Descrizione
Il Castello di Montecuccolo è una fortezza medievale dell’XI secolo, costruita su uno sperone roccioso al crocevia tra le principali vie che collegano la Pianura Padana alla Toscana. La fortezza fu dimora della famiglia Montecuccoli nonché sede del potere amministrativo del Frignano. Ai piedi della rocca sorge un borgo, che conserva l’aspetto e l’urbanistica tipica medievale.
Cenni storici
La cima della roccia, dove ora sorge il Castello, fu utilizzata come punto di avvistamento già dall’epoca bizantina (650-720 d.C.). Nel 1027, la zona venne occupata da una famiglia tedesca che prese il nome “Da Montecuccolo”. Tra il 1027 e il 1168 si ebbe un primo accrescimento strutturale: vennero costruiti il mastio, la dimora feudale e una prima cinta muraria; il borgo sottostante, inoltre, cominciò a prendere forma. Ponendo la propria base nel castello, i Montecuccoli divennero, a partire dal XIII secolo, dominatori del Frignano. La storia di questa famiglia si concluderà nel XVII secolo, con la decadenza del potere feudale. Danneggiato dai francesi nel 1799, dismesso come dimora e come edificio militare, il Castello cadde in rovina, subendo numerosi crolli. Dopo alcuni piccoli interventi a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, negli anni Ottanta iniziarono i lavori di restauro, che hanno permesso la riapertura del Castello nei primi anni Duemila.
Focus narrativi
Grazie alle analisi degli innesti murari nelle fondamenta del mastio, siamo in grado di ricostruire la storia della torre. Come tipico nei castelli medievali, il mastio si erge isolato sul punto più in alto del monte. Il rilievo roccioso su cui poggia il Castello è posto all’estremità di una dorsale boscosa, incuneata nella valle del torrente Scoltenna, la cui cima era sede di una torre di avvistamento già in epoca bizantina (650-720 d.C.). Una torre in pietra venne eretta tra l’850 e il 1100, da cui il mastio odierno. Questi, in origine, era privo di ingressi al piano terra: l’unico modo per accedere era utilizzando una scala fino ad un portale posto al primo piano. Anticamente la torre assumeva sia funzioni logistico-militari, dove il piano terra era utilizzato come deposito di viveri, sia abitative, in qualità di rifugio per il Signore e la sua famiglia. Un secondo accesso venne aperto nei secoli successivi, mettendo la torre in comunicazione con il palazzo feudale. Nel 1885, quando il castello cadde in disuso, la torre venne riadattata come campanile e quattro grandi finestroni vennero aperti sui lati del mastio.
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Sebbene già abitata, la prima menzione ufficiale al nome della zona risale al 1027, in un documento relativo ad una concessione da parte del vescovo di Modena, che nomina l’area come mons qui vocatur cuculi, da cui Montecuccolo. Secondo gli studiosi, la scelta del termine mons suggerisce che al tempo il Castello non era ancora stato costruito ma confermerebbe l’esistenza di un presidio fortificato.
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La rapida espansione architettonica del Castello è testimonianza della notevole importanza politica che la fortezza assunse a partire dal XII secolo. Il Castello venne ampliato a più riprese: partendo da una semplice torre di avvistamento divenne una fortezza tipicamente medievale. Essa comprendeva un mastio, cinque corpi di fabbrica, un palazzo feudale, crollato irrimediabilmente a inizio Novecento, una tripla cinta muraria che circondava concentricamente il rilievo montuoso, molteplici cisterne idriche e delle prigioni sotterranee.
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A ridosso della fortezza venne edificato un piccolo borgo, che si sviluppò tra l’XI e il XV secolo. Come accadde in altri borghi, le case furono costruite tutte intorno alla piazza su cui si affacciava la chiesa, creando così una sorta di quarta cerchia muraria, che circondava tutto il Castello. Anticamente, il borgo possedeva due entrate: una settentrionale chiamata Bonvicina, che portava a Pavullo e ora abbattuta, e una ancora esistente, costituita da un ampio arco gotico. La chiesa di San Lorenzo martire, edificio di riferimento del borgo, venne edificata a partire dal 1469.
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Montecuccolo diede i natali a Raimondo Montecuccoli (1609-1680), generale al servizio dell’Impero e letterato. Dopo essersi distinto durante la Guerra dei Trent’anni, partecipò a tutte le campagne europee tra il 1625 e il 1675, tra cui la prima guerra nordica contro gli svedesi (1658-60) e la guerra austro-turca, che si concluse con la sua vittoria a capo delle truppe cattoliche nella battaglia di San Gottardo (1664).
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In un documento del 1878, Pier Biagio Casoli descrive il crollo della dimora feudale, avvenuta pochi anni prima, e la rovina del Castello di Montecuccolo. L’autore racconta di una sua visita ai ruderi del castello, prima di ogni intervento di restauro: «Tutto è squallido; vi si sente quell’abbandono, quella solitudine, quel decadimento, che anche alla curiosità lascia una tinta di malinconia. Se non sei (…) facile a impaurire, sarai lasciato solo da chi ti aperse l’ingresso, e rimarrai padrone di aggirarti nella rocca come ti aggrada. Sta in guardia però nell’avanzare i passi, che in quel luogo v’è sempre a temere di qualche nuova rovina». La testimonianza di Casoli offre non solo un’importante fonte per conoscere le condizioni del Castello a fin Ottocento, ma anche un’incredibile cronaca di un’esplorazione decisamente inquietante e spettrale.
Spunti videoludici
Il Castello venne costruito a più riprese e in più epoche, partendo da una singola torre fino ad una fortezza solida e comprendente un piccolo borgo. Lo sviluppo di Montecuccolo può essere facilmente paragonata alla crescita di una fortezza o insediamento in un gioco in stile tower defence. Può anche essere indicatore di potere e ricchezza di una famiglia nobile, in un gioco che preveda la gestione della propria casata o che segua le gesta di una particolare dinastia.
La descrizione delle rovine del Castello di Pier Biagio Casoli è molto dettagliata e può facilmente suscitare immagini inquietanti e spettrali. Le rovine di Montecuccolo possono ispirare scorci adatti a missioni di esplorazione di dungeon o per creare la perfetta ambientazione per la dimora di sinistri esseri che abitano la cima di una rupe.
La ristrutturazione del Castello può raccontare un inusuale punto di vista della storia della fortezza. Le difficoltà strutturali, gli ostacoli economici e gli umori altalenanti degli abitanti del borgo, possono essere elementi di un gioco gestionale che preveda la ricostruzione e messa a disposizione al pubblico del Castello o di un fortilizio creato a immagine. L’eventuale presenza di un fantasma abitatore delle rovine potrebbe complicare ulteriormente la situazione, rendendola molto più fantasiosa…
Fonti e link
[Bibliografia]
– Pini A, Montecuccolo la storia svelata: i signori, la rocca, i feudi, Pavullo, Adelmo Iaccheri Editore, 1999;
– Casoli P.B., “Montecucolo. Bozzetto storico descrittivo”, in Leonardo da Vinci, Milano, 1878.
[Sitografia]
Il Frignano dei Montecuccoli.it
Castelli di Emilia-Romagna