la Cacciata di Galeazzo Visconti da Piacenza. Racconto storico del secolo XIV. La Rivalta descritta dall’autore è frutto di un’osservazione diretta, che oggi ci fornisce una preziosa testimonianza storica del castello e del borgo.

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Tra gli ospiti più illustri del castello va ricordato anche un membro della famiglia reale inglese: Margaret, contessa di Snowdon e sorella della regina Elisabetta II. Margaret ha soggiornato a Rivalta durante il 1989.

Spunti videoludici

Il castello di Rivalta e il borgo circostante costituiscono un perfetto ecosistema chiuso in cui lo sviluppatore può esplorare diversi percorsi narrativi. Il territorio è stato infatti attraversato da numerose popolazioni che se ne disputarono il possesso. La storia della rocca è legata indissolubilmente a quella della famiglia Landi che può fare da perno a una narrazione che attraversa svariati secoli. La gestione del castello e del borgo è facilmente riconducibile a un genere videoludico di tipo gestionale, che può essere contaminato dagli intrighi di corte e dalle gelosie tra i nobili. Il tema della gelosia è ricorrente nelle vicende che si sono susseguite nel castello: da quelle di Bianchina Landi a quelle meno famose ma non per questo meno interessanti come il delitto con protagonisti i membri della servitù. La presenza del museo, con la sua preziosa collezione, può svolgere la funzione di hub per saltare attraverso il tempo partendo da una particolare arma storica.

[Bibliografia]

– Paolo Cortesi, Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità dell’Emilia Romagna, Roma, Newton Compton, 2011.

[Sitografia]

Castello di Rivalta
Emilia-Romagna Turismo

[Scheda Film Commission]

Emilia-Romagna Film Commission

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